Fuori dal 12 settembre “Deià”, il nuovo singolo dei mondocane!. Il brano sarà presentato in esclusiva al festival Manietudo di Finale Ligure. Il pezzo è un anticipo di quello che sarà il loro secondo EP, in uscita in autunno.

“Deià” ha avuto una genesi più complessa di altri brani, ma se ne esce seguendo lo stile unico e inconfondibile del duo. Una canzone che sa mescolare un’anima indie a un suono elettronico, a tratti malinconico e introspettivo. Si tratta di un brano che vuole farci guardare dentro. Non ci dà soluzioni, ci fa riflettere come ognuno di noi meglio crede.
“Deià è una canzone che abbiamo deciso di aspettare. Al momento di registrarla ci sembrava fosse incompiuta e l’abbiamo lasciata decantare. Mancava qualcosa, ci sfuggiva che cosa ma sapevamo che avremmo potuto sprecarne la potenzialità.
L’abbiamo lasciata li, ogni tanto la guardavamo, ci piaceva ma abbiamo aspettato. Poi siamo entrati in studio con altri progetti e mentre lavoravamo abbiamo capito che era il suo momento. L’abbiamo registrata, di getto, d’istinto, guardandola nel cuore da una nuova prospettiva e si è trasformata diventando quello che desideravamo.
Deià, come tutte le nostre canzoni, non narra una storia ma è una successione di scatti che evocano sensazioni. La fuga, trovare se stessi altrove, in un luogo vero o immaginato, dove si possa perdere davvero un’identità che si è fatta pesante e indossarne un’altra.
Il brano racconta il perdersi, il ritrovarsi, il nascondersi, racconta il ricominciare, lasciarsi condurre dalle pulsazioni, dalle luci, racconta incontri opachi e frettolosi. Deià è settembre, il mese in cui abbiamo capito dovesse uscire perché è la fine dell’estate. La fine di una festa che però ha ancora qualche nota da suonare mentre il sole tramonta e lo si può guardare andare giù in un tuffo rosso sangue“, così i mondocane! descrivono il loro brano.
Deià è scritta e suonata da mondocane! Aka Luca Bassano e Davide Bertagna ma vive anche grazie agli usuali compagni di viaggio: Paolo “Doctor M.” Mirabelli, che fa pulsare il basso e David Campanini, che conferisce un’identità ancora più precisa al suono.