I Flexus festeggiano vent’anni di carriera con “Le Orchestre Non Suonano Più”, titolo del nuovo album e del concerto di sabato 18 dicembre al Teatro Comunale di Carpi di Modena, alle ore 21:00. Il concerto sarà un viaggio nelle canzoni del nuovo disco, frutto di più di un anno di lavoro e nel repertorio storico della band carpigiana, per un evento unico che vedrà la partecipazione di alcuni ospiti speciali. I Flexus presenteranno il singolo “E Allora Tu”, da alcuni giorni in rotazione nelle radio italiane. Storie piccole e grandi, romantiche e ironiche, che toccano temi sociali e vita quotidiana. Un mondo musicale dal taglio spesso cinematografico, a tratti felliniano, tinto di sfumature rock, pop, folk ed acustiche, mantenendo un forte legame con la miglior tradizione della canzone d’autore italiana. Il concerto per l’occasione sarà arricchito da visual e foto che ne amplificheranno l’impatto emotivo. I Flexus sono Gianluca Magnani (voce e chitarre), Daniele Brignone (basso e cori), Enrico Sartori (batteria e cori) con Davide Vicari (pianoforte, synth e sassofoni) e Elde Lini (violoncello).
I biglietti per il concerto sono disponibili su VivaTicket. (clicca e vai alla pagina)
IL NUOVO VIDEO DI ‘DANCING LA PLAYA’
Le sorprese non finiscono per il festeggiamento di questo traguardo in grande stile. Sui canali social del Flexus da questa settimana è pubblico il nuovo videoclip di ‘Dancing La Playa’, scritto e diretto da Stefano Cenci con la collaborazione artistica di Chiara Davolio e regia di Matteo Luppi.
Il brano, estratto dal più recente album ‘Le Orchestre Non Suonano Più’, racconta di una storia d’amore consumata in una sala da ballo, in una serata emiliana persa nel tempo, dove ormai, appunto, “le orchestre non suonano più”. È il racconto di un amore senza futuro, come senza futuro sembra essere (e ancor più lo è sembrato in questo lungo periodo di chiusura degli spettacoli dal vivo) quell’amore ormai presente solo nei nostri ricordi delle serate spensierate, ammassati sotto il palco di un concerto di musica dal vivo, con le anime a contatto, senza paura, senza protezioni, nei teatri, nelle sale da ballo, nelle feste di piazza.
«Il dramma presente, che non ci sembra l’unico responsabile di un decadimento generale verso l’imbarbarimento culturale ma solo l’ultimo atto, ai nostri occhi si è manifestato come il plot di un romanzo distopico, di un racconto dell’orrore» – dichiarano i Flexus – «ed è proprio nei riferimenti all’horror che abbiamo voluto giocare, omaggiando i vari videoclip che l’hanno già fatto in passato, con una band che insegue la sua musa nella sala vuota di una balera, un giorno freddo e desolato. La musa però è infingarda, attira ma non dà consolazione; non vuole artisti al suo seguito, ma facili consumatori e si rivela essere una sanguisuga circondata da uno stuolo di non morti schiamazzanti e bramosi del nostro sangue. Eh si, ci vogliono dissanguati, a terra, non più capaci di reagire, controbattere e ribellarsi. Solo quando saremo tutti allineati alle effimere stelle della vanità e del consumo potremmo prendere parte alla festa, che ci inghiottirà con le sue misere pagine di Storia.».
Ma i Flexus, riusciranno mai a smettere di cantare della bellezza e dell’Amore?