Diamo oggi il benvenuto a Lemuri il Visionario , artista poliedrico che sta confermando il suo grande successo nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Niente da dire, condividiamo con piacere l’intervista a Lemuri il Visionario, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, Lemuri il Visionario si aprirà a noi con quelle che sono le esperienze, come con Futuritmi, Giulio De Vita, Verdiana, le collaborazioni, come autore e cantautore , e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Lemuri il Visionario!
Com’è nata la tua passione per la musica?
Stando a quando racconta mia madre, pare che a tre o quattro anni le capitasse spesso di trovarmi sul balcone di casa a cantare a squarciagola “Ho scritto t’amo sulla sabbia” di Franco I e Franco IV applaudito da tutti i vicini divertiti. Quindi molto presto direi.
Cosa significa e com’è nato il personaggio LEMURI IL VISIONARIO?
Lemuri è un soprannome che mi è stato dato da adolescente quando facevo parte di un movimento di gruppi new wave a Pordenone noto all’epoca come Great Complotto. In realtà con il tempo mi sono documentato ed ho scoperto che questo nome appartiene al mito di Atlantide ed anche che, per gli antichi romani,i Lemuri erano gli spiriti dei defunti. Quindi era il nome perfetto per il mio alter ego visionario. Alcuni anni fainfatti, ispirato dall’idea di recuperare il concetto di concept album, mi sono letteralmente chiuso in una stanza per sei mesi ed ho dato vita alla storio di uno strano musicista che incarnava tutti i miei sogni più profondi. Lemuri quindi, è nato prima come romanzo e poi man mano è diventato, un concerto, un’opera pop ed un eroe dei fumetti.
“Niente da dire” è il tuo nuovo singolo, com’è stato concepito?
La canzone testo e musica è nata di getto, in un paio d’ore, contrariamente al mio usuale metodo creativo che è invece molto più lungo e riflessivo. In quei momenti stavo pensando che tutte le emozioni più intense, quelle che segnano profondamente la nostra vita, sono difficili da raccontare attraverso le parole. La vita stessa, almeno la parte che ci tocca con intensità, può essere soltanto guardata con meraviglia e stupore. Quest’idea mi ha emozionato e si è trasformata in questa canzone.
E com’è nato il suo videoclip?
Ho avuto occasione di vivere per un periodo a Budapeste ho trovato l’atmosfera che pervade quell’altera città veramente fiabesca. Quindi era uno scenario che si adattava perfettamente all’atmosfera di “Niente da dire”. Io, il regista e la troupe abbiamo girato per due giorni camminando per Budapest e non abbiamo dovuto fare altro che lasciarci trasportare delle ispirazioni che nascevano spontaneamente momento per momento.
È in cantiere l’album “Viaggio al centro di un cuore Blu”, qualche anticipazione?
L’album uscirà ad aprile è sarà composto da 12 brani originali più la cover di una canzone di Piero Ciampi che ho sempre amato e che si chiama “Ha tutte le carte in regola”. Sono molto soddisfatto della scrittura e degli arrangiamenti. Ho avuto la fortuna di lavorare con bravissimi musicisti che mi accompagnano da molto tempo come Max Minoia, Stefano Tedeschi e Primiano Di Biase oltre ad altri graditi ospiti.
Abbiamo usato poche programmazioni, privilegiando l’uso di strumenti suonati dal vivo. È sicuramente un disco “controcorrente” di cui vado molto fiero e che non vedo l’ora di far ascoltare al pubblico.
Com’è stato il tuo percorso dall’esordio ad oggi?
Direi lungo ed intenso. Ho cominciato con una rock band di Pordenone che si chiamava Futuritmi insieme a Davide Toffolo (attuale cantante e leader dei Tre Allegri Ragazzi Morti) e a Gianmaria Accusani (creatore dei Prozac +). Poi mi sono trasferito a Milano ed ho cominciato la mia attività di autore e cantautore. Tra gli episodi da ricordare maggiormente ci sono il quarto posto a Sanremo come autore della canzone “Chi sei non lo so” interpretata da una giovanissima Verdiana e l’esperienza da cantante solista nella canzone di Haiducii “Dragostea Din Tei”, successo dance internazionale in lingua rumena. Poi, dopo essere andato a vivere a Roma,molte esperienze teatrali. Alla fine tutte queste esperienze sono confluite nell’idea di Lemuri il Visionario che ha assorbito la gran parte delle mie energie negli ultimi anni.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Ricordo ancora benissimo la prima volta in cui presi tra le mani con curiosità i vinili di “Genesis live” e “Ziggy Stardust”. Ecco, se devo fare il nome di due artisti che mi hanno influenzato devo subito dire Peter Gabriel e David Bowie.
E per quanto riguarda le tue collaborazioni musicali o la tua collaborazione con Giulio De Vita?
A Giulio capitò tra le mani il manoscritto del mio romanzo sulla nascita di Lemuri il Visionario. Ne rimase affascinato e mi cercò. Da quel momento in poi per me, che sono sempre stato un grande appassionato di fumetti, cominciò un’avventura piena di meraviglia. Guardare i miei sogni diventare realtà attraverso i suoi disegni fuun’esperienza che è impossibile da raccontare a parole. Niente da dire insomma. Ciò che si può dire è che al momento è in cantiere una Graphic Novel per il mercato francese e che i magici disegni di Giulio fanno parte da anni dei miei concerti e dei miei spettacoli sotto forma di scenografia in movimento.
Ci sono dei contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Direi che comunicare le mie idee più profonde attraverso le canzoni è per me imprescindibile. Questo disco si chiama “Viaggio al centro di un cuore blu” perché vuole raccontare il viaggio che ho fatto all’interno di me stesso attraverso il mezzo magico che è la musica. Vorrei far riscoprire e rivalutare un sentimento molto prezioso che si chiama malinconia. La malinconia viene spesso confusa con la tristezza ma si tratta di un sentimento al contrario molto positivo e profondo che pervade la nostra vita e che è stato motore creativo di tutte le più importanti opere d’arte della nostra storia. C’è un brano, nell’album in uscita, che si chiama “Malinconia rivoluzionaria”. Sarà il prossimo singolo ed il prossimo videoclip. Ecco, in quest’epoca pervasa di economia e materialismo vorrei lanciare questo slogan: la malinconia è rivoluzionaria!
Parliamo delle esperienze di live, concerti e concorsi che ami ricordare
Ce ne sono molte per fortuna, ma non potendo citarle tutte, d’istinto mi vengono in mente due spettacoli ad Angoulême nel corso del festival internazionale del fumetto in Francia e la performance a Musicultura nel teatro Lauro Rossi di Macerata nel febbraio 2020 appena prima dello scoppio della pandemia in Italia.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
A dispetto di ciò che troppo spesso sento dire, ho sempre trovato interessante la scena musicale italiana. Forse, una cosa che cambierei, sarebbe trasformare il festival di Sanremo in un format dove la musica è veramente l’aspetto centrale della kermesse invece di dare così tanto spazio al varietà e al costume.
Oltre al lavoro in promozione quale altro tuo brano ci consigli di ascoltare?
Beh… sul mio canale YouTube, nella sezione video ufficiali, si possono trovare tre brani che contengonotutta la filosofia di Lemuri. Si chiamano “Dolcipromesse”, “Don Chisciotte” e “Cose inutili”.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Sono abituato da sempre a passare giornate intere nel mio eremo casalingo in compagnia dei miei sogni e della musica. Quindi, almeno per il primo periodo di lock down, non ho avvertito grandi differenze a livello puramente personale. Certo, ho vissuto comunque la grande preoccupazione che ci ha coinvolti tutti comecomunità. In quest’ultimo periodo devo ammettere di cominciare ad essere stanco. La frustrazione di non poter più suonare dal vivo è sempre più forte. Io poi, sono sempre stato un animale notturno, quindi il coprifuoco alle 22 mi toglie lo spazio temporale in cui ho sempre adorato assaporare il mondo.
Che programmi futuri hai?
Ho da poco cominciato una bella collaborazione con David Bonato della Vrec Music Label e quindi dopo il singolo e l’album, insieme contiamo di promuovere queste canzoni con concerti e spettacoli quando sarà nuovamente possibile farlo. Nel frattempo, grazie alla Vrec stessa, il mio produttore Roberto Manfredi e all’ufficio stampa safe&SOUND ci daremo da fare per raccontare la storia e le canzoni di Lemuri il Visionario attraverso il web, la stampa e nuovi videoclip.