Quattro chiacchiere col talento puro di Nimsay

Quattro chiacchiere col talento puro di Nimsay

Con grande gioia diamo il benvenuto a Nimsay , artista poliedrica che ci sorprende coi suoi prodigi artistici. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro “Storie di noi” , approfondiamo con riconoscenza l’intervista a Nimsay , grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita, Nimsay ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Nimsay !

Com’è nata tua la passione per la musica?
Avevo 8 anni quando mi sono avvicinata al canto e alla musica. Mio padre, laureato in lingue, ha sempre cercato di insegnarmi l’inglese e, per aiutarmi con la pronuncia, utilizzava le canzoni. Col tempo però ho abbandonato l’inglese per iniziare a studiare canto e pianoforte, scoprendo di essere portata. A 12 anni inizio a creare le mie prime melodie e a 14 scrivo la mia prima canzone. Dopo anni complicati, in cui però non smetto mai di scrivere, verso i 17 anni inizio veramente un percorso alla ricerca della mia identità artistica e musicale. Per un po’ scrivere canzoni diventa una valvola di sfogo personale che mi aiuta a guardarmi dentro senza timore. Col tempo inizio anche a produrre i miei brani da autodidatta, passo che si rivela decisivo. Quegli anni sono stati fondamentali per consolidare uno stile e una linea artistica propri.

Il personaggio può essere una maschera protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro Nimsay e il suo personaggio?
In realtà, la cosa più bella dell’aver scelto come nome d’arte l’esatto contrario del mio vero nome è questa: che tu mi chiami “Yasmin” o “NIMSAY” sono sempre io. Non è un personaggio o un alter ego, non sono due persone diverse, il mio nome d’arte è la rappresentazione di uno specchio. Sono sempre io! Vera, autentica. NIMSAY ad oggi è la versione migliore di sé, quella che ha sempre voluto raggiungere ed essere. Sono in pace, sono sicura di chi sono, dei miei valori e dei miei obbiettivi, ed inevitabilmente lo sono della mia musica.

A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per “Storie di noi”?
Ma quanto è vero! Si, mi è capitato più volte ed è successo anche con “Storie Di Noi”. L’ho scritta al piano nel giro di una mattinata (almeno per la prima bozza), subito dopo aver parlato con un fan che ha avuto il coraggio di confidarsi con me. Ho sempre voluto scrivere di storie vere, vissute: la mia preghiera è stata esaudita. Io stessa spesso mi stupisco della bellezza e, anche della semplicità a volte, dietro il processo di creazione di una canzone.

Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Sono d’accordissimo, motivo per il quale la copertina del pezzo racchiude in modo significativo tutto il brano. Purtroppo però, nonostante fosse mio desiderio, non è stata possibile la realizzazione di una clip per problemi familiari. Non mi precludo, però, la possibilità di lavorarci in futuro, nonostante forse sia inusuale.

Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?
Vorrei tanto lavorare su un’ep per il prossimo anno. È un’idea che ho da tempo, quindi penso proprio di sì!

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Sicuramente è stato un percorso di crescita ed evoluzione, soprattutto personale. Gli anni in cui ho sperimentato e scritto tanto sono stati fondamentali. Ogni canzone scritta, anche se non destinata ad essere rilasciata, è stata un esercizio continuo, un gradino in più verso un’identità musicale che ad oggi sento di aver raggiunto. Ma ciò che più mi ha permesso di crescere a livello personale e quindi inevitabilmente, anche musicalmente parlando, è stato il mio avvicinamento a Dio, che considero la tappa più importante di tutta la mia vita. La musica è molto spirituale: è l’espressione di ciò che abbiamo dentro. Tutto ciò che mettiamo in musica è un’esternazione di ciò che siamo, di ciò che coltiviamo e di cui ci nutriamo. Non a caso sono molte le persone che mi dicono di percepire una sensazione di pace quando mi sentono cantare, proprio perché ad oggi ho pace nella mia anima. Tutto ciò che nutriamo dall’interno si trasferisce in vibrazioni, testi e note, ma questo può accadere sia in positivo che in negativo. Dunque ogni tappa ha avuto la sua importanza: sono curiosa di scoprire quale sarà la prossima!

Quali sono le tue influenze artistiche?
Sono cresciuta ascoltando Whitney Houston, Mariah Carey, Michael Jackson. Penso che cantare molto di più in inglese che in italiano, fin da piccola, abbia dato subito un’impronta più internazionale al progetto. Basti pensare al vibrato che utilizzo nel canto, il quale ad oggi, in Italia, non viene ancora apprezzato tanto quanto all’estero. Tra le artiste italiane Mara Sattei e Levante, ma nell’ultimo periodo mi sono innamorata dei testi e dello stile di David Kushner, che mi è stato di grande ispirazione.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Ad oggi collaboro con Luca Toli, in arte TOLi, della “squadra” Cosmophonix e Mario Tortoriello, in arte “Torthos”. Sono i producer con cui lavoro e mi interfaccio per un lavoro di qualità e cooperazione meraviglioso.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Il mio modo di vivere la musica è inevitabilmente cambiato da quando ho conosciuto Cristo. Ad oggi la vedo come uno strumento di evangelizzazione, un modo per aiutare, curare, parlare al cuore di chi mi ascolta: portare guarigione. Ambisco ad essere una viva testimonianza del fatto che c’è ancora speranza, che c’è un Dio che ci ama al di là di qualsiasi pregiudizio o visione che il mondo ne abbia dato. Ed è questo ciò che voglio raccontare attraverso la mia musica, per arrivare alle anime di chi mi ascolterà e, magari, portarle a guardare il Cielo.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Certo! Nel 2023 ho partecipato all’Rds Summer Festival, una bellissima esperienza e opportunità che mi ha permesso di interfacciarmi con un pubblico più ampio e con il mio primo palco importante. Nonostante i problemi tecnici, mi sono divertita tanto e ci fu un bel riscontro dal pubblico. Nello stesso anno ho partecipato a “Deejay On Stage” dove ho anche conosciuto Clara che con me è sempre stata dolcissima. Verso l’ottobre dello stesso anno sono stata a Napoli per “Palchi Belli” in collaborazione con Rockit, dove alcuni fan sono anche venuti ad ascoltarmi: è stata un’emozione incredibile! Quest’anno invece mi sono esibita al Meeting del Mare in apertura per il concerto di Jimmy Sax, dove ho anche presentato “Storie Di Noi”.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Non vorrei generalizzare, non mi sembra nemmeno giusto, ma sembra che ad oggi tutti vadano nella stessa direzione, sia per la musica che per i testi. Ho la percezione che manchi qualcosa, che ci sia bisogno di un cambiamento. Vedo un mondo in cui ormai il male è normalizzato e fa “trasgressivo”. Io invece ringrazio Thasup e Mara Sattei per “Casa Gospel” e non solo perché sono di parte, ma perché ci vedo valori, autenticità e novità.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Sicuramente “DOLL”, che è uscito quest’estate ed è letteralmente il racconto della mia conversione: è la storia della mia salvezza. Racconto di un’insoddisfazione, di un vuoto interiore scaturito dal vivere secondo il mondo invece che secondo Dio. Per quanto stessi apparentemente bene, alla fine della giornata quella mancanza restava dentro di me. Ho purtroppo sofferto anche d’ansia e derealizzazione, ma ho poi conosciuto Gesù Cristo, quel vuoto è sparito e la pace è arrivata. Una pace incomparabile e a cui tutti possono arrivare. Sono guarita da un momento all’altro e quel singolo momento ha stravolto tutta la mia vita. È un pezzo in cui parlo di perdono, di rinascita, dell’amarci gli uni gli altri.

Progetti a breve e lungo termine?
Come ho già detto, mi piacerebbe tanto lavorare ad un ep e, chissà, anche ad un album più avanti. Ho in mente un nuovo progetto, appunto, che possa promuovere i valori cristiani attraverso musica attuale, che possa essere accessibile a tutti, arrivare a tutti. Quindi provare a portare in Italia ciò che all’estero c’è da tempo, ma grazie a Dio, “Casa Gospel”, che ho già citato, sta già spianando la strada.