Straordinaria e interessante intervista oggi a Anita Brightfly, artista poliedrica che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Amorevole tu, leggiamo con curiosità l’intervista a Anita Brightfly, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, Anita Brightfly si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Anita Brightfly!
Com’è nata tua la passione per la musica?
La musica mi è sempre piaciuta sin da quando ero molto piccola. Avevo un mangianastri, era uno dei miei oggetti preferiti: era magico, infilavo nella sua “bocca” un disco e lui suonava la mia canzone preferita che ascoltavo anche 10 volte di seguito, andava solo con il vinile a 33 giri. Ricordo due dei miei tormentoni: “Piangi al telefono” di Domenico Modugno e “Noi non ci lasceremo mai” di Wess e Dori Ghezzi, mi piaceva anche la canzone “Angelita” e molte altre: antiche canzoni popolari che si cantano ai bambini. Poi mi piaceva molto Ornella Vanoni che sentivo alla radio. A 9 anni iniziai a guardare i film musical americani degli anni 40 e 50, e così nacque il mio sogno di fare musical. Volevo cantare ballare e recitare, sia al cinema che a teatro. Ero diventata fanatica di una adolescente bella e luminosa dalla voce angelica protagonista di una serie di film che si chiamava Deanna Durbin.
Com’è nato “Anita Brightfly” e il suo personaggio, il suo sound?
Anita è il mio vero nome Brightfly è stato frutto di una riflessione durata nemmeno un’ora, un giorno alla fine del terribile anno 2020. Mi piaceva avere un nome internazionale, anche considerato che Anita è diffuso in tutto il mondo, un nome che evocasse una luce, un percorso luminoso, quindi cosa meglio di un volo?! Il volo richiama un’immagine di libertà e levità, caratteristiche che sono la mia meta nella vita. Il mio personaggio è venuto in maniera spontanea, non costruita né studiata, non è nel mio carattere. Forse c’è un retaggio di quella candida, luminosa cantante di cui parlavo poc’anzi.
Dici il mio “sound”, mi onora questa definizione! beh seguo il mio istinto nel creare le mie canzoni, seguo l’ispirazione del momento, infatti ritengo siano ognuna diversa dall’altra, sia nello stile dell’arrangiamento: questo è pure avvenuto casualmente, sia nel testo poiché ognuno è scaturito in un differente periodo della mia vita e da una diversa esperienza.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Amorevole tu?
Da un incontro a cui sono seguiti molti scontri. Scherzi a parte, davvero è nato da un grande amore vissuto e sofferto per una persona speciale che ho riconosciuto come un’anima affine alla mia. Una storia durata solo 3 anni: periodi intensi alternati a periodi di abbandono da parte sua e sofferenza da parte mia che ero pazzamente presa da lui.
Poi finalmente dopo tanto patire sono riuscita a determinarmi a lasciarlo, dopo appena 2 mesi che ero riuscita a farlo appresi da lui stesso del suo imminente trasferimento all’estero, cosa che mi pesò addosso come un lutto. Avevo avuto il presentimento che per noi sarebbe stata la fine per sempre e così fu. Dopo 5 anni, che si era trasferito è venuto a mancare nell’autunno del ’21 poco dopo il suo cinquantaduesimo compleanno. Per uno strano dono del destino ci eravamo incontrati 2 mesi prima, era venuto in Italia per un breve soggiorno dove aveva lasciato un figlio, e in quell’occasione abbiamo passato dei bei giorni insieme, era come se non ci fossimo mai lasciati, alla fine purtroppo ci siamo salutati molto male, ma poi abbiamo continuato a sentirci fino a che smise di rispondere ai miei messaggi che ogni tanto seguitavo a mandargli poiché il suo whatsapp era ancora collegato e pensavo, conoscendo il suo carattere, che si fosse arrabbiato di qualcosa, dunque mi pareva plausibile questo silenzio e non gli davo troppo peso. Poi a marzo un giorno, per un’assoluta coincidenza, (le coincidenze non sono mai un caso ), venni a sapere da un conoscente comune della sua morte avvenuta mesi addietro. Volli da subito dedicargli una canzone ma non ci riuscii malgrado mi vennero in mente 2 motivi musicali e avevo anche abbozzato il testo ma non mi convinceva.
A giungo di quest’anno, poco prima dell’incontro tanto atteso con l’arrangiatore con il quale volevo sviluppare il mio futuro brano, dal giorno all’indomani mi vennero in mente questi 2 motivi musicali che si abbinavano alla perfezione e quando mi misi al computer il testo sgorgò così! spontaneo e immediato.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Esatto, ho dovuto fare un video anche se ne avrei fatto a meno. So che il videoclip è un importante traino per un brano, soprattutto per una persona come me non ha una fanbase e non è attiva sui social quale sono io.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Non lo so ancora anche se è il mio sogno realizzare un disco. Essendo il primo brano auto prodotto di certo posso inserirlo qualora si creino le premesse per realizzare tale impegnativo e bellissimo progetto.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
È stato di certo sofferto e travagliato, lungo e davvero complesso. Ho avuto a che fare con 2 differenti etichette discografiche.
Non posso dire che siano esperienze formative e del tutto costruttive, anche se ringrazio che comunque sia ci siano state poiché significa che dovevo passarci attraverso. Mi sono servite a rafforzare la mia propensione iniziale di essere io l’artefice e produttrice dei miei progetti: i singoli e i videoclip ad essi correlati.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Non credo di averne se non come retaggio culturale, un risultato mio personale di tutto quello che ho recepito e mi è piaciuto ascoltare nella vita. Non mi ispiro a nessuno in particolare.
Ti posso dire quali artisti o band ho prediletto. Nel panorama internazionale mi è sempre piaciuta Annie Lennox, Amy Whinehouse, Tracy Chapmannn, Tanita Tikaram. I Queen, qualcosa dei Doors, David Bowe e i Beatles soprattutto. Nel panorama italiano i grandi cantautori: De Andrè, Battiato, De Gregori, e le grandi interpreti: Ornella Vanoni e Mina. Mi piace anche Giusy Ferreri, Gianna Nannini, Loredana Bertè, tutte donne forti e fortemente caratterizzate sia dal timbro vocale che dallo stile.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Per ora nessuna non conosco musicisti e non suono alcuno strumento. Ho incontrato un bravissimo arrangiatore con il quale vorrei proseguire nel tempo un rapporto di collaborazione nella realizzazione dei miei futuri brani.
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Sono davvero contenta di avere incontrato questa agenzia che ha già fatto uno straordinario lavoro sul mio brano portandomi a dei risultati davvero insperati. Sono molto grata a tutti loro per questo. Spero di potermi avvalere della loro professionalità anche in futuro.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Non ho un’idea precostituita sui contenuti, quello che voglio davvero è portare una ventata di dinamismo, passione e verità. Voglio trasmettere dei valori di verità senza filtri e ipocrisie nei testi dei miei futuri brani, che debbono partire necessariamente da esperienze vissute. Solo così si trasmette verità e solo così anche altri si potranno ritrovare in ciò che esprimo poiché se ciascuno è un’isola tutti insieme formiamo arcipelaghi e siamo collegati in un modo o nell’altro.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Nulla di tutte queste esperienze si profila all’orizzonte per ora. È un grande lavoro per me avere portato a compimento questo brano e il suo videoclip. Il mio sogno attualmente è di avere più tempo e meno lavoro di altro tipo per potermi dedicare alla creazione dei futuri brani. Ho già molte idee nel cassetto, motivi musicali e anche idee di testi a cui penso da tutta l’estate, ma non potevo ancora scriverli. Per mia esperienza fino a che non esce il nuovo brano non si può scrivere il prossimo, il testo diventerebbe obsoleto. Ogni brano dev’essere tassativamente scritto in seguito alla pubblicazione del precedente.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La scena attualmente non la conosco così bene da poter esprimere un parere. Quello che mi arriva, anche se in maniera parziale da quello che sento passare alle radio, è che c’è tanta musica di tendenza e di scarsa sostanza, sia nelle melodie, se così si possono definire, che nei testi. Ma questo fenomeno si è riscontrato in tutte le epoche della storia dell’umanità. Ciò che va’ di moda non è sempre allineato, anzi di rado, con ciò che resta nel tempo che dunque ha una maggior sostanza e qualità. A me ad esempio non piacciono i brani cantati con l’autotune che pare serva ad una spersonalizzazione della voce che diventa infatti quasi robotica, in linea con l’era della tecnologia che stiamo vivendo che sta divorando le nostre vite, affollati di parole che dovrebbero evocare un qualche significato, ma che, secondo me, esprimono soprattutto il vuoto e lo squallore dati da un assenza di valori vissuti nel profondo, e da cui emerge la distorsione delle giovani generazioni nel pensare che si debba attirare l’attenzione a tutti i costi, non con ciò che si è veramente e che nemmeno sembra venga indagato, ma attraverso l’effimera apparenza e le chimere di una presunta, poiché studiata, originalità.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
“Cuore in Pace” è il mio terzo e penultimo brano.
Progetti a breve e lungo termine?
Nel 2024 se l’arrangiatore del cuore mi assiste voglio pubblicare 3 brani e fare un remix di uno dei miei precedenti che non ha goduto di alcuna promozione da parte di un’agenzia specializzata o di un ufficio stampa. Di fatto questo è il primo dei miei singoli che viene promosso anche perché l’organizzazione di tutta la questione stavolta è dipesa da me e non da altri.