Su tutte le piattaforme digitali L’ultimo metrò, il singolo che dà inizio all’avventura da solista di Sandro Cisolla, in arte Turchese. Si tratta della prima tappa di un viaggio colorato di un’unica tinta dalle mille sfumature. Il brano, caratterizzato da sonorità pop lievemente anni ’70 e dalle atmosfere che sembrano rimandare ai vecchi fotoromanzi, vede alla produzione la sapiente mano di Ivan Antonio Rossi, recentemente dietro al mixer di artisti quali Levante, Fast Animals and Slow Kids, I Ministri e Francesco Gabbani.
L’ultimo metrò racconta la relazione di un’attrice sulla cresta dell’onda e un musicista innamorato. L’aspirazione al successo e il vuoto lasciato dal giudicare solo in base all’apparenza della prima, costringerà il secondo a capire di non poter basare il rapporto su sentimenti autentici. Un racconto fermo nel tempo, come un quadro che Turchese dipinge con leggerezza grazie all’abile arma dell’ironia, ma che al contempo getta un’ombra su molte dinamiche che regolano le relazioni ai giorni nostri.
“La scorsa primavera, in un momento in cui eravamo ancora bloccati in casa, mi sono trovato ad affondare nel telefono cellulare più di quanto fossi abituato. Quello che saltava ai miei occhi quotidianamente, e con una forza che mai avevo riscontrato prima, era una spasmodica necessità di emergere attraverso l’apparenza, l’immagine. Mi sembrava l’unica maniera che la gente aveva di comunicare il vuoto che si portava dentro. Tale riflessione ha ispirato quindi questa storia ipotetica tra un musicista e un’attrice, donando una dimensione intima alla solitudine che osservavo attraverso lo schermo del mio telefonino. Sono convinto che le dinamiche confuse che stiamo vivendo oggi, siano innanzitutto figlie di relazioni affettive povere e un po’ tristi. L’Ultimo Metrò è il primo brano di questo nuovo percorso musicale che mi coinvolgerà a tutto tondo e che spero entrerà nel cuore delle persone. Turchese è sempre stato il mio colore preferito sin da bambino, renderlo “mio” in questa nuova avventura mi permette di entrare in contatto con quella parte genuina e sincera che tutti ci portiamo dentro ma che a volte dimentichiamo vivendo la vita dei grandi”, racconta Turchese.