“Sono” non è solo un verbo… è il particolare psudonimo dell’artista che incontriamo in questa bella e interessante intervista. Al secolo Alessio Seu, Sono ci colpisce con la sua musica profonda e ricca delle esperienze degli ascolti della migliore musica italiana degli ultimi decenni. Impegnato nella promozione del suo recente lavoro musicale Asfalto, di conio beat e influenzato dalla musica anni brit di fine anni 70, Sono ci racconta di più della sua arte e della sua vita, ringraziandolo per il piacere e il tempo concessoci!
Com’è nata la passione per la musica?
La passione per la musica è sempre stata presente nella mia vita.
Già da piccolo armeggiavo con piccoli strumenti. Ma tutto si concretizza con l’ascolto dei primi cantautori italiani.
La mia prima musicassetta è stata l’album di Lucio Dalla del 79.
Poi arrivò il rock e il grunge…
Cosa significa e com’è nato il nome SONO e il suo personaggio, il suo sound?
Sono più che un personaggio è un vestito che si indossa.
Nei panni di Sono posso fare il cantautore sperimentale.
Sono è una storpiatura di una parola sarda ‘sonu’ che significa suono e dall’accostamento al mio cognome ‘Seu’ che traducendolo pedestremente significherebbe Sono.
Una bivalenza curiosa che mi ha portato ad usarlo come nome del progetto.
Come è stato concepito il lavoro Asfalto?
Asfalto nasce dalla passione per la poesia beat.
Un genere di poesia che celebra il momento della scrittura, l’attimo, il momento della creazione.
Da Ferlinghetti (scomparso di recente) a Kerouac.
La musica è un report della musica elettronica da club londinese.
L’ arrangiamento principale è avvenuto su un sempler della Roland (SP 404) che tanti ragazzi usano per comporre lo fi hip pop. Un miscuglio curioso!
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Sono a lavoro su un Album, diciamo che si parla di un gruppo di 20 canzoni… lavoro su due piani paralleli. Uno più elettronico e uno più folk.
Vediamo un po’ cosa succederà.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Sono un musicista indipendente, quindi ad ogni passo accumulo esperienza.
È questa la mia felicità: il cammino!
Quali sono le influenze artistiche?
Cantautori italiani e parecchia musica anglosassone..rock e folk soprattutto.
E la collaborazione nel lavoro in promozione?
Ho appena iniziato una bellissima collaborazione con Daniela de Il salotto dai colori Infiniti, che si occupa della diffusione e promozione.
Abbiamo un po’ di progetti da portare avanti.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Non voglio nessun tipo di impegno o di etichetta.
Ho delle storie da raccontare attraverso il filtro della mia esperienza di vita. Tutto qua’.
Possono essere dissacranti o molto serie.
Sicuramente sarcastiche.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi…
Ho suonato in giro per l’isola sarda con una prog wave chiamata Race, e una piccola serie di concerti solisti fino al 2017.
Poi il trasferimento in Inghilterra e la pandemia.
Spero di poter suonare presto in giro.
È veramente importante.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Non conosco tanto bene la scena musicale italiana attuale,
Ascolto con piacere i Baustelle e Iosonouncane.
Le loro liriche e musiche sono notevoli.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Vi consiglio: la pasoliniana “FAME” e la cruda verità di “LA TUA ETERNITÀ”.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Non male… ma sono sicuro di aver bisogno (come tutti) di tanta aria fresca e di andarmene in giro per l’Europa. Il progetto SONO nasce in piena pandemia.
Quali sono i programmi futuri?
Una serie di album con tematiche musicali diverse e fare un po’ di concerti.