<<Mattia Caroli & I Fiori del Male nasce nell’estate del 2015 a seguito dell’uscita del nostro primo EP Every Giro Day. Il progetto nasce da un’amicizia ormai decennale e da una passione condivisa: la musica.>>
È così che nasce una grande collaborazione e un progetto vincente. Di baudeleriana memoria, la sonorità unica e inconfondibile di Mattia Caroli e I Fiori del Male, rappresenta un gruppo che trae ispirazione dai grandi musicisti e dei grandi gruppi, e procede a passo svelto su un territorio che li conduce ad altrettanti grandi imprese musicali.
Non solo un gruppo e un sound originale, ma i brani nascono ogni volta con grande cura e costruzione dell’arrangiamento. Le idee musicali infatti si susseguono una dietro l’altra e vengono elaborate a fasi differenziate dal Caroli e dal gruppo. Li ringraziamo tutti, per il tempo concessoci a conoscerli più approfonditamente!
Com’è nato il vostro album d’esordio “Fall From Grace”?
Co-prodotto dallo studio romano LRS Factory e distribuito dall’etichetta tedesca Timezone Records, ecco contiene brani nati per mano del nostro chitarrista e cantante Mattia ed in seguito arrangiati durante le prove con il gruppo al completo.
Quali sono le vostre influenze musicali?
Molte sono le influenze musicali e gli artisti che hanno influenzato la nostra musica, possiamo citare ad esempio Nick Drake per quanto riguarda l’utilizzo della chitarra o Syd Barrett per la voce, senza dimenticare le sonorità indie dei The Libertines con Pete Doherty. Punti di riferimento inoltre sono senz’altro i Pink Floyd o i The Doors.
Com’è nato il vostro primo lavoro “Every Giro Day”?
II nome fa riferimento a un’espressione dello slang inglese dove il Giro Day è il giorno in cui viene percepito l’assegno di disoccupazione.
In un momento storico difficile come il nostro segnato profondamente da una crisi culturale ed economica figlia di un capitalismo ormai fuori controllo “l’arte della disoccupazione” sta proprio nel comprendere che è necessario un momento di respiro, di disimpegno, una sorta di disobbedienza civile che porti a riflette sull’insostenibilità del modello progresso. Da qui la necessità dell’arte come strumento di analisi. Il concept dell’EP può essere sintetizzato nell’amore per la letteratura e le arti visive: oltre al chiaro riferimento a Charles Baudelaire nel nome stesso del gruppo, il testo di molte canzoni è ispirato o adattato da poesie, come nel caso di La Fuite de la Lune, originariamente una poesia di Oscar Wilde.
Quali sono le vostre collaborazioni artistiche?
Molte sono state le collaborazioni artistiche durante questi anni, grazie ai molti tour europei abbiamo avuto la possibilità di incontrare durante il nostro percorso molti musicisti, alcuni dei quali divenuti amici e collaboratori.
Sin dal primo EP Every Giro Day, passando per il nostro primo album Fall from Grace fino all’ultimo EP di prossima pubblicazione Come non fossi qui vi è stata la collaborazione di artisti internazionali, tra i quali N.I.K.O, Raffaello Simeoni, Marco Collazzoni, Nate Kantner, Leo Pari. Inoltre Adam Wendler, Leonie Mikkie, Sleepwalker’s Station ed altri ancora.
Com’è nato il vostro nuovo brano “La mia generazione”?
A quattro anni di distanza dal nostro primo album, possiamo dire che il cambiamento nella nostra musica si è costruito col tempo, con i tour all’estero e con la curiosità verso nuovi stili: una volta deciso il genere su cui orientarci ci siamo affidati all’esperienza di Leo Pari che ci ha guidato verso una forma di elettro pop. Non volevamo fare il classico karaoke all’italiana con la solita voce martellante e abbiamo preferito tenere le voci dentro mantenendo il nostro sound internazionale. Per le sonorità ci siamo ispirati ai Depeche Mode, agli Arcade Fire e ai Baustelle. Volevamo un sound forte per descrivere qualcosa di forte, il folk non ci bastava e grazie a Leo con le influenze di molti artisti che abbiamo incontrato on the road il sound è emerso spontaneamente.
Programmi per il futuro?
Questo è un momento molto difficile per la musica e per il mondo delle arti e dello spettacolo in generale, in quanto questa crisi pandemica dovuta al COVID19 ha messo a dura prova gli artisti e l’intera filiera musicale. Non possiamo che augurarci di tornare presto sui palchi e sulle strade a cantare insieme al nostro pubblico.