‘Arise, Dan Sartain, Arise’ è l’ultimo album del famigerato troubadour americano, una raccolta di tredici brani vintage surf-rock spiritosi e maliziosi, un ottimo riassunto di tutto ciò che ha reso Dan Sartain il ‘perdente’ preferito degli ultimi due decenni.
Intriso di nero umorismo, con brani come ‘People Throwing Stones in Glass Houses’, ‘Rooster In The Henhouse’ e ‘I Heard Laughting‘, il disco è pungente, giocoso e maledettamente audace. In brani come ‘True Love’ e ‘Fires and Floods’, invece, il crooner mostra i suoi muscoli punk, spingendo le chitarre in territori distorti dalle influenze garage-rock che spaziano tra la fine degli anni ’50 e la fine degli anni ’70, per poi tuffarsi in ballad come ‘Kisses In The Morning‘ e ‘Personal Injury Law‘. In ‘Arise, Dan Sartain, Arise’ le chitarre si intrecciano con colpi d’organo e ritmi tirati.
Originario di Birmingham, Alabama, Dan Sartain attira l'attenzione su di sé nel 2005 con la pubblicazione di 'Dan Sartain Vs The Serpientes', il disco che segna la sua firma con One Little Indepedent Records. Pubblicato l'anno precedente in America, l'album, grazie al passaparola, ottiene un successo inaspettato e Dan intraprende un lungo tour in Europa e UK. Ben Swank dei Soledad Brothers si unisce in tour nel ruolo di batterista. Con la pubblicazione del singolo 'Tryin' To Say' Dan viene invitato al John Kennedy Show su XFM e da Tom Robinson su 6Music, mentre il singolo ottiene un forte appoggio da Steve Lamacq e Zane Lowe. Grande supporto arriva anche dalla critica musicale e dai musicisti. Dan Sartain comincia ad essere conosciuto anche in tutta Europa.
Negli anni l'artista ha deformato i suoi toni di chitarra ispirati al twang degli anni '50 e ha sperimentato con l'elettronica, come in 'Dudesblood' ed in 'Century Plaza', l'album del 2016 che incorpora sintetizzatori e drum machine.
'Arise, Dan Sartain, Arise' rappresenta al meglio un artista anticonformista ed immortale nel suo genere.