Con grande gioia diamo il benvenuto a Ianez, nome d’arte di Andrea Iannone, artista poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Analisti ne abbiamo?, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a Ianez, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere, Ianez si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Ianez!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Ciao. La passione per la musica mi accompagna da quando ho memoria. Ho iniziato a scrivere canzoni verso i 12 anni accompagnato da una chitarra strimpellata. Non so immaginare la mia vita senza musica, è parte integrante di me stesso.
Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è Ianez e
il suo personaggio,?
Bella domanda!!! Ianez è un pensiero che si fa materia, è la mia forma animale e libera dalle convenzioni sociali, è un mezzo per esprimere i miei punti di vista, è un sentimento. Ianez è una certezza, alcune volte un rifugio da paure e tormenti.
Come descriveresti la nascita di Analisti ne abbiamo??
Il brano nasce durante una “passeggiata” nel social dove improvvisatori professionisti commentano tutto a prescindere dalle proprie competenze, giusto per nutrire il proprio ego. Il brano è ironico ma la tematica è serissima.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da
meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Si c’è un video girato interamente nell’abitacolo di un’auto, metafora del contenitore virtuale che ogni giorno abitiamo.
Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?
Nel 2022 uscirà un album di dieci tracce che conterrà “Analisti ne abbiamo?” i singoli precedenti e 3 inediti.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua
storia, tutto il suo percorso!
Inizio da ragazzino a scrivere i primi racconti. Verso gli 11 anni scopro la chitarra e i racconti diventano testi. La prima vera formazione è un gruppo black metal che mi accompagna dall’adolescenza fino ai vent’anni tra garage e festival di genere. Dopo lo scioglimento della band inizio una ricerca stilistica, una dimensione mia, identitaria. Attraverso diversi generi musicali, dal jazz all’elettronica passando per il rock, si alternano cover band, tribute e formazioni originali e nel 2012 con i Renè Golconda nasce una collaborazione con Gigi De Rienzo (bassita nei napoli centrale) che arrangia un nostro brano: “eri distratta” entrato nel circuito radiofonico nazionale. Poi ho preso una breve pausa dalla musica per scrivere: “sette foglie di Oleandro” romanzo uscito per lupieditore nel 2018. Nel 2019 dopo l’incontro con Fabio Tumini (produttore artistico, fonico, chitarrista) e Lorenzo D’Annunzio (Bassista) prende vita il progetto solista: “IANEZ”.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Tante influenze artistiche, dai Talking Heads, agli Afterhours ai Chemical Brothers con tutto ciò che passa nel mezzo ma non saprei dire quale prevale sulle altre.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
La più significativa è sicuramente quella con Gigi De Rienzo e Andrea Gallo. Quest’anno sono stato coinvolto da Auro Zelli che ha organizzato una canzone di Natale ed è stata una bellissima esperienza.
E la collaborazione nel lavoro in promozione?
“Analisti ne abbiamo?” aveva bisogno di qualcosa di diverso rispetto ai brani precedenti e così abbiamo deciso di chiedere una mano a Fabrizio Gammieri (batterista) per dare al pezzo un sound più sanguigno e un tiro più rock. La miscela ritmica di suoni sintetizzati e analogici si è rivelata giusta.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Non c’è la volontà di trasmettere qualcosa di preciso, di prestabilito, m’interessa immortalare scorci di presente, dare un punto di vista sulla contemporaneità e quando è possibile condire il tutto con l’ironia.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti
o concorsi?
È bello vedere che ad ogni pubblicazione con Ianez ci sia sempre maggiore risposta da parte del pubblico, che il nome cominci a circolare e che la risposta sia positiva. Attualmente siamo iscritti a Musicultura, parlo spesso al plurale perché io sono quello che sta davanti ma alle mie spalle c’è il lavoro di Fabio e Lorenzo senza il quale nulla sarebbe possibile.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa Cambieresti/miglioreresti?
Penso che ci siano progetti davvero interessanti e che si stia uscendo da un periodo dove l’ossessione del “politicamente corretto” e del non dover perdere consensi aveva reso i testi abbastanza asettici, innocui. Cambierei ciò che sta già cambiando, ma l’arte rispecchia la propria epoca, la descrive e quindi non credo ci sia da migliorare qualcosa ma solo osservare e ascoltare il racconto degli artisti.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Sicuramente NEW BLACK, un brano sul sociale, scritto e realizzato durante il primo lockdown guardando dalla finestra aperta sul mondo virtuale. Una descrizione, alcune volte quasi didascalica sulla parte più rumorosa e brutta non solo dell’Italia ma del mondo.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Seguendo le regole e cercando di essere il più corretto possibile perché credo sia l’unico modo per uscirne fuori. È logorante, è stancante ma stiamo vivendo una pagina di storia di quelle dove c’è un prima e un dopo, che questo dopo arrivi il “prima” possibile e nel modo migliore.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Il mio sogno è banalmente quello di riuscire a fare della musica e della scrittura il mio principale lavoro.