Quattro chiacchiere col talento puro di Angelo Iannelli

Quattro chiacchiere col talento puro di Angelo Iannelli

Straordinaria intervista oggi a Angelo Iannelli, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Elettronica, condividiamo con felicità l’intervista a Angelo Iannelli, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, Angelo Iannelli ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Angelo Iannelli!

Com’è nata tua la passione per la musica?

Credo che sia nata come una meravigliosa possibilità di evasione emotiva e cerebrale dalla realtà. 

Il personaggio può essere una maschera protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro Angelo Iannelli e il suo personaggio?

Chissà, forse altri personaggi che rappresentano tutti una parte di me. 

Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Elettronica?

Bella domanda! In linea generale non ho una regola, ad esempio molti miei brani sono nati da una linea melodica a cui in seguito ho aggiunto il testo; altri, al contrario, sono nati da storie e suggestioni scritte qualche tempo prima, a cui poi ho legato una melodia. “Elettronica” è un ibrido: ero così preso ed eccitato dalla composizione che il testo, la melodia e l’armonia sono usciti fuori in contemporanea, salvo alcuni piccoli ritocchi avvenuti nel tempo. 

Il lavoro è accompagnato da un video?

Per questo lavoro ho deciso di non girare un videoclip, volevo che il testo tirasse fuori da sé delle immagini sufficientemente nitide. 

È prevista l’uscita di un disco?

Doveva uscire qualche tempo fa, poi abbiamo deciso di rinviarlo per lasciare maggiore autonomia ad alcuni brani che meritano la giusta attenzione in via esclusiva. Ma arriverà… 

Cos’è per te l’arte, la musica?

L’arte è gran parte della mia vita, dico sempre che non potrei vivere senza arte, non potrei fare a meno di questo mix di sensi, emozioni e ragione che mi dona l’attività artistica. 

Quali sono le tue influenze artistiche?

Sono cresciuto con i cantautori degli anni Settanta, da De Gregori a Vecchioni, passando per Bennato, Rino Gaetano, Dalla, De André, Guccini, Bertoli, potrei continuare all’infinito. Poi nelle mie influenze ci sono Carboni, Vasco Rossi, Grignani, ma anche gli Eagles, i Rolling Stones, gli Smiths, e tantissimi altri. E poi tanto rock americano, soprattutto quello uscito tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta. 

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Negli anni ho collaborato, tra gli altri, con l’illustratore e animatore Michele Bernardi (Colapesce, Vasco Brondi/Le luci della centrale elettrica, Tre allegri ragazzi morti), che ha realizzato il videoclip de “Il bambino di Aleppo”, con Alessandro Canini (Venditti, De Gregori), con Riccardo Corso (Cristicchi) e con i Fratelli Cosentino (Ariete, Franco 126). 

E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?

Un vero piacere collaborare con dei professionisti del settore. 

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Cerco di trasmettere il messaggio che del dolore si può fare virtù, ma che bisogna analizzarlo a lungo nel profondo per trasformarlo in sana malinconia, in nostalgia, in ironia, in forza, in coraggio. 

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Sono sempre riuscito, almeno finora, a gestire in parallelo le mie attività musicali con quelle letterarie e cinematografiche. Tra le varie opere che ho scritto, consiglio di leggere il romanzo “Bar Binario”, un viaggio in una Roma notturna che non esiste più, fatta di incontri, relazioni, esperienze ai limiti della realtà, ma soprattutto di sogni, tanti sogni. 

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Ci sono tanti artisti incredibilmente interessanti ¾ vedi Vasco Brondi, Giorgio Poi, solo per citarne due tra i tanti che reputo molto validi ¾ e altri capaci di creare delle Hit straordinarie, ma siamo in un momento molto particolare della musica, in cui il significato di cantautore e di autore è forse venuto meno. Impazzano ovunque le cover e le tribute band, in cui oggi suonano anche eccellenti musicisti: alcuni di loro lo fanno per passione, ma in altri casi forse tutto ciò avviene anche a causa di una profonda crisi che sta colpendo il mondo musicale sia nell’ambito della musica inedita suonata dal vivo sia in quello dei meccanismi di pubblicazione e di promozione degli stessi brani inediti.

Ma c’è qualcosa che non va soprattutto tra noi cantautori. Per scoprirlo basta cliccare sulla sezione “Mostra riconoscimenti” di un brano qualsiasi su Spotify. Ogni giorno vengono pubblicati, anche da artisti affermati, brani firmati da 6-7 autori. Molti di questi brani sono carini, certamente. Ma come è possibile una cosa del genere? Come si fa a scrivere una canzone di 2 minuti (sic!) in 7 persone? In generale credo che ci sia qualcosa di profondo che sta modificando alcuni pilastri consolidati nella storia dell’arte, come ad esempio la ricerca di innovazione: ce n’è sempre meno e sono molti i sospetti plagi e auto-plagi, perché è più semplice così, è ovvio.

In ogni caso, tutto questo detto, io sono ottimista: credo che le cose cambieranno prestissimo, e in positivo. Ce lo insegna la storia, i cicli si ripetono costantemente. Una proposta? Eliminare dalle piattaforme di streaming i numeri relativi agli ascolti, i cosiddetti stream, che sono riportati accanto al nome del brano e dell’artista: tutto ciò sta portando a una vera e propria gara, spettacolare e muscolare, che nulla ha a che vedere con l’arte e che potrebbe produrre un vero e proprio disastro, uno stravolgimento del senso stesso dell’arte e del ruolo dell’artista nella società.

Ma ripeto, voglio essere ottimista.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Direi “DAG” e “Comico dell’arte”, i miei due preferiti. Ma anche “Come a Hollywood”, “Così scappi da te” e “Malbene”. 

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Spero che questo lungo incubo sia in fase calante, è stato un periodo duro per tutti noi. 

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Usciranno presto altri brani, poi un album. Riguardo al resto delle mie attività, sto scrivendo un altro libro e a breve girerò una nuova serie tv.