Non crediamo di aver fondato un nuovo genere né tantomeno ci attribuiamo una veste passatista: insomma, non facciamo musica per ‘somigliare a’ ma per esprimere la creatività e vivacità del nostro suono, tanto che abbiamo deciso di non imbellire con orpelli il nuovo disco ‘Unfulfilled’ e di presentarlo quanto più vicino alla furia dei nostri live, aiutati magistralmente in questo da Andrea Cola nel suo Stonebridge Studio a Cesena. Le nostre influenze sono da ricercarsi da una parte nel funk e nel jazz, per esempio in ‘Give me some more’, ‘Dead Flesh’,‘Travet’ e ‘Sock it!’ – e dall’altra nelle letture avanguardistiche del rock, come accade in ‘Hyperobjects’, ‘Class of ‘99’, ‘What do you say?’ e ‘Anna’; il tutto è filtrato dal linguaggio del punk che influenza non solo la musica ma anche i testi, tra proclami teorici e racconti, irriverenti e non, di storie di alienazione e di abusi di potere vissuti in prima persona. L’omonima ‘Unfulfilled’ è proposta come bonus track insieme alla cover – pesantemente rielaborata e arrangiata, tanto da risultare a tutti gli effetti un brano di nostra mano – di Hobo Talks dei Dead Horses (il brano originale dei Dead Horses è stato pubblicato nel 2017 da Maple Death Records). Le due tracce fanno parte di session diverse, live in studio e testimoniano la prima fase noise del gruppo.