Straordinaria e interessante intervista oggi a Prhome, artista poliedrico che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Run to the Sun, pubblichiamo con gratitudine l’intervista a Prhome, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, Prhome si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con BDM Press, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Prhome!
Com’è nata tua la passione per la musica?
E’ arrivata in maniera spontanea. Solitamente ci sono tanti che dicono “mio padre suonava il pianoforte, mia madre suonava il clarinetto … ascoltando i vinili che mettevano”. Ecco … Io niente di tutto questo. E’ arrivato tutto in autonomia, e ho fatto tutto da solo. Non che sia una discriminante. Semplicemente ho ascoltato e assorbito tanti tipi diversi di musica fin da piccolo.
Usa tre aggettivi (e perchè) per descrivere “Prhome” e il suo personaggio,…
Coerente, spregiudicato, coraggioso. Il perché vorrei che venisse fuori ascoltando la mia musica e magari facendo qualche ricerca sul mio passato e la mia gavetta.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Run to the Sun?
È stato veramente potente, direi quasi folgorante. Era una cosa che avevo dentro da un po’ di tempo. Però sai quei periodi in cui ti girano delle cose in testa e nel cuore, ma fai fatica a sintetizzare il sentimento, il concetto, la parola chiave? All’improvviso mentre stavo camminando per andare a prendere il pane …taac. È stato in quel momento in cui ho deciso di chiamare così sia pezzo che disco .. e ho cercato di riassumere in questo “Intro” nella maniera più sintetica possibile quel sentimento e quella voglia di tornare a stare con le persone che ti fanno stare bene e nei posti dove ti senti veramente al top: casa.
E com’è nato il suo videoclip?
Fare questo tipo di video clip in una sola Take è stata un’idea di Andrea Artioli, il regista. Visto la breve durata del pezzo, che in realtà è l’intro dell’album, e visto anche la location nella quale ci trovavamo, abbiamo pensato di fare tutto in scioltezza, in naturalezza prendendo un po’ il tutto come veniva. Semplicemente era questo che si voleva trasmettere. Spontaneità e stile prima gli altre cose.
È prevista l’uscita di un disco?
Sì certo è previsto l’uscita per fine anno del disco omonimo: Run to the Sun
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
È una questione di allenamento come in tutte le cose. Se ti alleni tutti i giorni anche quando non ne hai voglia e ti senti un po’ giù di morale, in quel momento lì quell’allenamento vale doppio. Anzi triplo. Se invece. alle prime difficoltà o quando ti senti un po’ debole, decidi di non allenarti … allora sappi che in quel momento lì stai perdendo terreno. Va allenato anche lo stile e l’ispirazione. Devi sapere che l’allenamento non è solo una cosa che riguarda i muscoli o il fisico. Va allenata la mentalità.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Ma io credo che in maniera inconsapevole lo siano tutte quelle cose che io ho ascoltato fin da piccolo. Credo sia la più importante e vera influenza artistica che ho.Se invece parliamo di artisti che hanno influenzato il mio modo di comunicare, direi che allora ci sono tutti quelli che a discapito della tecnica hanno sempre messo davanti l’energia, la passione e la capacità di trasmettere sentimento. Sono tantissimi per me. Non posso elencarli tutti e non mi sento di elencarne solo alcuni.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Le collaborazioni sono una parte fondamentale per chi decide di fare musica, a qualsiasi livello perché, oltre a viaggiare e a fare concerti, è una delle cose che ti fa crescere di più.
Ho collaborato con tantissimi artisti losangelini, di San Diego, ho fatto tantissime cose con artisti veramente tosti e che rappresentano la scena West Coast e del rap chicano. In Italia ho collaborato e sta collaborando con delle persone eccezionali. Giusto per fare qualche nome: Dj Enzo, Dj jad, Sa Razza, Ice One, Principe …
E la collaborazione con Comdart nel lavoro in promozione?
E’ nata grazie a quel sant’uomo di Dj Jad. E’ stato lui per primo a parlarmene. Comdart segue la mia promozione artistica da un paio di anni.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Diciamo che sono pochi ma ben chiari. Cerco di fare il massimo per riuscirci e sono il primo ad essere consapevole che a volte ci riesco meglio, a volte è un po’ peggio. I primi che mi vengono in mente sono il coraggio e la voglia di rischiare, poi la coerenza, la caparbietà, il valore della famiglia e l’ostinazione nel perseguire la propria strada.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Mi piacerebbe vedere più spontaneità da parte degli artisti e vedere magari un po’ di coerenza. Sarebbe bello che gli artisti siano nella vita quotidiana come si presentano sul palco o nei loro brani. Ne faccio un discorso molto generico è rivolto a tutti i generi, non solo alla scena Hip Hop.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Via consiglio di ascoltare “Per un pugno di riso” che uscirà il 20 di novembre e per rispondere alla domanda di poco fa sugli aggettivi che mi riguardano … ovviamente vi invito ad ascoltare il miei ultimi lavori. Tutti, non uno in particolare.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Io ho avuto personalmente più tempo per scrivere, per registrare, per ideare, per programmare e per portarmi avanti con il lavoro senza pensare troppo a quello che stava succedendo fuori. Poi logicamente spero che arrivi anche il tempo e la possibilità di esibirsi e di poter portare in giro quello che è stato preparato.
Progetti a breve e lungo termine?
Tantissimi ma quello più imminente l’uscita del nuovo videoclip fissato per il 20 novembre “Per un pugno di riso” e poi spero di potervi ritrovare qua e aggiornarvi per il disco!