Con grande piacere diamo il benvenuto alla band Shy Rantha, formazione poliedrica che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Desert Queen, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista alla band Shy Rantha, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica dei componenti, la formazione Shy Rantha si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Sorry Mom, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto alla band Shy Rantha!
Com’è nata vostra la passione per la musica?
Eugenio: la mia passione per la musica è nata quando da piccolo rubavo i vinili di Bruce Springsteen a mio fratello maggiore e li ascoltavo in segreto. “Nebraska”, “the River”… Poi ho cominciato a suonare La chitarra sempre rubandola a lui…Con gli spartiti che trovavo in casa ho scoperto presto de Andrè, Guccini e De Gregori, pezzi con pochi accordi per imparare… E sono rimasto affascinato da quei testi emozionanti, poetici ed evocativi.
Shirantha: la mia passione per la musica è nata già quando da piccolo in Sri Lanka ascoltavo i vecchi dischi di mio padre e poi, quando sono arrivato in Italia, ho trovato per caso in una soffitta una cassetta con i grandi successi dei primi Queen, e di colpo mi si è aperto un mondo…
Com’è nato il proponimento “Shy Rantha” e il suo sound?
Eugenio: il duo “Shy Rantha” nasce quando due vecchi amici si reincontrano dopo tanti anni di peripezie e decidono di provare a scrivere qualche pezzo in inglese che racconti viaggi e avventure, “fuori e dentro di se’”, provando a infondere nella musica le suggestioni e i colori Di tutto ciò che nella vita e nell’arte li ha colpiti e influenzati.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Desert Queen?
Eugenio: come tutti i nostri pezzi, anche nel caso di “desert queen” è nata prima la musica insieme alla stesura del cantato. Poi ho provato a scrivere un testo pensando al deserto, come se fosse la colonna sonora di un film immaginario, e piano piano, ha preso forma l’embrione di un racconto di avventura, ossessione magia e mistero…
Il lavoro è accompagnato da un video?
Shirantha: sì, il video potete vederlo su YouTube, sul nostro canale. È un video dove noi non appariamo in prima persona, ma che racconta per immagini nascita, crescita vertiginosa, conseguente rovina e ritorno alle origini di una città costruita in mezzo al deserto, come Dubai, con le sue poche luci e molte ombre…
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Shirantha: Questo ancora non lo sappiamo, anche perché oggi non sembra più essere così importante… Comunque su Soundcloud ci sono una quindicina di pezzi che danno un’idea chiara delle varie forme che ha fin qui preso il mondo musicale degli Shy Rantha; noi li pubblichiamo lì come demo per raccogliere pareri da chi ci segue e poi scegliere i singoli da lanciare in maniera tradizionale.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Eugenio:In realtà per ora il nostro percorso è molto semplice da raccontare. Questo duo nasce un paio di anni fa, scrive e incide pezzi, trova in Luca Antonini, compositore di colonne sonore, un importantissimo aiuto per gli arrangiamenti e prova a farli arrivare a più persone possibile, anche autoproducendo i video e pensando ai live, finora resi impraticabili dalla pandemia in corso.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Shirantha:Le nostre influenze artistiche si rifanno di sicuro più al passato che al presente… Peter Gabriel, David Bowie, Pink Floyd, Beatles, Depeche Mode, Radiohead e R.e.m per citarne alcune…Grande importanza hanno per noi anche il mondo delle colonne sonore e certa letteratura americana “neoclassica”, tipo quella di Cormac McCarthy.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Eugenio: Oltre alla già citata collaborazione col compositore di colonne sonore e amico Luca Antonini per quanto riguarda gli arrangiamenti e i mixaggi, è stato importante collaborare con Rosa Piacenza, bassista e performer che ha registrato i pezzi e che sta preparando il live con noi e con Luca Scarcella e Matteo Cavagna, giovanissimi e preparati musicisti di Novara. Una menzione speciale va sicuramente a Glenn Welman, musicista di Bristol che ha registrato tutti i pezzi alla batteria e che ha sempre trovato la chiave giusta per far svoltare gli arrangiamenti.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Shirantha: Attraverso la nostra arte ci interessa raccontare, per musica e immagini, aspetti misteriosi dell’animo umano che ci hanno sempre incuriosito, come il coraggio, l’audacia, l’abnegazione e diversi tipi di fede che possono spingere ad imprese impensabili e ad avventure e scoperte impensabili..Nelle nostre canzoni il protagonista è quasi sempre in un momento chiave della sua vita, ed è proprio lì che vede chiaro dove sta la luce e dove sta l’oscurità… Nonostante questo trova sempre la forza e il coraggio di lanciarsi nel vuoto e di fare una scelta, rischiando di perdere tutto. Un’altra idea molto chiara che abbiamo su quello che vorremmo riguarda il concetto di “intensità”. È quella che cerchiamo nei testi, negli arrangiamenti e nella produzione. La speranza è quella che questi pezzi, anche se non piacciono, non lascino indifferenti.
E la collaborazione con Sorry Mom nel lavoro in promozione?
Eugenio: La nostra collaborazione con Sorry Mom è iniziata alla fine dell’anno scorso, ci permette di far sentire i singoli su network di radio locali e web radio, rilancia le interviste e i contenuti sui social e ci fa da ufficio stampa. Tutte attività molto preziose per chi fa musica nel 2021. Quando si riaprirà la possibilità di suonare dal vivo speriamo che Luca Bernardoni, Marco Biondi e soci ci trovino anche qualche buona data live!
Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Shirantha: La scena italiana attuale è chiaramente dominata da rap, trap e affini, tipi di musica che non abbiamo mai capito fino in fondo. Non solo per motivi anagrafici, ma anche soprattutto per una povertà di ricerca armonica che per noi è sempre stata la cosa più sfiziosa e interessante della musica. Poi chiaramente, soprattutto nel mondo indipendente, ci sono sempre delle splendide eccezioni…In generale siamo convinti che, anche se fai un genere totalmente fuori moda, alla fine siano sempre la coerenza della proposta e l’onestà a pagare.
Come state vivendo da talento artistico e persona questo periodo del covid-19?
Eugenio: Quest’ultimo anno è stato molto duro, soprattutto a livello personale… penso che sia stato una maniera, inaspettata, per capire quali fossero i legami veri e quelli fasulli. Sicuramente resta la speranza di ripartire con energia e entusiasmo e resta qualche buona track scritta in questo periodo proprio perché, si sa, di solito la musica si nutre proprio di inquietudini e rivoluzioni.
Oltre al lavoro in promozione quale altro singolo ci consigliate di ascoltare?
Eugenio: In quello che abbiamo prodotto fin qui non è difficile identificare due filoni compositivi e stilistici: uno vicino a quest’ultimo singolo “Desert Queen” e l’altro più vicino a suggestioni psichedeliche e floydiane. Per quanto riguarda il primo filone consigliamo l’ascolto di pezzi come “The witch” o “The Road”, mentre per quanto riguarda il secondo filone pezzi come “King of Sorrow” e “Other side”, tutti ascoltabili su Soundcloud e qualcuno presente anche su Youtube.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa state lavorando?
Shirantha: Nel futuro prossimo gli Shy Rantha scriveranno sicuramente nuovi pezzi, realizzeranno video di quelli già esistenti anche approfondendo la tecnica del green screen e proveranno a preparare un live all’altezza, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista dei contenuti visual e multimediali. Sicuramente il lavoro non mancherà…