L’importanza delle parole per Stefania Rosati

L’importanza delle parole per Stefania Rosati

Alle porte del mare” è il brano che segna il ritorno della cantautrice a distanza di quattro anni dal suo ultimo disco “In volo”, progetto dalle grandi influenze cantautorali italiane; la produzione esecutiva è curata dalla stessa Stefania Rosati, le chitarre realizzate da Davide Aru, mentre l’arrangiamento, le tastiere, il basso e il mixaggio vede la firma del Maestro Clemente Ferrari, nome noto nel circuito discografico italiano che lo vede collaborare con artisti del calibro di Fiorella Mannoia, Max Gazze e molti altri.

Oggi incontriamo Stefania Rosati e ci confronteremo con lei su molti aspetti del suo nuovo progetto.

E’da poco uscito il nuovo singolo “Alle porte del mare”, brano che segna il tuo ritorno nel panorama musicale italiano. Raccontaci com’è nato il brano e cosa esso vuole raccontare.

“Alle porte del mare” è uscito il 16 giugno, primo singolo del nuovo disco, che uscirà a breve; nasce da una riflessione fatta sui rapporti di coppia, che danno peso più alla ragione rispetto al cuore, non lasciandosi andare alla pancia del cuore.

La ragione tende ad influenzare il sentimento, giudicandolo.

In amore bisognerebbe lasciarsi andare ad una felicità non ragionata, istintiva come potrebbe essere quella fanciullesca. Si perché oggi si tende sempre più ad organizzarla e si perde quello stupore di felicità istintiva.

Dall’ultimo lavoro discografico sono passati quattro anni, un tempo importante dove immagino tu abbia scritto nuovi brani tra cui “Alle porte del mare”. Cosa hai vissuto in questi anni e quante parti della tua vita sei riuscita a trasformare in musica?

Dall’ultimo lavoro discografico, “In Volo”, sono passati quattro anni, un tempo di nuovi accadimenti della vita, ascoltati, “sentiti”, pensati, hanno suscitato in me nuove creazioni musicali, che ne hanno fatto disco.

Un progetto artistico che evidenzia ancora una volta il sentimento, base della vita.

L’amore in tutte le sue forme del vivere; innalzandolo può muovere il mondo dentro e fuori di noi.

Le parole che utilizzi all’interno dei tuoi brani sono pesate e pensate, quanta ricerca letterale c’è dietro ogni tuo lavoro?

Le parole sono incisive, e restano all’ascoltatore che le farà sue nel momento desiderato.

La musica lascia una traccia profonda nella memoria, per cui le parole restano impresse.

Do molta importanza nella pratica scritta di pensiero, perché la parola vive, e ne può dare continuità, e fluire negli stati d’animo delle persone.

Se potessi scegliere degli artisti del passato e del presente con i quali scrivere ed incidere una canzone, con chi avresti il piacere di farlo?

Ci sono vari artisti sia del passato che attuali, del passato con Fabrizio De André per la sua profondità di poesia umana e voce calda, Franco Battiato e sul suo pensiero filosofico, Luigi Tenco per la malinconia che traspare; ce ne sono altri di ieri che per le loro caratteristiche hanno incalzato il tempo con la loro musica.

Oggi mi piacerebbe farlo con Samuele Bersani, Ivano Fossati, Fiorella Mannoia, ma ce ne sono anche altri, sono sempre belle esperienze, ci si completa in qualche modo.

Qual è il tuo rapporto con la musica della Generazione Z? Ci sono artisti che ascolti con piacere? E si quali?

Sono aperta a tutte le generazioni, e la Z non poteva mancare all’ascolto, per cercare di capirne il proseguimento nel tempo.

La scrittura è molto cambiata, rispetto a ieri, un modo di scrivere messaggistico, parlato, veloce come il tempo che si vive odierno.

Ascolto molta musica classica, ma la mia curiosità positiva di ascolto, e la passione musicale, mi conduce anche in tutte le  diversità odierne.

Nel nuovo singolo è presente anche un videoclip realizzato dal regista Mauro Lamanna, com’è nata l’idea di questa suggestiva location sul mare?

Il videoclip uscito il 20 giugno scorso, regia a cura di Mauro Lamanna, non poteva che essere girato nella meravigliosa profondità del mare, Maestro di vita e libertà.

Quella libertà di lasciarsi andare oltre, senza confini alla vita.

Il mare come esempio di vita, ci insegna ad improvvisare, a non arrendersi quando è mosso, e assaporarlo nella sua serenità, quando è calmo.

Può essere lontano kilometri, allo stesso tempo sentirlo addosso.

Per non parlare poi del suo odore, movimento, la muta del colore e nell’ora del tramonto, il suo abbraccio di quiete, quel senso di benessere che quell’ora sa dare.

Non poteva mancare un pianoforte bianco, nel quadro naturale di bellezza.

Il videoclip è stato selezionato per essere proiettato all’evento Anzio Film Festival, che quest’anno è dedicato ad Anna Magnani. Qual è il tuo rapporto con il cinema e come stai vivendo questa esperienza?

Felice di essere stata seleziona, proiettandolo a Anzio Film Festival, una rassegna culturale che propone film, cortometraggi, videoclip e documentari con temi dedicati al sociale e al mare. Un’esperienza che resterà viva in me, tra le belle emozioni della vita.

Un ringraziamento a Francesca Piggianelli , direttore artistico della rassegna, a l’Associazione Culturale Romarteventi e alla Pro Loco “Città di Anzio”.

Il mio rapporto con il cinema è molto “sentito”, da visione di vite e luoghi diversi: si impara sempre qualcosa dalla vita degli altri.

Quali sono i tuoi prossimi passi artistici?

Dopo “Alle porte del mare”, primo singolo del nuovo disco, ci sarà il secondo brano a breve, in vicinanza dal secondo, l’uscita del terzo con il disco.

Il nuovo progetto artistico è composto da sette tracce, di cui una, omaggio a Fabrizio De André.

Brani che conducono l’ascoltatore in un viaggio emotivo, senza confini, in un tempo che non ha tempo, dove l’amore ancora una volta fa da padrone, in un tempo dove fa fatica l’amore.

La musica ne vuole essere salvifica.