Con grande gioia diamo il benvenuto a L’Iperuranio, artista poliedrico che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro “Esotica” , condividiamo con felicità l’intervista a L’Iperuranio, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita, L’Iperuranio si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a L’Iperuranio!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Mia madre ascoltava molta musica in casa. Quando ho sentito i Beatles è stato amore al primo ascolto. Da lì Oasis e Blur è stato un attimo. Dai Radiohead in poi ho aperto gli orizzonti a molte altre cose, come i Nirvana o Death Cab For Cutie, per fare qualche esempio.
Sul fronte italiano ho cominciato da Luigi Tenco, Battiato e Battisti, scoprendo poi che gruppi quali Bluvertigo, Scisma, Soerba o Afterhours riuscivano ad avere un sound più contemporaneo, pur curando molto i testi, la mia grande passione.
Com’è nato “L’Iperuranio” e il suo personaggio, il suo sound?
Mentre ero al liceo scrivevo molte robette. Poesie, flussi di coscienza, racconti. Dall’incontro con una chitarra ho scoperto che scrivere canzoni mi veniva naturale e così ho cominciato. Da subito volevo fare sì il cantautore ma mettendoci sia una dimensione elettrica che una elettronica. Ho imparato ad arrangiarmi con qualche programma professionale e ho cominciato a mettere insieme pre-produzioni che già davano una direzione sonora al tutto. Fondamentale la collaborazione con un grande amico, Nicola Ardessi, che è stato il produttore del mio disco d’esordio.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Esotica?
Nel prossimo disco, “La Verità è un’Altra” tratterò numerosi temi dicendo cose senza filtro alcuno. Avevo già collezionato una dozzina di canzoni e altrettante tematiche durante il lockdown. In questo caso ho proprio voluto scrivere a proposito della musica. E ho approfittato per togliermi un sassolino. Ognuno può fare la musica che vuole, ma quando sento pezzi costruiti in maniera vuota attorno a una parolina che suona bene e nulla più vado fuori di testa, ahah…
A quel punto la scrittura è stata molto rapida.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Curo molto l’aspetto dei videoclip. Finora ogni mio singolo ne ha avuto uno e diversi fra loro si son tolti anche la soddisfazione di vincere qualche premio. Stiamo lavorando al video di Esotica col fido Francesco Chiot, videomaker con cui ho realizzato quasi tutti i precedenti. Se non subito uscirà durante l’estate.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Sì, come dicevo, il concept c’è già. Spero che possa uscire nel 2024. Intanto ho selezionato e pre-prodotto tutti i brani che lo comporranno. Ci saranno in ogni caso almeno un paio di altri singoli prima.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
Mi sono laureato in Scienze e Tecnice dell’Interculturalità con una tesi su due telefilm visti come opere d’arte postmoderne. Ho fatto lavori improbabili come il giornalista per un sito che parlava della Fiorentina (calcio) pur venendo da Trieste e non tifandola e ho fatto il cuoco/cameriere (contemporaneamente) senza avere alcuna esperienza nel campo. Infine, ho aperto un’agenzia di comunicazione e produzioni video/fotografiche con altri soci, spaziando dalla comunicazione di sportivi della Serie A, alle foto di interni di navi da crociera fino alla produzione di uno spettacolo di danza con scenografie digitali.
Musicalmente ho fatto parte di un’unica cover band molti anni fa, poi mi sono dedicato solo alla mia musica, prima privatamente, fra tante scritture e altrettante registrazioni, poi pian piano arrivando a un contratto discografico con laPop e all’uscita del mio primo disco solo qualche anno fa.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Non ho influenze dirette ma un mix di mondi che hanno formato il mio gusto musicale. Partendo dai Beatles, i Blur, i The Cure ma facendo tappa sulla musica italiana con Daniele Silvestri, Bluvertigo e altri, scoprendo poi tardivamente i Nirvana e realtà più rock. In ogni caso, come nella musica che faccio, amo chi mischia elettrico ed elettronico portando un messaggio personale con le proprie canzoni.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Dopo aver realizzato il primo disco con Nicola Ardessi alla produzione e musicisti occasionali, in questo secondo album è fondamentale la presenza di Alberto Bravin (già PFM ora Big Big Train) che mi aiuta a sviluppare le mie versioni embrionali col suo talento poliedrico e tanta umiltà. Nel mentre sto provando il set live con Pierpaolo de Flego (synth) Raffaele Tenaglia (batteria) e Christian Zacchigna (basso) e loro registrando le parti che servono in studio, oltre a quelle che registro da solo.
Da questo singolo poi, ho iniziato a collaborare con un altro talento, il piacentino Leonardo Caminati che ha fatto mix e master, aggiungendo pure dei synth.
Infine, preziosissima la collaborazione di Luca Parizzi e Vittoria Rossi di laPop, che mi sono sempre molto vicini.
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Avevo già collaborato con loro nel disco precedente. Dopo una pausa di due singoli la collaborazione è ripresa. Non è facile promuovere piccoli nomi, ma loro hanno un buon numero di frecce nel loro arco. Ad esempio, Esotica sta già girando in molte radio locali e sono molto contento della cosa.
Tra l’altro, di volta in volta ho avuto a che fare con persone diverse che si occupavano e si occupano del mio progetto e mi son sempre trovato bene anche a livello personale.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Non ho degli argomenti a cui tengo più di altri. Per me l’importante è scrivere di cose in cui credo veramente e farlo nel modo più diretto possibile. Senza pensare di dover arrivare da qualche parte o dover piacere a qualcuno.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
A fine 2019 dopo tanti anni di attesa è uscito Postimpressionismo, il mio disco d’esordio. Un’emozione davvero forte, veder realizzato quello che avevo immaginato per molto tempo.
Ogni singolo fatto ad oggi ha un relativo videoclip. Curo molto quella dimensione e diversi video hanno ottenuto qualche premio/menzione in festival cinematografici.
Quanto ai live non ho fatto molto. Sfortunatamente il periodo per prendere la rincorsa dopo il primo disco si è imbattuto nel Covid. Ora sono più concentrato sulla realizzazione del disco, ma continuo le prove con la band, pronto a tutto.
Concorsi mai fatti. Già è un grande concorso fare musica in un mondo che prevede un fantastiliardo di uscite alla settimana…
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Come ho appena indirettamente accennato, penso che ci sia un’inflazione assurda. Che ci siano diversi talenti qua e là per tutti i gusti ma che spesso anneghino in un mare di progetti tipo “voglio fare la rock star”. E sia chiaro, non sto parlando di me, io sto piuttosto bene con la musica che faccio e come la faccio. Questo e quello che vedo e non credo ci sia molto da poter cambiare.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
“Ancora un’altro po’”, il secondo singolo, la mia canzone d’amore onesta. Aggiungo “Madrenatura”, presente nel primo disco perché è tra tutte le mie canzoni quella che amo di più e più mi rappresenta.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Sto per cambiare casa con la mia compagna e lì avrò finalmente un mio piccolo studio. Contestualmente voglio continuare la produzione del secondo disco, anche perché sto già pensando al terzo.