Con grande piacere diamo il benvenuto a VINCENZO GRECO, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro MAGGIE DICKSON, leggiamo con curiosità l’intervista a VINCENZO GRECO, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, VINCENZO GRECO ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a VINCENZO GRECO!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Non ricordo un giorno esatto è con me da sempre, ricordo invece quando ho deciso che sarei diventato un cantautore. Fu quando composi il mio primo brano, “Piccolo Re”, dedicato a mio figlio. Li ho capito di quanto potesse essere importante per me la musica e ancora di più scrivere canzoni. Puoi dire cose che nella vita di tutti i giorni, per ruolo o per carattere, non riesci a comunicare.
Descrivi “VINCENZO GRECO” e il suo personaggio, i suoi pregi e i suoi difetti
Difficile trovarsi pregi dovrebbero farlo gli altri, credo l’essere tenace e ascoltare molto il parere dei miei collaboratori. Poi cerco di scegliere quello che ritengo più funzionale a quello che vogliamo fare. Sono anche molto costante se prendo un impegno, mantengo. Difetto? Forse ho fretta, anche di vivere, farei tutto subito. Non credo comunque di avere un personaggio, una parte artistica, che sia diverso da me. Sono una persona molto tranquilla, non esternazioni prepotenti. Credo si possa dire qualsiasi cosa con educazioni. Però sono umano, capita anche a me di arrabbiarmi.
A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per MAGGIE DICKSON?
Si è così, a volte è inaspettata. A volte nasce in un istante a volte la porti a casa, dopo un viaggio, tornando a casa è con te dentro la valigia tra i souvenir. Metti a posto i vestiti e la trovi li dietro una maglia e si insinua prepotente.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Si certo, ormai si deve no? Girato in un castello in provincia di Pavia è raccontato con una ballerina talentuosa, Katia Camarda. Le ho affidato Maggie e l’ha interpretata a modo suo, sono molto soddisfatto. Poi girare video è una cosa che mi piace molto, ne farei di ogni canzone è un linguaggio che mi interessa molto.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
La canzone è contenuta nel mio album “Tra sogno e realtà”, in cantiere c’è altro ma questo disco è stato comunque molto importante anche perché è stato il primo.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
Gavetta e sudore la sto sperimentando, non è mai abbastanza certo. Ma devo dire che mi piace anche già la gavetta, mi diverto molto a suonare e che ci siano 10 persone o 1000 non cambia la mia attitudine. Ho un diploma in ragioneria programmatore, i numeri mi sono sempre piaciuti li ho sempre capiti bene.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Senza dubbio la musica tutta, specialmente i nostri cantautori. Se devo dire uno così al volo… penso Riccardo Cocciante. Grande voce, grande autore e mai banale.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Sono aperto ed interessato alle collaborazioni. Non escludo di fare featuring con altri artisti o di ospitarli nelle mie canzoni. Sicuramente la mia costante musicale è Stefano de Carlo, che, oltre a suonare la chitarra con me, è l’autore delle musiche. Non ho mai pensato alla musica, anche se sono un cantautore, come una cosa solitaria. Non sempre si può portare tutta la band, capita di suonare in duo, ma se dipendesse da me invece l’avrei sempre sul palco.
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Mi sono affidato alla squadra di Marco Stanzani, alla sua esperienza. La promozione oggi non è certo semplice, ci sono tantissime offerte ed è difficile capire cosa funziona o meno. Cerco di pensare solo a fare l’artista e a farlo sempre meglio, che già non è semplice, mi affido per queste cosa a chi lo fa per mestiere. Il digitale ha sovvertito la carta stampata e oggi si fanno numeri una volta inimmaginabili per artisti emergenti.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Sicuramente raccontare storie, mi affascina molto quello che oggi si chiama “storytelling”. Soprattutto le leggende, cantarle e tenerle vive ma anche farle conoscere in ambienti diversi. Questa della Dickson, non è così nota da queste parti, mi è piaciuto molto entrare e vedere la sua vita con i suoi stessi occhi.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Oltre al mio primo disco, il secondo è in cantiere, sto facendo molti concerti. Soprattutto aprendo per artisti più affermati, incontri che ti fanno molto crescere anche e non solo dal punto di vista musicale.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Bella domanda, prendo la lista? Vorrei che ci fosse più attenzione e più spazi per la musica che oggi si chiama emergente. Vorrei uno stato più vicino all’arte a tutte le arti. Ovviamente essendo un musicista penso soprattutto a noi musicisti. Viviamo in una nazione meravigliosa, che della cultura ha fatto un vanto. Vorrei che ci fosse più musica anche nelle scuole, materia che viene studiata un’ora alla settimana come se fosse un contentino con un flauto che nessuno usa poi più nella vita. Negli Usa hanno programmi anche extra scolastici su musica e teatro, basta vedere quando sono bravi gli artisti che arrivano da la, sanno fare tutto e bene perché fin dalla scuola hanno la possibilità di crescere anche artisticamente.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
C’è un disco intero, sul mio canale youtube e anche su spotify c’è tutto. Dai ascoltatele tutte.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
C’è stato tempo, quando eravamo chiusi in casa, per pensare e suonare. Tempo per guardarsi dentro e per preparare quando la vita tornerà alla normalità.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
In fondo non so nemmeno io dove sto andando. Per essere più precisi so che canterò ancora di più storie vere, un po’ come questo singolo, senza dimenticare anche cose introspettive. Sono costantemente proiettato a lavorare e studiare, non mi accontento di quello fatto fin oggi. Cose che mi rendono comunque soddisfatto ma come dicevo, rispondendo alla prima domanda, essendo molto tenace non mi accontento mai. Pretendo da me stesso grande impegno e dedizione, quindi ci sarà un Vincenzo sempre più a fuoco con una musica e con le storie, spero sempre più interessante. Sperimento per trovare la giusta chiave che renda le mie canzoni il giusto contenitore musicale per le storie che scopro guardando il mondo.