Circo di vetro: la band ci racconta di più dell’omaggio al grande Maestro Battiato e non solo!

Circo di vetro: la band ci racconta di più dell’omaggio al grande Maestro Battiato e non solo!

Accogliamo calorosamente alla band Circo di vetro, formazione poliedrica che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro La cura, condividiamo con piacere l’intervista alla band Circo di vetro, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita dei componenti, la formazione Circo di vetro si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Sorry Mom, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto alla band Circo di vetro!

Com’è nata la passione per la musica?

Nico: Devo ringraziare i miei genitori per questo. In casa non sono mai mancati strumenti da suonare e  musica di sottofondo. È stato quindi naturale alimentare questa passione.

Gianfranco: i primi ricordi sono inevitabilmente legati alla famiglia ed allo stereo acceso la domenica mattina appena sveglio. Successivamente un ruolo importante lo hanno svolto i miei amici ai tempi del liceo. Molti ragazzi della mia classe suonavano uno strumento e questo mi ha spinto ad approfondire la mia passione, sino a portarla a dove sono ora.

Cosa significa e com’è nato il nome CIRCO DI VETRO e il suo sound?

Il nome “Circo di Vetro” vuole rimandare a quelle situazioni della vita nelle quali ci sentiamo un po’ come attori a dover recitare la parte che da noi ci si aspetta di fronte ad una platea di spettatori in attesa di giudicare ogni nostro passo. Questa immagine ci ha immediatamente riportato all’idea del Circo, mentre, per quanto riguarda il Vetro, si tratta della barriera che sentiamo interposta tra recitanti e spettatori ed, in fondo troppo spesso, tra le persone in generale: non si vede ma esiste, e solo rompendola pensiamo si possa creare vero contatto e trasmettere le proprie emozioni.

Per quel che riguarda la declinazione che questo concetto ha sulla nostra musica, si tratta per noi di cercare quindi di comporre in modo originale e per quanto possibile personale, perché solo così sentiamo di poter essere onesti, pur cercando di mantenere al tempo stesso quella semplicità necessaria a toccare immediatamente le emozioni di chi ci ascolta.

Come è stato concepito il lavoro LA CURA?

Il lavoro per la cura è nato in maniera abbastanza naturale. Volevamo rendere omaggio a questo brano storico senza, però, andare a stravolgerlo. Abbiamo deciso di rimanere il più semplice possibile nell’esecuzione, dando grande risalto alla voce e alla chitarra acustica.

E com’è nato il suo videoclip?

Anche per il video abbiamo seguito la stessa filosofia: La semplicità. Il brano, visto la sua importanza, meritava un lavoro semplice e diretto che facesse capire quanto per noi fosse importante e sentito.


E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Al momento non abbiamo previsto di inserire questo brano all’interno del nostro futuro ep. Siamo, invece, al lavoro su un nostro singolo inedito che uscirà dopo il lavoro de “La Cura”.

 

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

Il nostro percorso è stato quello della classica Rock Band. Nico, Gianfranco e Andrea suonano assieme già dai tempi del liceo e si sono esibiti coi primi live nei locali della provincia di Pavia. Negli anni successivi, con l’arrivo di Mattia e Fabio, abbiamo iniziato a spostarci anche fuori provincia e regione e a partecipare ad alcuni importanti contest.

Quali sono le influenze artistiche?

Le nostre influenze artistiche sono assolutamente varie e disparate. Il filo che ci unisce è sicuramente caratterizzato, oltre che dai capisaldi della musica italiana, dal miglior rock/hard rock degli anni 80/90. Poi, ognuno di noi, ha le sue influenze, chi più o chi meno commerciali. Il ventaglio delle nostre influenze risulta quindi molto ampio.

Quali sono le collaborazioni musicali? E la collaborazione con Sorry Mom nel lavoro in promozione?

 La collaborazione con Sorry Mom è incominciata ormai da qualche mese. Ci stanno aiutando e guidando nel nostro percorso. Purtroppo le difficoltà legate al momento storico si fanno sentire, ma stiamo tutti facendo del nostro meglio per portare avanti il nostro lavoro.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?

 La cosa più gratificante che pensiamo di poter trasmettere è semplicemente un’emozione. La possibilità di lasciare una traccia in una persona suscitandogli un sentimento è tutto ciò che cerchiamo. Cerchiamo di trattare sempre punti di vista o esperienze personali, ponendo in risalto quei momenti di fragilità che ci rendono poi inevitabilmente più forti, sperando di poter coinvolgere anche i nostri ascoltatori.

Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come Liguria selection festival o il Bubblefest pavese?

L’aspetto live è, sicuramente, quello che ci manca di più.  Quello del BubbleFest Pavese è sicuramente stato uno dei momenti più divertenti e piacevoli della nostra carriera. L’evento era diventato un classico dell’estate pavese e attirava sempre migliaia di persone. È stato quindi bellissimo suonare davanti a quella platea in uno dei festival più iconici della nostra città!

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Pensiamo che sia abbastanza variegata e ricca di possibilità, soprattutto ora che ognuno ha la possibilità di pubblicare il proprio lavoro in autonomia. Chiaramente questo comporta un mare di alternative da cui è difficile emergere, ma se si ha voglia di cercare si può trovare musica di qualità per tutti i gusti. Se dovessimo cambiare qualcosa ci piacerebbe rendere la fruizione della musica meno usa e getta; viviamo in un contesto frenetico in cui tutto cambia repentinamente ed inevitabilmente anche la musica è coinvolta. Il rischio è che si perda di vista ciò che i musicisti hanno veramente da dire, perdendo l’abilità e la voglia di ascoltare, facendo diventare la musica un mero contorno.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?

Al momento siamo al lavoro su un singolo inedito che vedrà la luce dopo La Cura, non vediamo l’ora di farvelo ascoltare.

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Nico: Lavorando come educatore sono sempre stato a contatto con le persone e questo mi ha dato modo di sentire sulla mia pelle le difficoltà e il dramma che questa situazione ha creato.. La musica è diventata, ancor di più, un’ancora di salvezza a cui non potrei mai rinunciare. E poi si… mi manca terribilmente il palco!!

Gianfranco: la situazione è sicuramente complicata. Lavorare è difficile, le possibilità di incontrarsi per creare qualcosa di nuovo quasi inesistenti e le possibilità di esibirsi nulle. Bisogna avere fiducia per il futuro e cercare di indirizzare i propri sforzi verso altri ambiti in un momento in cui il contatto diretto con le persone è impossibile.

Quali sono i programmi futuri?

Abbiamo  in programma l’uscita di singolo inedito e di un successivo ep. Speriamo poi che la situazione epidemiologica ci permetta presto di poter tornare sul palco a suonare, perché la musica senza aggregazione perde una parte preponderante.