Onorati e privilegiati, diamo il benvenuto a MASSIMO CONTINI, artista poliedrico che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro SOLO NOIA, approfondiamo con riconoscenza l’intervista a MASSIMO CONTINI, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, MASSIMO CONTINI si narrerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, Pexels Video, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a MASSIMO CONTINI!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Non so qual è stato il momento esatto in cui è nata questa mia grande passione. Vivo la musica da sempre, in ogni suo aspetto e forma. Sin da bambino amavo strimpellare la chitarra seguendo pezzi di Baglioni, Venditti e Tozzi. Persino da adolescente analizzavo una canzone che mi piaceva in ogni suo piccolo particolare. Potrei quasi pensare che ne facevo una sorta di autopsia per cogliere ogni sfumatura del suo arrangiamento. Cercavo di capire quale fosse il passaggio più intenso che la rendeva un successo e mi rendo conto che lo faccio ancora.
Com’è nato il nome MASSIMO CONTINI e il suo personaggio, il suo sound?
Nome e personaggio coincidono perfettamente perché sono semplicemente me stesso. Ho deciso di non adottare un nome d’arte, in un mondo di nickname e di abbreviazioni. Il sound nasce dall’aria musicale che ho respirato durante tutta la mia gioventù. Il mio primo album era più acustico, con strumenti reali suonati da me, ma credo di essermi dovuto evolvere per raggiungere un pubblico più giovane e fresco. Nell’album “Innocenti distrazioni” non ho abbandonato l’acustica, ma l’elettronica è decisamente più presente.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di SOLO NOIA?
Questa melodia mi girava nella testa da giorni. Mi ritrovavo a canticchiare queste note continuamente. Ricordo che non avevo la più pallida idea di come avrei dato vita al brano, così inizialmente ho cercato di adattare un testo che avevo scritto qualche settimana prima, ma il risultato era lontano da quanto cercassi. Ho lasciato quindi passare qualche giorno e ho smesso di pensarci dedicandomi ad altri brani. Improvvisamente il “testo era in testa”, in un modo così naturale da rimanerne sbalordito. E’ uscito di getto. Credo di averlo completato nell’arco di un solo pomeriggio e mi sono reso conto che “Solo noia” era nata.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Si, un’altra grande sfida. Unire la passione per la fotografia con quella per la musica, è stato esaltante. Il videoclip esce il giorno 8 ottobre, ed è il risultato di un mix di sequenze girate direttamente da me e dal video maker Cottonbro. Mi sono occupato poi del montaggio. Spesso mi capita di scherzare sul fatto che mi ritengo quasi più bravo come fotografo che come musicista…
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
In realtà il disco è uscito in contemporanea con il singolo. E’ distribuito su tutte le piattaforme digitali ed è composto da otto brani, tra cui una versione leggermente estesa di “Solo noia” da 4 minuti e mezzo.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
Sin da bambino ho sempre avuto in casa una chitarra ed una tastiera. I primi rudimenti di chitarra li ho imparati alle scuole medie, ma tutto quello che ho assimilato davvero, l’ho rubato qua e la guardando veri chitarristi all’opera. Nel frattempo un mio caro amico, che studiava pianoforte, mi dava qualche lezione di base sulla tastiera, spiegandomi accordi e scale. Dalla chitarra al basso il passaggio è stato abbastanza facile e quando ho fondato il mio primo gruppo alle superiori, rubavo spesso e volentieri lo sgabello del batterista i ogni pausa tra un pezzo e l’altro. Alla fine mi odiava… La gavetta l’ho fatta con loro, in piccole feste di paese e sfondandoci i timpani in sale prova di periferia senza mai creare qualcosa di veramente nostro. Così ho cominciato a scrivere pezzi miei, soprattutto durante il servizio militare. Al mio ritorno ho creato una demo composta da tre brani che ho fatto ascoltare in giro, ma non ho avuto molti riscontri. Poi è arrivata la mia occasione: partecipare ad una selezione che avrebbe aperto le porte al festival di Castrocaro. Ovviamente non ho ottenuto i risultati sperati, ma quello che mi ha fermato per molto tempo non è stata la mancanza di stimoli, bensì la mia voce. Un problema alle corde vocali mi ha allontanato dal canto facendomi perdere anni preziosi. Solo qualche anno fa ho ricominciato a cantare recuperando in parte le capacità vocali e da allora non ho perso più tempo. E’ nato così il primo album: “Giorno per giorno”, di cui il singolo omonimo che ha raggiunto l’undicesima posizione nella classifica Indipendenti italiani, ma avevo troppe cose da comunicare per fermarmi li, quindi ho continuato a lavorare e dopo due anni dal primo album…eccomi di nuovo qui.
Quali sono le tue influenze artistiche?
In primis i grandi cantautori del passato, dopotutto sono cresciuto con le note de “La vita è adesso” di Baglioni e “Gloria” di Tozzi, ma l’artista che più mi ha influenzato credo sia stato il grandissimo Mango.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Che ci crediate o no, non ho mai collaborato con nessuno in entrambi gli album. Ho un piccolo studio in casa mia, in cui compongo, suono e arrangio ogni mio pezzo. Le voci il più delle volte le registro in una sala prove vicino a dove abito, in cui porto tutta la mia attrezzatura, dal computer, ai microfoni. Il mix ed il master poi lo realizzo a casa.
E le collaborazioni con Red&Blue e Pexels Video nel lavoro in promozione?
Con la Red&Blue ho già collaborato per il precedente album. Marco Stanzani è un uomo eccezionale e se c’è qualcuno in Italia che respira letteralmente musica, quello è lui. E’ un grande professionista e quando ci si affida a qualcuno per promuovere un lavoro per il quale non hai coinvolto nessuno, il fattore fiducia è fondamentale. La Pexels Video invece è stata una grandissima fonte d’ispirazione.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Mi piace pensare che chi ascolta i miei brani, possa chiudere gli occhi e vedere una storia, esattamente come io l’ho scritta e immaginata. Dò un’enorme importanza ai testi delle mie canzoni, forse ancor più che alla musica che li accompagna. Nell’ultimo album affronto temi attuali, come la schiavitù ai social, oppure incentrati sul gravissimo problema della violenza sulle donne come nel brano “L’amore è un’altra storia”. Di fatto quello che spero è di trasmettere un’emozione.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
I concorsi oramai fanno parte del passato purtroppo. Diciamo che ho già dato quando l’età me lo consentiva. Live e concerti ho paura che nell’attuale situazione dovranno aspettare ancora un po’, almeno fino a quando questo maledetto virus ci lascerà respirare e vivere più liberamente.
.Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Ci sono alcuni giovani con grandi capacità in Italia: Mengoni, Diodato, Ultimo, Annalisa, Elodie, tanto per citarne alcuni, sono tutti molto bravi, ma sono sempre meno i veri cantanti come loro. Tutto questo “trap”, per esempio, che rimbalza sulle scene, proprio non mi piace. Dovrei essere più diplomatico probabilmente, ma sono troppo “datato”come uomo e come cantautore per farlo. Quanti di noi ancora canticchiano canzoni degli anni 80 e 90 come fossero state scritte ieri…? Quante ne ricorderemo tra vent’anni tra quelle scritte oggi…? Cosa cambierei? Darei più spazio in radio ma soprattutto nei network nazionali agli artisti emergenti/indipendenti e cambierei il sistema dello streaming. La musica è di fatto una forma d’arte e l’arte deve essere pagata.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Uno dei miei brani preferiti del nuovo album è decisamente “Non hai pagato”. Senza esitazione.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Purtroppo come tutti sappiamo la musica, il cinema ed il teatro hanno preso una batosta senza precedenti nell’ultimo anno e mezzo. Per chi vive di questo (non è il mio caso), ci sono stati momenti di pura disperazione. Come dicevo prima, per moltissimi cantanti, le royalties ottenute dallo streaming o dalle visualizzazioni su Youtube, sono cifre ridicole. Senza i live, alcuni di loro si sono ritrovati in gravissime difficoltà economiche. Per quanto mi riguarda sto vivendo come chiunque, con la speranza che presto torneremo alla vita normale, senza più mascherine che ci coprono mezzo viso e con la gioia di riabbracciare gli amici senza più alcuna paura.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Continuerò a scrivere canzoni ed a comunicare piccoli pezzi della mia anima. Non credo potrei mai fermarmi. Ho dovuto abbandonare la musica per troppi anni, ora la voglio vivere di nuovo fino in fondo, prendendo a piene mani tutto quello che vorrà offrirmi.