Con grande piacere diamo il benvenuto a Anna Luppi, artista poliedrica che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Amarene Tour, leggiamo con senso di empatia l’intervista a Anna Luppi, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere, Anna Luppi si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Brainstorming Music,LaPOP,Nacho Toso, le esperienze, come Un espresso en Atocha e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Anna Luppi!
Com’è nata tua la passione per la musica?
È nata quando avevo pochi anni con le prime note sul pianoforte che suonava mia mamma e si è evoluta verso i 10 anni quando il suono del flauto traverso mi ha rapita. Ho poi proseguito con il canto corale e le prime band tra amici del liceo: durante gli anni dell’università, infine, ho iniziato a sentire l’esigenza di scrivere qualcosa di mio.
Descrivi “Anna Luppi” e il suo personaggio, i suoi pregi e i suoi difetti
Un’inguaribile ottimista che non sacrificherebbe tutto per la musica, ma che senza musica non può vivere. Scegli tu qual è il pregio e quale il difetto.
Come è stato concepito l’Amarene Tour?
Per questi ultimi concerti ci siamo sempre focalizzati sulla formazione in duo acustico, ma abbiamo voluto arricchire il suono e renderlo più completo: per questo, oltre a cantare e suonare i flauti, ho inserito tastiere e percussioni, per creare tessiture sonore più complesse insieme alla chitarra e ai loop di Massimo Minotti.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
L’unica grande peripezia, a mio avviso, è tenere viva la fiammella del tuo progetto artistico proteggendola dagli assalti della vita quotidiana, armonizzarla con le incombenze e le responsabilità che ciascuno di noi ha verso le persone che ama. E anche farla sopravvivere ad una pandemia, tra l’altro!
Quali sono le tue influenze artistiche?
Adoro i cantautori italiani classici, come De André, Dalla e De Gregori, e ascolto molta musica spagnola: nelle mie playlist non mancano Joaquín Sabina, Carmen París, con cui ho avuto l’onore di cantare, Rozalén, Pau Donés, Pedro Pastor e tanti altri. Anche l’indie italiano, storico e recente, è per me musica di grandissimo valore.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Adoro collaborare con altri artisti e artiste, tutto il mio progetto Amarene contiene duetti con cantautori e cantautrici che stimo: Elisa Erin Bonomo, Domenico Imperato, Veronica Marchi e Olden. Alla straordinaria collaborazione con Carmen París ho già accennato. Ci sono poi tutti i musicisti che danno vita alle mie idee musicali: per me la musica è condivisione e contaminazione.
E le collaborazioni con Brainstorming Music, LaPOP e Nacho Toso?
Brainstorming e La Pop seguono la mia musica con amore e passione e sono fondamentali per darle valore, non smetterò mai di ringraziarli. La collaborazione con Nacho Toso nasce da un incontro casuale di qualche anno fa in un club di Madrid e ha portato fino al featuring di Justo a tiempo: con Nacho ci sentiamo spesso e confrontiamo le rispettive situazioni, musicali e non, e sono sicura che in futuro collaboreremo ancora.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Mi appassiona soprattutto sostenere i diritti umani, mi ritengo una femminista: in questi giorni il mio video Feministas con Tacones ha superato le 225k views su YouTube e ne sono felicissima, perché vuol dire che il messaggio di libertà e emancipazione femminile di quel testo corre veloce e sta arrivando a un sacco di persone.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi come Un espresso en Atocha?
Cerco sempre di dare il meglio di me in quello che faccio: Un espresso en Atocha è il frutto nato dall’essere stata selezionata da SIAE come uno dei migliori progetti italiani under 35 da promuovere all’estero ed è stato un grande onore, una grande responsabilità e un’immensa soddisfazione. Tante soddisfazioni mi sono arrivate in effetti anche dai concorsi: sabato 11 dicembre sarò al Premio Città di Quiliano come vincitrice uscente e avrò l’onore di condividere il palco con artisti del calibro di Vasco Brondi e Mauro Ermanno Giovanardi: sono entrambi artisti che amo e non mi sembra vero di essere sul loro stesso palco. Non vedo l’ora!
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che ogni cambiamento parta da ogni singola persona e credo che tutti noi artisti ci dovremmo vedere meno in competizione tra di noi.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Vi consiglio Nascono Soli degli Idramante, il mio primo gruppo: è praticamente la prima canzone che ho scritto, l’inizio del mio percorso musicale.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
La vivo come una grande prova di forza, che sta mettendo in difficoltà tante persone, e al tempo stesso la vivo come un’opportunità di cambiamento personale; spero però che finisca al più presto, perché sono addolorata per i solchi che si stanno scavando tra persone, anche amiche, a causa delle diverse implicazioni dovute alla pandemia.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
La vita mi ha già dato tantissimo, sia dal punto di vista musicale che personale. Mi sento semplicemente pronta ad accettare con gratitudine ogni altra cosa essa vorrà darmi