Con grande riconoscenza diamo il benvenuto a Francesco Truncellito, also-known-as TRUNCHELL, ETC, artista poliedrico che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro EMILY NORTON, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a TRUNCHELL, ETC, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, TRUNCHELL, ETC si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Music & Media Press, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a TRUNCHELL, ETC!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Ho approcciato al mondo della musica grazie a mio padre. Da quando ero piccolo mi ha fatto avvicinare al rock anni ’80 e ’90, poco dopo c’è stato mio zio che, invece, ha rincarato la dose facendomi appassionare al metal e a tutte le sue sfaccettature.
Usa tre aggettivi (e perchè) per descrivere “TRUNCHELL, ETC.” e il suo personaggio,…
Trunchell, Etc. è l’estremizzazione di Francesco. Il primo aggettivo è sicuramente “EGOCENTRICO”, il mio personaggio è la rinascita della mia persona, quindi una presenza che si fa notare. “ECLETTICO”, perché sono un sostenitore della via di mezzo. Tendo a prendere più posizioni e cercare di perseguire più strade, ma senza perdere lo spirito che mi contraddistingue. Credo che non esista bianco o nero, tutto è contaminato e per questo ognuno di noi muta in base alla situazione che deve affrontare. Per ultimo direi “DISTOPICO”, che acquisisce un’eccezione quasi metaforica. Il mio nome d’arte deriva da uno scenario post apocalittico del mondo, un futuro distopico ma brutalmente attuale.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro EMILY NORTON?
“Emily Norton”, proprio come il mio personaggio, è nato da un incontro con un male interiore e da uno scontro con me stesso. Volevo essere conciso, ma allo stesso tempo lasciare spunti di riflessione. Credo che l’artista non debba raccontare tutto, ma lasciare che sia l’ascoltatore a trarre una conclusione e scegliere la propria strada. Avevo intenzione di raccontare un male, facendolo reincarnare in una donna. Ecco cos’è Emily Norton.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Sì, il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Pasquale Giannelli e disponibile su YouTube.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Sto già lavorando al mio primo album, che sicuramente conterrà “Emily Norton”. Abbraccerà più generi musicali e sarà diretto ad un pubblico molto più ampio. Posso preannunciare che gli elementi principali del lavoro saranno il veleno e la rinascita personale. Proprio per questo tutto ruoterà intorno al numero 9, unico numero i cui multipli si riducono a esso stesso.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
Il mio percorso artistico in ambito musicale prende il via più o meno nel 2011, quando inizio a suonare la batteria in diverse band rock. Da lì i primi live, i primi EP e il primo mini tour, fino al 2017, quando si è sciolta la mia ultima band. Subito dopo la rottura ero molto spaesato e confuso, avevo paura di perdere l’opportunità di fare musica. Proprio in quel periodo, invece, è arrivato Trunchell, Etc. a farmi capire che nulla era finito, anzi, stavamo proprio per iniziare.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Artista a cui devo tanto per avermi dato ispirazione è Marilyn Manson, uno dei miei preferiti a livello internazionale. A farmi approcciare al mondo rap, però, sono stati Nitro e Salmo in un primo momento, poi ho apprezzato parecchio la penna di Axos, Claver Gold e Murubutu. Parlando di “Influenze” non posso non citare anche registi che stimo molto a livello artistico e che mi hanno accompagnato nella scrittura, come Lars Von Trier, David Lynch, Jodorowsky,…
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Il mio collaboratore fisso, nonché mio grande amico, è Gaedi, che ha curato anche la produzione di Emily Norton. Nell’album che sto preparando c’è anche lo zampino di Elle, produttore del mio scorso singolo “Vivi in pace adesso?” e di un altro produttore. Però non significa che non abbia voglia di condividere il microfono con qualcuno, magari affine al mio personaggio e alla mia musica.
E la collaborazione con Music & Media Press nel lavoro in promozione?
Ci tengo tantissimo a ringraziare Elisa di Music & Media Press e Frank della Red Owl Records che, oltre a fare un ottimo lavoro a livello di stampa e promozionale, mi hanno sempre ascoltato e capito. Hanno messo in primo piano la mia persona, poi il mio personaggio. Per me è fondamentale una connessione umana prima di quella lavorativa, e con loro ho potuto trovarla.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Il mio obbiettivo principale è quello di portare alla riflessione. Questo non significa che non ci sia bisogno di leggerezza, ognuno di noi ne ha bisogno e ne usufruisce in quantità abissali quotidianamente. E’ esattamente questo il problema: la quantità di leggerezza che continuano a propinarci. La curiosità e la riflessione vengono messe in secondo piano ed è proprio ciò che la mia musica vuole risvegliare. Ti incuriosisce una mia citazione? Da dove proviene? Da un film, da un libro, da uno scrittore? Guardalo, leggilo, studialo. Ogni tassello costruisce la tua persona, renditi unico.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
La primissima pubblicazione di Trunchell, Etc. risale al 2018, era un EP. Nessuno si sarebbe aspettato quella pubblicazione, nemmeno io. I primi lavori erano grezzi, sia livello di sound che a livello di voci, ecco perché alcuni dei miei primi lavori sono stati eliminati dagli store digitali in attesa di un remastered. Dal 2018 ho iniziato con i primi live, dagli opening ad artisti noti della scena italiana (Achille Lauro, Guè, Luchè), fino alle prime date esclusivamente mie. Non vedo l’ora di tornare sui palchi.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Da un po’ di anni la scena italiana è ancorata a due generi musicali prevalentemente, ovvero trap e indie. Quasi tutti gli artisti emergenti fanno quello e quasi tutto il pubblico ascolta quello. La maggior parte delle radio propina quei generi musicali e gli ascoltatori che “ricercano” la musica da ascoltare sono una percentuale irrisoria. Forse si sta smuovendo qualcosa ultimamente e spero continui in quella direzione, ci sono infiniti generi musicali e per ogni genere ci sono artisti che lo sanno davvero fare bene. Non esiste musica che possa, a priori, non piacere al pubblico. O meglio, prima di affermarlo bisognerebbe proporlo.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Ci sono tre brani usciti prima di Emily Norton che formano una trilogia. Sono come parole palindrome, hanno significato sia se ascoltati dal primo all’ultimo che dall’ultimo al primo. Sono “Gennaio.”, “Il veneficio del dubbio” e “Vivi in pace adesso?”, ve ne consiglio l’ascolto.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Il periodo del primo lockdown è stato tragico, sia a livello artistico che personale. L’ansia è tornata a farmi visita e non riuscivo a scrivere assolutamente nulla. Un paio di mesi dopo mi sono ripreso e alla grande, ho scritto la maggior parte dei brani che comporranno l’album ed è entrata una nuova persona nella mia vita che mi sta aiutando molto anche a livello artistico. La cosa che mi manca è di certo quella di poter suonare dal vivo, poter proporre nuovi brani e vedere in diretta le reazioni del pubblico. Ma sono sicuro che quando tornerà sarà fantastico.
Progetti a breve e lungo termine?
Quello più certo (si spera) sarà conseguire la laurea in giurisprudenza. A livello musicale, oltre l’album, non ho ancora progetti troppo prossimi.