Straordinaria intervista oggi a Claudio Sirigu, artista poliedrico che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Le statali, condividiamo con piacere l’intervista a Claudio Sirigu, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Claudio Sirigu ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Claudio Sirigu!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Diciamo che l’ho sempre vissuta in famiglia, mio padre suona la chitarra, ha anche scritto qualche canzone, così anche alcuni miei zii, di cui conservo ancora in casa qualche vecchia cassetta e, addirittura, un 78 giri, inoltre anche a mia madre è sempre piaciuto cantare, sin da giovane, mi pare prese qualche lezione di chitarra anche lei, sono stato abituato fin da piccolo ed è stato quindi un po’ inevitabile che verso i 15/16 anni iniziassi a scrivere e comporre i primi testi e le prime musiche.
Usa tre aggettivi (e perchè) per descrivere “Claudio Sirigu” e il suo personaggio…
In realtà non mi sento molto personaggio, credo di essere parecchio autentico, intimo, e forse un po complessato, ma in generale molto fedele al lato più “privato” della mia persona anche in musica.
Come descriveresti la nascita di Le statali?
A dire il vero è nata quasi per gioco, doveva appartenere ad un progetto parallelo in collaborazione col coautore Nicola Bigoni, in arte TBO TheBigOne, è nata nel periodo in cui eravamo assieme in università a Milano, lui in procinto di laurearsi ed io all’inizio di un percorso che non sentivo (e non si è rivelato) minimamente mio, che poi è ciò che cerco di raccontare usando metaforicamente una storia, la sensazione di non essere al proprio posto.
E com’è nato il suo videoclip?
Arrivavo da un album (Pinacoteca dei luoghi impossibili) in cui avevo realizzato per ogni brano un’illustrazione tramite intelligenza artificiale, sento “Le statali” un po come il dodicesimo brano di PDLI, sia per il periodo in cui è stato scritto, sia per l’approccio e le sonorità, quindi realizzare il video sfruttando nuovamente l’intelligenza artificiale è stato un po come chiudere un cerchio.
Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?
Penso di no sinceramente, è un brano di passaggio, affine più all’ultimo album che ai prossimi lavori.
Cos’è per te l’arte, la musica?
Un modo per comunicare, per esprimere sensazioni e pensieri che farei molta più fatica ad esprimere a parole, forse non sapendo nemmeno come farlo.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Sono cresciuto moltissimo col cantautorato, poi ho scoperto l’itpop e, soprattutto, la scena alternativa italiana dei primi anni 2000 e 2010, ascolto anche altri generi, dall’hip hop alla bossa nova e alla dreamcore, ma fondamentalmente penso che l’impronta cantautorale sia stata molto più segnante.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
In questo brano nello specifico ho lavorato con Nati alla produzione, fantastico, con il già citato Nicola Bigoni, grande amico con cui abbiamo già collaborato altre volte in passato, col il team dei Phaser Studios e con Estro Records, e ci tengo a ringraziare tutti per il fantastico lavoro svolto.
Parlando più generalmente, il grosso delle mie collaborazioni con altri emergenti è nelle vesti di mixing engineer, in qualche caso più raro anche come produttore.
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
È stata una bellissima opportunità, con anche degli ottimi risultati, un grazie speciale anche a loro.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Generalmente cerco di raccontarmi, cercando di non farlo in maniera fine a se stessa ma provando a raccontare qualcosa che la gente possa empatizzare, una sorta di tentativo di “stare accanto”, virtualmente, a chi vive, ha vissuto o vivrà situazioni simili alle mie.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Ho iniziato a pubblicare molto presto, seppur i primi lavori, almeno fino al 2021, fossero solamente delle demo, penso sia stata tutta esperienza, molte cose che ho fatto a 17/18 anni ora le farei in modo totalmente diverso, alcune proprio non le rifarei, ma insomma il miglioramento passa anche da questo, no? Non puoi raggiungere i livelli più alti se prima non passi da quelli più bassi, io credo di avere comunque ancora molto su cui lavorare e migliorare, di avere ancora molte esperienze da fare, soprattutto in ambito live dove si è smosso qualcosa principalmente nell’ultimo anno, prima, vuoi per la pandemia o per altri problemi, non sono riuscito a fare quasi nulla, prossimamente vedremo di compensare 🙂
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso sia estremamente eterogenea, come in qualsiasi periodo storico musicale escono ogni settimana lavori bellissimi come lavori che, per il mio gusto personale, lo sono meno, del resto la maggiore accessibilità nel produrre musica degli ultimi anni ha portato a questo, c’è tantissima varietà, sta poi a chi ascolta scegliere e selezionare, a me ad esempio piace molto cercare piccole perle tra gli emergenti, o comunque fuori dal mainstream.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Come accennavo prima, penso “Le statali” sia abbastanza affine al mio ultimo album “Pinacoteca dei luoghi impossibili”, partirei da quello.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Molto difficile da dire al momento, sarà banale ma fare ciò che mi fa star bene e mi completa trovo sia più che sufficiente, nel mentre magari cercando di lavorare sempre di più su me stesso e di migliorarmi 🙂