Straordinaria e interessante intervista oggi alla band Maldimarte, formazione poliedrica che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro RESPIRERÒ, leggiamo con curiosità l’intervista alla band Maldimarte, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica dei componenti, la formazione Maldimarte si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band Maldimarte!
Com’è nata la passione per la musica?
La passione per la musica nasce da ancor prima che ne avessi memoria, dai primi giocattoli suonati ad orecchio, alle prime lezioni di musica alle elementari, alle lezioni di piano private per poi divenire parte integrante della mia vita durante l’adolescenza, dopo avere imbracciato per la prima volta la chitarra e cominciando da subito la composizione di brani inediti, continuando con la formazione della prima band e arrivare ad oggi.
Cosa significa e com’è nato il nome Maldimarte e il suo sound?
Maldimarte nasce dall’assonanza tra “mal di mare” e il pianeta Marte, che nel nostro caso viene usato come sinonimo di progresso, futuro imminente e sviluppo tecnologico, che non sempre è sinonimo di evoluzione.
Come è stato concepito il lavoro RESPIRERÒ?
Respirerò, come quasi tutte le nostre composizioni, parte da una take di improvvisazione che poi viene sviluppata e affinata durante il processo di composizione e produzione. Tecnica che prediligo per mantenere pura l’emozione della prima ora.
E com’è nato il suo videoclip?
Il videoclip nasce da una ricerca puntigliosa di immagini volutamente molto contrastanti tra di loro, contrasto clonato dal mondo reale: l’inquinamento, le catastrofi naturali ma anche i paesaggi mozzafiato e le meraviglie che solo questo prezioso pianeta può regalare in questa piccola parte di universo.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
“Respirerò” è il singolo apri pista di “Vicini di Caos” già disponibile su Spotify e le altre piattaforme digitali. Ep di quattro tracce che fanno parte di un progetto ben delineato ed armonizzato.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
La prima parte è stata sicuramente molto intensa, piena di soddisfazioni ma anche molto faticosa tra live, autoproduzione, autopromozione, contest, festival etc. Il fatto di vivere all’estremo sud dello stivale ha rappresentato per noi sempre un problema più logistico che altro.
Poi c’è stato un lungo silenzio editoriale, ma mai un vero stop, il lavoro in studio non si è mai fermato ed oggi siamo qui con una nuova opera che un pò rappresenta tutto questo periodo.
Quali sono le influenze artistiche?
Sono davvero diverse, principalmente il cantautorato italiano (De Andrè, Dalla, Battisti) ma vi è una corposa influenza grunge (Pearl Jam, Alice in chians, Nirvana) ed anche il Prog Rock italiano ani 70 (Banco del mutuo soccorso) e per finire il rock italiano più recente (Afterhours,Verdena, Marlene Kuntz).
Quali sono le collaborazioni musicali?
Nonostante abbiamo un corposo background, Maldimarte, essendo neonato, non ha ancora collaborazioni, ma è uno dei punti su cui vogliamo lavorare di più.
E la collaborazione/i con Alka Record Label, Michele Guberti, Manuele Fusaroli nel lavoro in promozione?
Quella con Alka, Michele e Manuele non è solo una collaborazione, sono stati parte integrante del progetto perché hanno contribuito, in modo determinante, alla realizzazione dello stesso. Tanto da considerarli parte di un collettivo.
La promo sta andando alla grande, stanno arrivando delle recensioni molto lunsinghiere, tante webzine e radio ci stanno dedicando degli articoli. Quindi siamo davvero molto felici al momento.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
MI piacerebbe che la gente si rendesse conto che si è chiusa un’epoca e che si rassegnasse alla consapevolezza che l’individualismo, la bellezza artefatta, la sicurezza a tutti i costi, l’assuefazione ideologica in “salsa calcistica” ci stanno accompagnando verso l’intolleranza e la prevaricazione sul più debole. Quindi è importante riprendere contatto con se stessi e con le misure che la natura ci impone e rispettare questo pianeta, perché non si lascerà martoriare all’infinito.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come Vinylika?
Sicuramente tra le più importanti c’è la partecipazione al Roxy bar di red Ronnie. Dove dopo aver suonato sullo storico palco, siamo stati intervistati e l’esibizione è stata pubblicata sul dvd, esperienza che avuto seguito al motorshow di Bologna dove abbiamo suonato ben due volte per le semifinali e finali, classificandoci tra i primi posti con il brano “Lei era”.
Finali Sanremo rock a Modena, Suoni per ricordare, Tour music fest, talmente tante che non riesco a ricordarle tutte.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Credo che la musica leggera italiana ora definita “indie” attraversi sicuramente un bel periodo da qualche anno a questa parte, sicuramente l’unico movimento in grado di fronteggiare l’invasione della trap.
Il rock italiano forse soffrirà più di tutti la mancanza di live, che per definizione sono la sua vera essenza, e se dovessi cambiare qualcosa al momento cambierei proprio quello, ma mentre scrivo risulta utopico. Speriamo si possa tornare presto a suonare dal vivo.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Chiaramente li consiglierei tutti e quattro ma se devo sceglierne uno in particolare, probabilmente proporrei “Distimia”: è un brano che parla delle nostre fragilità, del dolore che spesso nascondiamo per paura di mostrarci deboli; la depressione e l’avvilimento sono condizioni umane che vanno affrontate senza negazione.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Il primo periodo ha significato una pausa dal lavoro e di conseguenza molto tempo per la musica, quindi ho avuto modo di scrivere diversi brani…
Da tanto lo chiedevo, ma forse ora è un pò troppo, dobbiamo tornare a vivere con una nuova consapevolezza.
Quali sono i programmi futuri?
Un album 🙂