Accogliamo calorosamente e spalanchiamo le nostre curiose orecchie a Paolo Motta, also-known-as ‘900, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro DOLORE, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a ‘900, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita, ‘900 si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Bellacanzone, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a ‘900!
Com’è nata tua la passione per la musica?
È una domanda difficile. Forse la passione per la musica è nata con me oppure è nata dopo di me, in entrambi i casi non ho ricordi dove non ho interesse per la musica. Addirittura ho una mia foto che mi ritrae da piccolo in una situazione di cui non ricordo nulla, non saprei neanche ripescare il periodo. Forse avevo 3 anni ed ero in mezzo a una sala con attorno a me dei musicisti che suonavano e mi guardavano; io ero totalmente preso da quella situazione a tal punto che ballavo al suono dei loro strumenti e loro erano chiaramente divertiti dal vedere un bambino divertirsi così tanto al suono di strumenti suonati dal vivo.
“‘900” vogliamo sapere di più dei tuoi superpoteri…!
In realtà non l’ho detto mai a nessuno, ma sono Superman!
Si Scherza, diciamo che un buon orecchio sicuramente è già un fedele compagno di viaggio nel mondo della musica, sin da piccolo mi è stato fatto notare che avevo quello che viene definito un orecchio assoluto, infatti ho sempre mi è risultato sempre molto facile e istintivo imparare ad orecchio melodie e armonie delle canzoni tant’è che il mio primo esperimento “ufficiale” su uno strumento è stato al pianoforte cercando di imitare le canzoni che suonavano mio fratello maggiore e mio padre. Questo unito al mio interesse spasmodico per la musica tanto da fare fatica a resistere alla visione di un qualsiasi oggetto crei suono e il gioco è fatto.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di VIAGGIARE?
Diciamo che ogni canzone è a sè; Viaggiare è nata prima come una sensazione, sensazione di mare, di estate e da lì gli accordi e poi il testo che quasi doveva accompagnare e amplificare quel suono di estate che si stava formando. Anche la mia voce si è subito adeguata a questo mood tant’è che il carattere vocale lo definirei a tratti quasi “acquoso” se capite cosa intendo.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Assolutamente sì, potete trovarlo sul mio canale YouTube!
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Certamente, sto lavorando ad altri brani che usciranno a breve anzi proprio mentre vi scrivo stiamo ultimando l’uscita del prossimo brano che si intitolerà “Dolore” e sarà su tutte le piattaforme – video compreso – l’11 Settembre.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
Per ora in salita, ma ho vissuto anche molte discese. Diciamo che nel mio percorso di peripezie ce ne sono state penso anche più di mille! A partire dall’essere vissuto in Australia per 7 anni sino a vivere momenti di crisi artistica profonda – cose come: “perché faccio questa musica? Che senso ha? Vale veramente la pena?”, però nonostante tutto non mi sono mai fermato, perché in fondo so che quello che sto facendo è di vitale importanza. L’arte è essenziale per la società e per il mondo nonostante abbia dei metodi di retribuzione alquanto discutibili oggi a tal punto da mettere in crisi tutti quegli artisti come me non sono legati a enormi multinazionali discografiche. Come si direbbe in inglese “Earth” without “art” is just “eh” pertanto non smetterò mai di fare arte in qualsiasi forma essa sia.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Ho vissuto vari periodi musicali. Sicuramente però i grandi compositori mi hanno accompagnato sempre sin da piccolo: Morricone, Chopin, Beethoven, Yann Tiersen parlando di influenze più classiche. Soprattutto Beethoven mi affascina perché ogniqualvolta che ho riacceso la radio dopo aver ascoltato una sua sinfonia mi sembrava di ascoltare spazzatura. Provate e poi fatemi sapere.
Parlando di generi più attuali sono un amante del pop-rock: adoro i Coldplay a cui artisticamente devo molto, i Foo Fighters, One Republic, Imagine Dragons e poi mi piacciono molto anche alcuni artisti rock australiani come i Powderfinger, Evermore, Jet che sono artisti poco conosciuti in Europa, ma in Australia sono al livello dei nostri grandi artisti nazionali.
Poi diciamo che sono sempre stato un po’ un Guitar Hero in fondo in fondo e quindi sono cresciuto a pane e Steve Vai, Van Halen, Paul Gilbert ho avuto i capelli lunghi, insomma ho fatto le mie esperienze.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Ho lavorato e lavoro tutt’ora in TV per il programma di Amici come corista, quindi con Irama, Tish, Giordana Angi e molti altri ragazzi della scuola, poi ho suonato con “Il Volo” in qualità di violinista e ho collaborato in alcuni progetti di Claudio Cera concorrente di X-Factor e The Voice. Quest’anno mi è capitata una divertente collaborazione con Umberto e Damiano comici di Radio Globo per una canzone che ho scritto per loro che ironizzava su Sanremo; è stato divertente.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Mi piace definirmi un Edutainer, un infotainer, pertanto per me arte deve essere espressione di qualcosa che non c’è, ma è reale che deve essere espresso. Infatti spesso mi è capitato di affrontare temi importanti nei miei brani. A volte ho dato anche libero sfogo alla leggerezza. Non mi piace essere trasgressivo solo per attirare attenzione, lo trovo sminuente per il potere che l’arte ha e soprattutto non mi piace far perdere tempo alle persone. Voglio esprimere il bello, ciò che non si raggiunge a parole o con la realtà. Poi se un tema che decido di affrontare può risultare “trasgressivo” è un altro discorso.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Ho avuto la fortuna di suonare dal vivo in posti veramente prestigiosi. Tra i tanti ricordo con piacere Palazzo Braschi, il Campidoglio – dove ho suonato per il sindaco di Roma -, Bandiera Gialla di Rimini, il Palladium di Roma, Villa Ada, Eutropia, L’auditorium. Bellissime esperienze sono state anche quelle di suonare in prestigiosi locali come l’Alexander Platz, Contestaccio, Lian e molti altri locali. Ci sono alcuni posti che sono delle vere perle sonore, il suono che ne esce da un locale non è lo stesso di un grande concerto, ha un suo fascino.
Ho partecipato a vari concorsi, tra cui recentemente alla XIX edizione di “Io Canto” dove sono arrivato primo classificato. Sono stato vincitore anche al Museum social club organizzato da Zétema insieme al Comune di Roma e sono arrivato 4° al premio Musicoff del 2014 come chitarrista solista. Poi ne ho fatti altri da giovanissimo, ma non voglio dilungarmi troppo.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che i veri artisti di oggi sono quelli che non fanno i numeri, ma che suonano, fanno concerti, scrivono. Tralasciando le grandi etichette che sono un’ecosistema a parte in grado di essere presenti ovunque e comunque chi cerca di emergere oggi è vittima dell’era degli algoritmi, delle statistiche, delle views. Troppi artisti sono incredibilmente talentuosi, ma considerati di poco conto, nascosti da un incredibile frastuono fatto da strilloni in grado di attirare attenzione meglio di loro su internet. Ho visto grandi talenti ottenere poco più di una manciata di views solo perché non in grado di gestire al meglio i loro social. L’artista non è un generatore di attenzione, l’artista è un generatore di arte e deve rimanere tale. Anche le etichette vedono solo le statistiche, non sono in grado di percepire del talento in qualcuno se non attraverso i numeri. Insegniamo alle nuove generazioni a non guardare i numeri e ad ascoltare i dischi. Quando io cercavo nuova musica chiedevo sui forum, mi facevo prestare dischi, ascoltavo la radio, mi facevo consigliare da persone reali. Solo dopo averlo ascoltato a fondo potevo dire se non mi piaceva. Oggi ci facciamo consigliare tutto da un algoritmo e se vediamo che ha poche views neanche lo prendiamo in considerazione. Stiamo diventando degli individui plasmati da algoritmi.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Di miei brani vi consiglio sicuramente “Viaggio al centro della terra” una bellissima storia di come un bambino vede l’atto della sua nascita – anche qui dare parola a chi parole non ne ha – e poi anche i miei brani strumentali pianistici che sono degli ottimi accompagnamenti di sottofondo come “Under the rain”, “Epitaffio per Amedeo”.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Cerco di viverla al meglio. Inizio a non sopportare più le mascherine – sarà il caldo – però faccio tutto con le dovute precauzioni per il bene mio e degli altri. Sicuramente il non poter suonare dal vivo per un anno è stato difficilissimo.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Come dicevo prima il mio prossimo brano “Dolore” uscirà l’11 settembre in onore del 20mo della memoria delle torri gemelle. Successivamente sto preparando alcune interessanti collaborazioni con altri artisti e altri miei brani inediti che andranno a concludere il primo disco! Non vedo l’ora di farveli sentire.