PIETRO CUPPONE PRESENTA NOBODY’S HOME, un disco dove la chitarra è protagonista assoluta e ci accompagna attraverso atmosfere suggestive ed intime

PIETRO CUPPONE PRESENTA NOBODY’S HOME, un disco dove la chitarra è protagonista assoluta e ci accompagna attraverso atmosfere suggestive ed intime

PIETRO CUPPONE

presenta

NOBODY’S HOME

Maxy Sound

un’esperienza musicale autentica, dove la chitarra è protagonista in una serie di tracce che spaziano tra atmosfere intime e suggestive, creando un legame emozionale con l’ascoltatore.

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https://open.spotify.com/intl-it/album/0K4icgExaxqKKSl8RSarKb?si=v5q4tCjaR5SCsPLkKtqzlg

Pietro Cuppone è un chitarrista e performer veronese, nato nel novembre del 1990, noto per la sua abilità tecnica e la profondità emotiva nelle sue composizioni. La sua musica unisce influenze che si evolvono nel tempo, ispirate dalle esperienze di vita e dai viaggi, e caratterizzate da melodie evocative e armonie ricercate.

Attualmente impegnato in una intensa attività live a Dubai, Pietro Cuppone si prepara a lanciare il suo primo album solista, un disco strumentale che raccoglie una selezione di brani inediti scritti e interpretati da lui stesso. L’album segna un’importante tappa della sua carriera e testimonia la sua visione artistica più matura e personale, frutto di un lungo processo creativo.

Con questo lavoro, Cuppone vuole offrire un’esperienza musicale autentica, dove la chitarra è protagonista in una serie di tracce che spaziano tra atmosfere intime e suggestive, creando un legame emozionale con l’ascoltatore.

TRACK BY TRACK

MADRIGALE

(originariamente intitolato “Cerco Te”) è un brano che nasce dal profondo desiderio di ritrovare un legame con una spiritualità perduta, ma anche con un amore che sembra sfuggire. La composizione si sviluppa come una preghiera musicale, un’intensa ricerca interiore che cerca di ricostruire quel filo conduttore con se stessi, con il divino e con l’amore che una volta sembrava certo, ma che ora appare distante e sfumato.

Il titolo è stato modificato per esigenze discografiche, ma la sua essenza e il suo significato restano intatti. Un amico, dopo aver ascoltato il brano, lo definì “un madrigale”, probabilmente per le sonorità evocative e le atmosfere intime che la chitarra baritona riesce a creare. Questo strumento, che caratterizza il brano e quasi tutta la tracklist dell’album, conferisce una tonalità profonda e ricca, accentuando la natura riflessiva e meditativa del pezzo, come una melodia che si perde nel tempo e nella memoria, cercando di ritrovare ciò che è stato.

A WALTER

“A WALTER” è un brano strumentale carico di note nostalgiche e di ricordo, dedicato a Walter Pampanin, storico gelataio di Verona, figura amatissima e punto di riferimento per la comunità. La musica cattura l’essenza di un ricordo che sfuma nel tempo, ma che resta indelebile nei cuori di chi ha conosciuto Walter e la sua bottega a gestione familiare.

Il brano evoca un’atmosfera intima e riflessiva, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio che si mescola alla visione del quartiere veronese di notte, così come appare nel video che accompagna la traccia. L’immagine di un gelato che, anziché sciogliersi, si ricrea al contrario, simboleggia l’idea di una memoria che non svanisce, ma che si rigenera continuamente, mantenendo viva la presenza di chi ha segnato un’impronta nella quotidianità della città.

VIDEO UFFICIALE: https://www.youtube.com/watch?v=M3GS06KXxc8&pp=ygUXYSB3YWx0ZXIgcGlldHJvIGN1cHBvbmU%3D

UNA CARICIA PT.1 E PT.2

Sono due brani eseguiti con chitarra classica, che riflettono le influenze musicali più recenti di Pietro Cuppone, ispirati dai suoi ascolti di artisti come Jesse Cook e Vicente Amigo. Questi brani sono anche il risultato della sua esperienza come membro e compositore del gruppo Triomanzana, che gli ha permesso di esplorare sonorità più ricche e variegate.

“Una caricia PT.1” è un brano lento, evocativo e nostalgico, un vero e proprio inno all’amore romantico. Le sue note, delicate e malinconiche, trasportano l’ascoltatore in un mondo di ricordi e riflessioni, dove l’amore appare come un sentimento puro e lontano, ma mai dimenticato. La chitarra classica, con il suo tocco morbido e sognante, diventa il mezzo per raccontare una storia d’amore che sfuma nel tempo, ma che continua a suscitare emozioni profonde.

Al contrario, “Una caricia PT.2” prende una direzione più frenetica e vivace, riflettendo le due facce dell’amore: quella passionale, travolgente, e quella tumultuosa, fatta di conflitti e intensi cambiamenti emotivi. La chitarra qui diventa più incisiva e ritmica, accompagnando un’esplosione di energia che contrasta con la dolcezza del primo brano, dando così voce all’amore nelle sue sfumature più dinamiche e contraddittorie.

BARÇA

“Barça” è un brano nato durante il viaggio di ritorno da un pellegrinaggio nel sud della Spagna, un’esperienza alla scoperta delle origini del flamenco e delle tradizioni culturali andaluse. Tuttavia, “Barça” si arricchisce di influenze e sonorità sudamericane, mescolando le emozioni e i ritmi che hanno segnato il viaggio.

La composizione è stata scritta e interpretata insieme a Davide Crimaldi, chitarrista di Reggio Emilia, noto per la sua straordinaria emotività e virtuosismo. Il duetto di chitarra classica tra i due crea un dialogo intimo e appassionato, dando vita a un brano che unisce eleganza e intensità.

Un elemento fondamentale nella genesi del brano è stato l’incontro con alcuni passeggeri a bordo della nave che riportava Pietro a casa. Le conversazioni, le storie condivise e le diverse esperienze di vita dei compagni di viaggio hanno contribuito a ispirare la composizione, infondendo nel pezzo un senso di riflessione e connessione tra culture diverse. “Barça” diventa così non solo un omaggio alla musica, ma anche una testimonianza della ricchezza di esperienze umane che si intrecciano in un viaggio.

DROWNING IN TEARS

“Drowning in Tears” è l’unico brano dell’album in cui la chitarra elettrica, una Gibson SG dal suono pulito, assume il ruolo di protagonista. Il brano è caratterizzato da un riverbero etereo che evoca un dolce annegamento, non come una condanna, ma come un processo di liberazione emotiva. Il viaggio musicale descritto in “Drowning in Tears” non è quello di una lotta disperata, ma di un abbandono sereno, in cui il tempo sembra dissolversi e l’ascoltatore si lascia andare a una sorta di leggerezza.

La composizione esplora il concetto di “annegare” in modo metaforico: l’annegamento non è una fine tragica, ma un viaggio verso la pace, un’esplorazione dell’assenza di tempo e delle preoccupazioni quotidiane. È un flusso di pensieri che svanisce, una sensazione di liberazione che nasce proprio nel momento in cui ci si lascia andare completamente, senza paura. Il suono della chitarra accompagna questo processo di dissoluzione, avvolgendo l’ascoltatore in una sensazione di sospensione, dove la pace si trova nel fluire stesso, nell’annegare serenamente.

Il brano culmina in una fine tranquilla, come se, nell’acqua limpida in cui ci si lascia andare, si ritrovasse finalmente quella pace tanto desiderata.

IRIS

Nasce come una ninna nanna, composta con l’intento di alleviare la difficoltà di dormire della piccola Iris, prima figlia del mio grande amico fraterno, Marco. Ma “Iris” è anche molto di più: è un inno alla vita, un omaggio alla bellezza della nascita e alla gioia di accogliere una nuova vita nel mondo.

Il brano si sviluppa come una carezza musicale, pensata per cullare e calmare, ma anche per celebrare la vitalità e l’innocenza di una bambina che sta appena iniziando il suo cammino. Le note della chitarra classica, dolci e avvolgenti, creano un’atmosfera protettiva e serena, ma allo stesso tempo vibrano di un’energia positiva che si fa eco del miracolo della vita stessa.

“Iris” è, dunque, una composizione che porta con sé un doppio significato: da un lato, l’intento di donare tranquillità e conforto, dall’altro, una riflessione sulla bellezza e sulla forza della vita, celebrata in ogni singola nota.

SECRETS OF YEREVAN

 

“Secrets of Yerevan” è un brano dedicato alla fine di una storia d’amore mai nata, un amore che non ha avuto la possibilità di consumarsi, ma che ha lasciato dietro di sé amarezza e rimpianto. Esplora il dolore di un sentimento non vissuto pienamente, intriso di segreti nascosti e inconfessabili che non possono essere espressi né condivisi.

Il brano è arricchito dalla partecipazione di Ehab Samir, violoncellista del Cairo, Egitto, la cui sensibilità e maestria aggiungono una profondità emotiva unica alla composizione. Il suono del violoncello di Ehab si fonde perfettamente con la chitarra, creando un dialogo intenso e delicato che amplifica la malinconia e il desiderio di un amore irrealizzato.

Le sonorità mediorientali, che emergono in questo pezzo grazie all’influenza del violoncello e alla struttura melodica, contribuiscono a trasportare l’ascoltatore in un paesaggio emotivo lontano, quasi onirico. Le melodie, a tratti struggenti e sospese, evocano l’atmosfera di una storia d’amore che, pur non essendo mai realizzata, vive nei segreti di una città immaginaria, simbolo di un passato non consumato.

“Secrets of Yerevan” diventa così un’esperienza sonora ricca di riflessioni, in cui la musica racconta la fine di un amore che rimane sospeso tra i ricordi e i segreti, tra Oriente e Occidente, tra desiderio e rimpianto.