Con grande piacere diamo il benvenuto a Gianni Costanzo, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Sette, condividiamo con felicità l’intervista a Gianni Costanzo, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, Gianni Costanzo si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Gianni Costanzo!
Come è nata la tua passione per la musica?
Ho iniziato ad ascoltare musica sin da piccolissimo ed a cantare accompagnandomi con qualsiasi cosa producesse un suono. In casa si ascoltava sempre musica classica, pop e anche quella dei grandissimi cantautori ed interpreti francesi. Più tardi, mi sono avvicinato al jazz ed al blues, ancora oggi i generi che prediligo insieme alla musica pop.
Usa tre aggettivi per descriverti…
Determinato, sognatore, curioso.
Rispettivamente, perché so bene quali sono i miei obiettivi ed i miei desideri e difficilmente demordo prima di raggiungerli, anche se richiedono molto sforzo e sacrificio; sono una persona che ama sognare, andare oltre il “normale”, quello che sembra “giusto” e “responsabile”. Se da un lato devo e voglio mantenere la giusta razionalità, dall’altro non posso proprio fare a meno di sognare (ed il disco è proprio uno di quei sogni diventato realtà); in qualsiasi cosa che faccio cerco di conoscere sempre di più, di indagare. Il disco è esso stesso anche l’espressione di una curiosità verso me stesso e verso un mondo, quello della musica, che ho sempre amato.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Sette?
“Sette” nasce innanzitutto dalla scrittura dei testi, a cui, poi, si è accompagnata la bellissima musica di Alessandro Guido. Solo il brano “come un equilibrista” è nato allo stesso tempo con testi e melodia del cantautore.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Due brani del lavoro sono accompagnati da video girati dal regista Luigi Simone Veneziano: “Acquarello” e “Terra mia”.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Prima di pubblicare “Sette” sono stati pubblicati tre brani che fanno parte dell’EP : una cover e i miei primi due inediti.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
“Sette” rappresenta circa 3-4 anni di lavoro, tra scrittura dei testi e registrazione in studio. Le emozioni che hanno accompagnato questo lavoro sono state molto contrastanti: bellissime e fortissime nel cantare i propri brani, nel renderli disponibili all’ascolto di tutti, nel realizzare d’aver reso un sogno realtà, nel vivere la vicinanza e l’aiuto di chi ci ha creduto con me, di chi ha voluto sostenere un “folle” sognatore e negative nel conoscere un lato del mondo della musica poco piacevole, in cui albergano “spremitori di sognatori”, macchine di promesse a pagamento, amici a contratto e tanto dilettantismo mascherato da professionismo. Non è stato per niente semplice arrivare alla conclusione del lavoro ed alla sua promozione ma questo è un altro dei motivi per cui ne sono particolarmente orgoglioso.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Un grandissimo peso lo hanno avuto e lo hanno tutt’ora importanti cantautori italiani quali Fabio Concato, Gino Paoli, Francesco De Gregori e grandissimi cantanti jazz quali Tony Bennett e Kurt Elling.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Agli inizi dei miei studi di canto ho avuto la fortuna di collaborare con Andrea Infusino e Danilo Blaiotta, affermati musicisti e per me esempio di professionalità ed amore per la musica.
In occasione del lavoro “Sette”, ho avuto la fortuna di collaborare con Alessandro Guido, compositore ed arrangiatore dei miei brani, Antonio De Luise, Giovanni Brunetti, Fabio Lizzani, Andrea Paternostro e con una grandissima cantante, Rosa Martirano, che ha voluto regalarmi la sua splendida voce in un duetto contenuto nell’EP.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
L’intero lavoro parla dell’amore: quello verso una persona, verso la propria terra, verso la vita. In un’epoca complessa, eccessivamente frenetica, troppo spesso superficiale credo sia importante tornare a focalizzarci sui sentimenti veri, quelli davvero importanti.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Prima di “Sette” sono stati pubblicati tre singoli. Prima della registrazione dell’album, ho partecipato a due concorsi canori nazionali, “Musicae’” e “Tour Music Fest” raggiungendo in entrambi i casi le semifinali. Successivamente, mi sono esibito saltuariamente nella mia città. Con il disco sarebbe dovuta partire una serie di concerti ma per ora è tutto sospeso a causa della pandemia da Covid-19.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
È stata e continua ad essere estremamente interessante. Negli ultimi tempi ho l’impressione che si stia dando più spazio a nuovi talenti, compresi quelli che propongono generi più tradizionali. Questo, a mio avviso, è già un grande cambiamento rispetto al passato.?
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Per ora sono pubblicate solo le mie canzoni contenute in “Sette”. Tra queste, una a cui sono particolarmente legato è “Oriente”.
Come stai vivendo da artista e persona la pandemia..?
Come tutti, con molta attenzione e speranza che passi presto.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Nel cassetto ci sono tanti nuovi brani e sogno di cantarli in un importante jazz club.