“La musica ha creato ciò che sono adesso. All’inizio fu un bisogno poiché mi aiutò a curare un problema di balbuzie, poi divenne una passione ed ora è vita.”
Inizia così l’intervista che ci ha concesso, con grande sincerità e passione, giovanissimo autore e cantante cagliaritano. Parole sincere e concrete, che sanno di asfalto, di vita vissuta: così come lo spaccato che ci offre dalle sue parole, Rafel non si risparmia. Come nelle sue opere e come nel recente singolo pubblicato per in radio e streaming dal titolo “Ho scritto fine”. Una promessa del mondo musicale italiano che grazie alla sua arte vuole aprirsi al mondo, esorcizzare le negatività e guardarle in faccia con le sue opere, biografiche, introspettive e prorompenti.
Rafel grazie del tuo tempo! Oltre a essere un cantante emergente di successo hai anche un’altra grande passione. Come coniughi quindi teatro e musica nelle tue opere?
Adoro abbinare la parte visual a quella musicale. Ricordo da bambino che prima di ascoltare una canzone, magari in radio o non so, accendevo MTV e speravo di vedere qualche video strano o che mi provocasse sensazioni forti.
Negli anni poi ho studiato teatro ed ho iniziato ad elaborare delle idee per dei miei lavori.
Mi piace dare un messaggio e non dimenticare che, da umano quale sono, ho miliardi di emozioni e tutte vanno prese in considerazione.
Diciamo che quello che voglio fare è davvero molto molto ambizioso e, per quello che mi riguarda, questo è ancora niente.
Quali sono le tue influenze musicali?
Credo che la mia musica sia unica concettualmente parlando. Cerco di abitare di mischiare i miei ascolti con quello che faccio. Però delle volte penso sia inevitabile subire qualche influenza.
Adoro i 30seconds to mars. Li ho scoperti al loro primo album e da quel momento, sono diventato un loro fan, un Echelon.
Naturalmente anche le grandi voci come Freddy e Bowie mi hanno sempre intrigato.
Parlando dell’Italia, adoro Renato Zero e penso sia il più grande di tutti per quanto riguarda lo spettacolo a 360 gradi.
Però ci sono artisti come LowLow e Salmo che hanno un modo di scrivere che mi rapisce.
E le tue collaborazioni?
Le mie collaborazioni sono una questione di cuore, prima di tutto. Faccio musica col cuore e avevo bisogno di amare le persone con cui avevo intenzione di lavorare. Xanthic è un mio fratello. Siamo sempre in contatto, tutti i giorni con 300 idee diverse e fortunatamente ci troviamo sempre, anche se litighiamo costantemente.
Con Vane abbiamo deciso di scrivere “Solo un giorno”, ma lei era già presente in tutto poiché è la persona che più mi sta accanto. Non riesco a chiamarla solo “amica” perché è limitativo. Penso di utilizzare il termine giusto quando dico “lei è la mia persona”.
Twenty è stato molto paziente con noi e gli voglio un bene dell’anima. Abbiamo passato tanto tempo nel suo studio e c ha regalato la sua positività dato che, per quanto mi riguarda, vivo un quarto d’ora d’ansia ogni 5 minuti.
Cosa significa per te l’EP “Giano” di recente uscita?
L’Ep Giano ha un significato di rinascita. Come il Dio Giano, ho lo sguardo al passato e al futuro, ma concentrato sul presente. Non andrò avanti senza ricordare cosa ho passato nella mia vita, sarebbe impossibile.
Significa libertà e ho voluto raccontare attraverso la mia musica, cosa avessi dentro di me. Non L ho fatto per levarmi dei sassi dalle scarpe, ma L ho fatto per spiegare che io so amare nella vita ma so anche soffrire allo stesso modo. La copertina ritrae me con una maschera poiché, prima che uscisse Giano, mi sentivo ingabbiato, come un pazzo in una panic room. Ora ho aperto la porta.
Programmi per il futuro?
Come tutti sanno, la cosa più importante per me è il palco. Spero di ritornare sopra di esso abitualmente perché questo è il mio lavoro, scrivere musica e cantare con la gente che ha voglia di condividere con me tutto questo.
Voglio farvi vedere lo show che ho in mente e su cui sto lavorando poiché sarà Unico.
Presto comunque ci saranno grandi novità e come sempre, Nuova Maledetta e Bellissima Musica.