Accogliamo calorosamente a EMILY BREVA, talento artistico poliedrica che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro IO NON HO VISTO NIENTE, leggiamo con senso di empatia l’intervista a EMILY BREVA, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita, EMILY BREVA si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Safe&Sound, Maninalto!, le esperienze, come C.p.m., N.a.m. e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a EMILY BREVA!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Molto naturalmente, da piccola amavo cantare e inventare parole , crescendo poi ho capito che non potevo fare a meno della musica tanto che mi ha influenzato in molte mie scelte di vita.
Ho cercato di indirizzare i miei studi verso scuole musicali e sono sempre stata circondata da amici che condividono la mia stessa passione.
Il mio mantra di vita è: vivere, scrivere e suonare!
Com’è nato “EMILY BREVA” e il suo personaggio, il suo sound?
“Emily” era la mia amica immaginaria, la mia parte creativa e un po’ folle che è rimasta con il tempo. “Breva” invece deriva dal nome di uno dei due venti che sferzano le sponde del lago di Como, luogo in cui sono cresciuta e dove ho scritto quasi tutte le mie canzoni.
Ho sempre seguito il richiamo della musica fino ad innamorarmene di tutte le sue sfumature e apprezzandola a 360 gradi.
Mi hanno sempre attratto i suoni caldi e bassi; il basso non a caso è uno dei miei strumenti preferiti che inserisco spesso nei miei brani come elemento principale.
Il mio sound nasce quindi da questo, dal bisogno di comunicare mettendo insieme i miei generi di musica preferiti che nel mio caso specifico hanno assunto un’impronta elettro-blues.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di IO NON HO VISTO NIENTE?
Non ho un processo di creazione ben definito nel senso che vado molto ad istinto nella costruzione dello scheletro di un elaborato musicale. Ogni tanto mi parte una tema musicale in testa che registro nel telefono e da lì poi creo un testo e un’idea di arrangiamento. Alle volte invece strimpello due accordi sulla chitarra creando una tema musicale e solo successivamente un testo.
“Io non ho visto niente” è partita da una tema musicale vocale che ho continuato a canticchiare per mesi in un finto inglese, successivamente ho scritto il testo e nel novembre 2020 ho conosciuto Max Zanotti, il mio attuale produttore che mi ha aiutato a realizzare in studio tutto quello che avevo in testa!
Il lavoro è accompagnato da un video?
Si certo! Il video è stato ideato insieme ad Andrea Palamara di Akrastudios. Il regista ha lavorato sulla dualità del testo e sullo schema cinematografico “lui- lei l’altra”, cercando di giocare un po’ con le simmetrie, gli scambi di ruolo di persona e, a livello cromatico, con il cambio dei colori e gli opposti bianco/nero. Ha voluto tradurre la melanconia del testo usando come sfondo il brullo paesaggio della pianura d’inverno. Inoltre hanno partecipato al video gli attori Kseniya Podavalenko e Stefano Morresi.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Fa parte di un e.p. di 6 brani tutti arrangiati insieme a Max Zanotti.
Sono 6 canzoni che parlano di me, del mio passato del mio presente e di come la penso.
E’ stato un po’ come mettersi a nudo davanti agli ascoltatori…la musica cantautorale è soprattutto questo!
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
La musica ha quasi sempre condizionato le mie scelte di vita e, dopo aver frequentato un liceo ad indirizzo musicale, ho studiato per qualche anno sporadicamente canto presso varie scuole di musica.
La mia vera malattia (o salvezza chissà) è proprio quella di scrivere e di mettere nella musica quello che ho dentro.
All’inizio però la maggior parte delle mie canzoni finivano in un cassetto per forse poco coraggio o poca autostima…la stessa che mi è mancata per un periodo della mia vita e che non mi ha permesso di esibirmi in pubblico.
Con il passare del tempo mi sono resa conto che non potevo fare a meno della musica e ho deciso quindi di pubblicare il mio primo e. p. 3 anni fa. Un lavoro che mi ha spronato a buttarmi nella mischia e ad esibirmi in vari contesti nei quali la mia musica è stata ascoltata ed apprezzata.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Come ho scritto prima sono attratta da suoni bassi caldi e profondi…il blues, il soul, il jazz sono sicuramente generi a cui sono legata ma anche la musica elettronica mi ispira profondamente. Sono sempre alla ricerca di nuovi artisti e nuovi sound a cui ispirarmi; sicuramente per ora come mie influenze artistiche ci sono: Erykah Badu, Pino Daniele, Lamb, Nina Simone, Janis Joplin, Amy Whinehouse, Massive Attack e tanti altri…
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Oltre alla collaborazione in studio con il maestro Max Zanotti, collaboro con diversi musicisti che mi accompagnano durante i live. Da ormai tre anni suono con il tastierista dei Fuzztones, Nico Secondini, e per questo specifico proponimento si è aggiunto anche il chitarrista Marcello Baldrati, da anni attivo nel comasco con diverse formazioni, tra cui i “Dusk”.
E le collaborazioni con Safe&Sound, Maninalto! nel lavoro in promozione?
Finito l’ e.p. ho fatto ascoltare il mio lavoro a Christian dell’etichetta Maninalto! che mi ha offerto di collaborare con loro per quanto riguarda la distribuzione e la promozione.
Essendo un’etichetta che collabora con artisti che seguo da anni (come brusco) ho deciso di affidarmi a loro e a Giovanni di safe&sound!
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Sicuramente con le mie canzoni voglio condividere la mia vita e quello che mi gira intorno nella speranza che qualcun’altro si ritrovi nei mie testi e faccia suo un determinato tipo di messaggio.
Voglio trasmettere positività intesa come coraggio e riflessione su determinati argomenti, vorrei che le persone abbiano sempre qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti no, come per me è la musica.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di live, concerti e concorsi o come quelle presso il C.p.m. e il N.a.m.?
Sono sempre stata abbastanza agitata prima dei live, ma dopo uno/ due brani mi sciolgo e vien tutto da sé. Non pretendo dagli altri la perfezione e non la pretendo sicuramente da me, quello che mi interessa è trasmettere qualcosa anche solo a una persona.
In questi anni ho conosciuto un sacco di persone stupende ai miei live che voglio ringraziare infinitamente per il loro supporto perché non è facile per un emergente farsi ascoltare.
Ci sono situazioni dove a volte alla gente non interessa quello che hai da dire perché è più facile stare attenti a qualcosa di già conosciuto come le cover che a qualcosa di inedito.
Ho frequentato un anno al C.p.m. e la cosa che mi ha formato di più è stato il confronto con altri musicisti che condividevano come me lo stesso amore per la musica (lì ho conosciuto il mio attuale tastierista).
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che la scena musicale italiana abbia tante sfaccettature, ci sono artisti, musicisti e cantautori estremamente bravi che sono arrivati a farsi conoscere al grande pubblico semplicemente per quello che ha trasmesso di buono la loro musica. Per altri faccio sinceramente fatica a capire come siano potuti arrivare ad essere così conosciuti e ad aver avuto così tanto successo rispetto alle loro oggettive capacità.
Sicuramente una cosa che migliorerei è la comunicazione…meno apparenza e più sostanza!
Oltre al lavoro in promozione quale altro elaborato musicale ci consigli di ascoltare?
Non sono ancora usciti tutti i brani dell’ e. p. ma se mi cercate su Spotify come Emily Breva o Emily Giungla, troverete tutti il mio vecchio cd che ha tutto un altro sapore!
Come stai vivendo da talento artistico e persona questo periodo del covid-19?
Durante il primo lockdown, avendo molto tempo a disposizione, ho praticamente scritto tutti i pezzi del mio nuovo e.p., quindi quei due mesi mi hanno fruttato molto artisticamente parlando. Quando poi ad ottobre c’è stata la nuova chiusura non è stato facile sia a livello personale che artistico, le due cose si collegano perché come ho già detto ho bisogno di vivere per scrivere, in più mi sono mancati tantissimo i live, sia farli che andarli a vedere!
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Sicuramente vorrò fare quante più date live possibili per far conoscere a tutti il mio ultimo lavoro!
Per ora ho come date il 26 giugno al Jousha Blues club di Albate(Co) e l’8 agosto alla Cascina Martesana di Milano, vi aspetto!