Una passione data già nei primi anni di vita, la giovane e talentuosa Swami si presenta a noi col suo carico di umanità ed entusiasmo. Da chè ne ha memoria ci racconta che <<la musica in realtà mi scorre nelle vene da sempre. Già a 4 anni appena trovavo un microfono lo afferravo e iniziavo a cantare le canzoni di Massimo Ranieri.>>
E crescendo, parallelamente, cresce in lei la consapevolezza della vocazione musicali e del canto, che oggi l’ha già accompagnata in interessanti ed emozionanti esperienze. Della sua adolescenza ci ricorda che a 13 anni però tra qualche cantata al karaoke e soprattutto dopo aver visto un musical di cui mi innamorai perdutamente decisi che quello sarebbe diventato il mestiere della mia vita.
Andiamo al sodo e ringraziando Swami del suo tempo e della sua compagnia, le chiediamo di botto: come è stato concepito il singolo “Non siamo tutti uguali”?
Tutto è nato da un viaggio in autobus. Ho iniziato osservare ogni persona presente, pensando che ognuno avesse una storia alle spalle, fatta di battaglie, lotte e vittorie magari mai raccontate.
Meglio essere tutti uguali o tutti diversi? E cosa rappresenta per te questo brano?
Assolutamente tutti diversi o semplicemente essere sè stessi. Questo brano è un inno alla libertà e, di conseguenza, alla diversità, a ciò che ci caratterizza.
E com’è nato il suo videoclip?
Il videoclip è nato dall’esigenza di far capire attraverso i volti sfocati, privi d’identità, quanto perdiamo della nostra personalità dando priorità agli stereotipi inculcati dalla società. Anche se la cosa più importante è essere sè stessi nelle proprie diversità.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Sono prevalentemente dettate dalla musica pop italiana.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Fino ad ora non ho realizzato nessuna collaborazione, anche se è sicuramente in previsione.
Raccontaci le tue pregiate esperienze di Tu si que vales o del premio Stelle fra le stelle, e gli altri?
Mi reputo fortunata perchè sicuramente ho collezionato parecchie esperienze, anche di un certo calibro. Sono state tutte occasioni di crescita, dalle quali mi porto veramente tanto. Credo siano mattoni che mi permetteranno di costruire il grande muro che da sempre voglio realizzare.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Sicuramente è un periodo molto difficile. Mancano gli stimoli che ci permettono di creare, di andare avanti in questa carriera che non è per niente facile. Ciò che sicuramente sta mancando sono i live. La loro mancanza sta davvero rompendo qualsiasi equilibrio. Io vivo per i live.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Senza dubbio continuare a realizzare nuova musica e sperare nella ripresa dei live e del contatto con il pubblico quanto prima.