Accogliamo calorosamente e spalanchiamo le nostre curiose orecchie a ansia, artista poliedrica che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Io migliore, leggiamo con curiosità l’intervista a ansia, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, ansia ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a ansia!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Da piccolina, vivevo in un appartamento con mia mamma, anche lei appassionatissima di musica e durante il giorno ascoltavamo diversi CD: Queen, Led Zeppelin, Crush Test Dummies e io amavo cantarci sopra. Poi alle medie, per un caso fortuito durante una lezione di musica, il professore mi ha sentita cantare e mi ha chiesto di unirmi al coro della scuola. Il prof credeva così tanto nel mio talento che mi ha affidato quasi tutte le canzoni da solista del repertorio e mi ha suggerito di prendere lezioni per migliorare ancora. Mi sono fatta odiare da tutti i miei compagni, però sul palco mi sentivo davvero bene. Era una passione fuori moda in quel periodo, per cui le prese in giro non sono mancate però è stata per me una salvezza scoprire questa mia vocazione. Ho iniziato a scrivere che avevo 12 anni, di ciò che mi turbava, delle mie insicurezze, delle prese in giro, e mi sentivo invincibile dopo aver scritto un pezzo. La musica per me è sempre stata come la palestra, l’unica valvola di sfogo.
Com’è nato ” ansia” e il suo personaggio, il suo sound?
Ansia è il prodotto perfetto di anni passati a sentirmi in difetto ad essere una persona ansiosa, poco leggera, riflessiva, drammatica. Vivo la vita in modo molto forte e personale, per cui mi faccio impattare da tutto sia le emozioni positive che negative. La ricerca di un nome d’arte mi ha attanagliata per anni poi alla fine ho deciso di prendere quelle frasi un po’ stupide che genitori, amici e conoscenti dicono in questi casi “che ansia che sei” e renderla un riconoscimento. Ansia è Gaia solo più sicura di se, è una ragazza qualsiasi, molto determinata, decisa, riflessiva, talvolta irritabile, molto schietta e pronta a far conoscere le sue caratteristiche e la sua vita. Il mio sound è la riflessione un po’ delle mie due personalità, un animo più dolce, docile e ansioso e un animo più aggressivo, focoso. I miei brani sono sempre divisi in due parti che rispecchiano queste personalità. Ci sono influenze dai miei ascolti: Arctic Monkeys, Neighbourhood, Willie Peyote, Maneskin e influenza elettronica del mio fidato produttore Wairu (Morgan Rosin) . Cerchiamo sempre di dargli sempre personalità e riconoscibilità.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Io migliore?
Da un impatto con me stessa. Come dicevo la musica è per me la valvola di sfogo dopo aver accumulato tante emozioni. Ho sempre vissuto, per tanti motivi, sentendomi più grande e matura della mia età. Anticipavo le fasi della mia vita, ma non in quel senso un po’ più spensierato dei ragazzi di andare magari in discoteca a 16 anni piuttosto che 18. Prendevo le responsabilità, i problemi e le imposizioni, che ogni fase della vita detta, e me le imponevo. Questo mi ha fatto sentire pesante, ha incrementato la mia paranoia nel dover essere perfetta, sempre al di sopra delle aspettative e di non deludere mai nessuno. Ho sviluppato una regola autoimposta di dover essere sempre “la migliore”, i miei successi decretavano il mio valore come persona. Ad un certo punto a scuola, avevo 16 anni, mi sono sentita come presa da un raptus e mi sono cimentata a scrivere queste emozioni, dopo l’ennesima verifica che avevo affrontato come una questione di vita e di morte, li è nato “io migliore”. Non è altro che un mantra per me stessa e un invito per chiunque si senta come mi sento io a far uscire anche il lato considerato meno splendente: “anima pura, ti prego esci fuori”.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Un album sarebbe il mio sogno, ovviamente sono ancora piccolina artisticamente per cui magari pensarci ora è utopistico, ma si è un obiettivo a cui ambisco. Mi immagino già a volte qualche copertina, un filo conduttore. Penso vada di pari passo con la mia evoluzione spirituale e mentale, vorrei che l’album coincidesse con un punto di svolta anche in quel lato.
Cos’è per te l’arte, la musica?
Come già dicevo, la musica la vivo come lo strumento che mi permette di “espellere” fuori da me tutte le emozioni positive e negative. Sento vari momenti in cui sono sopraffatta, sono “piena” e in quei momenti sento arrivare in testa un jingle o qualche parola e inizio a scrivere. Dopo questo processo mi sento leggera ripulita e carica come una molla. L’arte per tutti è una cura. Anche io mi accodo a tutti gli artisti prima di me nel dire questo.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Sono una grande amante degli artisti degli anni 70/80. Apprezzo tanto il rock, l’indie rock e il pop-rock. Sono cresciuta con Queen, Amy Winehouse, Bowie, Crush Test Dummies, Red Hot Chili Peppers, e successivamente con i Muse, i Rem, i Maneskin. Nei miei brani sento l’influenza anche dei miei artisti Italiani preferiti dell’ultimo periodo, Willie Peyote, Brunori Sas.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Al momento collaboro a strettissimo contatto ( nel senso che Ansia è entrambi noi) con Wairu. E’ amico e produttore da anni e amo come le mie idee con lui prendano sempre vita in modo inaspettato, dinamico e originale. Ci completiamo, la mia passione per gli strumenti puliti incontra la sua abilità nel produrre elettronica ( date le sue influenze) e penso che i prodotti che otteniamo siano un bel connubio divertente.
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Sono un supporto fondamentale. Li ho conosciuti da poco ma ho apprezzato quanto abbiano creduto nel progetto sin da subito, mi abbiano valorizzata e ascoltata. È un piacere avere questo team che si occupi di diffondere la mia arte. Mi sento talvolta ancora un po’ a disagio per le occasioni che mi trovano perché non so se ne sono all’altezza, ma riescono a farmi incontrare persone sincere e competenti che mi fanno sentire speciale e aumentano la mia fiducia.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Vorrei creare brani che siano dediche e a volte grida silenziose. Vorrei che le persone usassero i miei brani per rifugiarsi o come dediche alle persone per fargli comprendere uno stato d’animo, un pensiero o un messaggio. Vorrei trasmettere la mia vita e messaggi che arrivino dritti al cuore a chi ha già vissuto le mie stesse situazioni.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Io migliore è la mia prima pubblicazione, ho più esperienze in termini di live e concerti. Il primo palco (serio) che ho calcato, avevo 14 anni, avevamo appena creato la band con cui allora suonavamo, “The Outsiders” diventati successivamente “2nd Outbreak”. Avevamo un repertorio rock e ci divertivamo tanto a passare da palchi dei locali a palchi di feste e manifestazioni. Siamo stati convocati quello stesso anno a “Bolle di Malto” una prestigiosa festa del nostro territorio biellese e successivamente abbiamo vinto un concorso regionale “I giovani Aironi”, aggiudicandoci la produzione di un singolo “No way Back”. Eravamo interessanti perché eravamo piccoli, il batterista (un fenomeno con il suo strumento e altri, come chitarra e basso) aveva appena 13 anni e noi poco di più. Con loro ho calcato diversi palchi e fatto differenti live. In solo ho poi partecipato al Tour Music Fest sempre all’età di 15 anni e quest’anno, ho vinto il contest di Area Sanremo aggiudicandomi l’esibizione sul palco del “Suzuki stage” prima di Lazza durante il festival di Sanremo.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso sia molto variegata. Forse un po’ satura talvolta. Fare e publicare musica è più facile di anni fa. È più facile accedere alle piattaforme di distribuzione e creare una propria immagine tramite i social. E’ difficile distinguersi ed emergere, ma penso sia anche questa la vera sfida. Salire di livello è molto difficile talvolta e legato ai contatti nel settore ma penso che la determinazione alla fine venga sempre premiata.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Uscirà a breve un brano legato ad un progetto importante, per cui consiglio di rimanere sintonizzati ai miei canali social J
Progetti a breve e lungo termine?
Vorrei sviluppare un Ep e iniziare a girare palchi differenti da solita nel breve termine e nel lungo termine poter partecipare ad un talent, produrre un album e si spera un bel tour.