Con grande riconoscenza diamo il benvenuto a Antonio Morelli, al secolo McFly, artista poliedrico che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Updown, approfondiamo con riconoscenza l’intervista a Antonio Morelli, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita, Antonio Morelli ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Brainstorming Music,Marco Semilia,LunaParx, le esperienze, come Accademia Musicale Lizard,Fuori il Blizzard,Sound My Way, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a Antonio Morelli!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Ciao e grazie per l’intervista! Ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica a 16 anni prendendo le prime lezioni di chitarra. Quasi subito mi sono appassionato alla composizione e nel corso degli anni ho avuto modo di approfondire ed entrare nell’ambiente sia a livello personale che con i Baryonyx. Adesso non potrei farne a meno è parte di me.
Cosa significa e com’è nato il nome “McFly” e il suo personaggio, il suo sound?
Intorno al 2010 in molti mi accostavano al personaggio Marty McFly di Ritorno al Futuro, un po’ per la mia somiglianza col personaggio, ma soprattutto perché anche lui suona la chitarra. Con il tempo il mio sound si è definito sempre di più verso la musica elettronica lasciando il più possibile spazio ai riff di chitarra.
Come è stato concepito il lavoro Updown?
Come anche per altre mie canzoni sono partito dalla componente ritmica basso e batteria. La chiave è stata trovare il mood elettronico del ritornello: è malinconico ed energico al tempo stesso. Inoltre la vera novità è stata inserire alcune strofe di voce che hanno sicuramente dato la svolta alla canzone.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Ho deciso da un po’ di tempo di non puntare sul classico videoclip musicale ma piuttosto di creare dei brevi video da massimo 1 minuto. Questo un po’ per ottimizzare il tempo ma soprattutto per rimanere in linea con le nuove piattaforme come TikTok o Instagram.
È prevista l’uscita di un disco?
Sicuramente è tra i miei obiettivi soprattutto perché credo che un album segni anche il punto di arrivo a cui puntare. Diversamente da quanto fatto finora vorrei prima far uscire qualche singolo e poi andare direttamente all’LP.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Senz’altro è stato un bel percorso, fatto di alti e bassi ovviamente, ma senza dubbio posso dire di essermi levato delle belle soddisfazioni. Dal punto di vista della produzione da quando ho deciso di lasciarmi andare e non legarmi più ai vincoli canonici delle canzoni “indie pop” mi sento più libero. Inoltre fare la musica che mi piace mi dà anche soddisfazione. Spero che questa fase duri il più possibile.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Le mie influenze principali sono state il punk e lo ska-punk ma poi nel tempo mi sono avvicinato anche al britpop con gli Oasis, all’hip hop con Caparezza o gli Articolo 31, all’hard rock e al metal. Inoltre un altro grande artista che mi ha influenzato è stato Carlos Santana sia per la chitarra ma anche per i giochi di percussioni: forse lui più di tutti mi ha fatto capire in che direzione volevo andare come produzione personale.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Nel mio percorso artistico ho avuto il piacere di collaborare con molti artisti e credo fortemente che la collaborazione sia la chiave per evolvere e supportarsi a vicenda. Attualmente sto collaborando con i miei amici Andrea Favoriti (in arte Mr.Favo) e Marco Semilia (in arte Marclo) che hanno fondato il duo musicale hip hop “LunaParx”. Siamo un bel team spero che la nostra collaborazione ci porti lontano.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Prima di tutto mi piacerebbe trasmettere un’emozione o in qualche modo una sensazione. Non è semplice perché il linguaggio della musica facilmente può cadere nel banale o nel già sentito. Il primo obiettivo che cerco sempre di raggiungere è quello di rimanere il più possibile originale.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Provo sentimenti contrapposti. L’aspetto positivo è che, come ogni forma d’arte, anche nella musica noi italiani siamo pieni di inventiva e ci sono tanti bei progetti validi ed originali. La nota dolente è forse un po’ la scena “mainstream” che negli ultimi anni mi sembra un po’ peggiorata dal punto di vista artistico. Spero di ricredermi prossimamente, ne sarei più che felice.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Il mio ultimo singolo riprende un po’ il filone finale dell’album Sound My Way che ho pubblicato prima di Updown. In generale vi consiglierei di ascoltare dell’album Sound My Way i brani “Irish Soul”, “The Sunrise” e “Conga Jazz”. Questi ultimi due sono più vicini al chill out e al jazz però ho visto che dopo “Irish Soul” sono i brani più apprezzati del disco.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Senza dubbio è stato un periodo difficile soprattutto dal punto di vista umano. Mi reputo una persona socievole e mi piace stare in compagnia quindi il lockdown un po’ l’ho subito. Dal punto di vista musicale paradossalmente è stato un periodo molto produttivo perché sono riuscito a concludere il mio album e a iniziare a lavorare al suo seguito. Tutto sommato sotto questo aspetto poteva andare molto peggio.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Come ti anticipavo prima sto già lavorando ai prossimi brani e ho già qualcosa in cantiere. Lo stile dovrebbe restare quello del mio ultimo singolo “Updown” ma mi lascio aperto a tutto.