Straordinaria e interessante intervista oggi a Tato, artista poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Origami, pubblichiamo con gratitudine l’intervista a Tato, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere, Tato ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Tato!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Sono cresciuto ascoltando tutti i generi musicali e ho studiato pianoforte per anni, fin da bambino. Durante questo periodo, grazie alla mia insegnante, mi sono avvicinato anche al canto. Parte integrante delle lezioni di pianoforte era il solfeggio cantato, durante il quale bisognava intonare delle note presenti su uno spartito musicale. Dopo qualche mese, ho partecipato ai provini per entrare a far parte del coro del teatro della mia città, Avellino, e sono stato ammesso. Da quel momento tutto è cambiato, con il coro ho partecipato a programmi televisivi sulla Rai e ad eventi di rilevanza nazionale. Sono entrato in contatto con questo mondo e ne sono rimasto affascinato. Il potere comunicativo della musica, ovvero quello di unire persone di età e culture diverse, mi ha stupito e non ne ho potuto più fare a meno.
Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è Tato e il suo personaggio?
Provo a far corrispondere la mia vera natura con il personaggio. Tato sono io, le mie emozioni ed i miei pensieri sulla vita, che provo a comunicare agli altri attraverso la musica.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Origami?
Origami nasce dall’incontro con i miei coetanei e dalle conversazioni che, nel quotidiano, mi trovo ad affrontare con loro. È un brano che parla del mio modo alternativo di guardare alle difficoltà, facendone bellezza e cogliendo gli insegnamenti che da esse derivano.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Sì, è stato realizzato un Visual Video ad hoc in bianco e nero per far sì che le immagini non distraggano troppo dall’ascolto del testo. L’attenzione è posta sul tono malinconico della canzone, dato dal pianoforte e dalla tematica del brano.
Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?
Ho tanti progetti e brani nel cassetto! Seguite i prossimi singoli e poi chissà, magari tra non molto tempo uscirà un album che li conterrà tutti!
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Mi sono affacciato al mercato discografico ad aprile di quest’anno con la pubblicazione di “It’s up to you”, il mio primo singolo disponibile su tutte le piattaforme. Il mercato discografico è ovviamente basato sulla musica, ma si concentra molto anche sul mondo dei social, del marketing e della pubblicità. Di questi ultimi cerco di apprendere qualcosa ogni giorno, in modo da far arrivare i miei brani a quante più persone possibili.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Attraverso la mia musica provo ad affrontare, con un approccio critico, i problemi della quotidianità. L’obiettivo è quello di portare gli ascoltatori a soffermarsi su queste tematiche e a trovare una soluzione che possa migliorare, seppur in minima parte, il modo che ciascuno ha di fronteggiare le circostanze meno piacevoli della vita.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Come ho detto anche prima, il mio percorso da solista è iniziato da poco. Oltre ad “Origami”, ho pubblicato altri due singoli dai titoli “It’s up to you”, uscito il 25 aprile 2025 e “Meta orientale” uscito il 27 giugno 2025. Le mie esperienze live risalgono per lo più al periodo del coro, con il quale ho preso parte ad una cinquantina di concerti live, tra cui programmi televisivi ed esperienze di rilievo nazionale.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La scena musicale italiana odierna, secondo me, si compone di pochi artisti che trattano temi profondi. Molti brani si focalizzano su aspetti superficiali che non lasciano spazio ad un’interpretazione più intima. Ecco, questo è quello che migliorerei: farei più attenzione ai testi per far ritornare la musica al centro del pensiero critico degli ascoltatori, indipendentemente dal genere di riferimento.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Come ho già detto precedentemente, ho all’attivo altri due brani sulle piattaforme digitali che, ovviamente, vi consiglio di ascoltare!
Progetti a breve e lungo termine?
Ho tanti brani che non vedo l’ora di farvi ascoltare! Il 2026 sarà segnato da pubblicazioni a cui tengo molto e spero vi piacciano!