Uno spritz con Mazi Music eccezionale artista, vita e curiosità partendo da Drin Drin

Uno spritz con Mazi Music eccezionale artista, vita e curiosità partendo da Drin Drin

Straordinaria intervista oggi a Mazi Music, artista poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Drin Drin, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a Mazi Music, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, Mazi Music ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Mazi Music!

Com’è nata tua la passione per la musica? Il personaggio può essere una maschera protettiva quando ci esibiamo.

La mia passione per la musica nasce da piccolo quando mi sono trasferito a Venezia all’età di tredici anni, grazie ad un mio amico che ascoltava rap ed è proprio grazie a lui che mi sono avvicinato a questo mondo. Ho iniziato a scrivere per gioco qualche rima sui diari durante le lezioni, rime senza senso, solo per il gusto di farlo. Un giorno, dopo mesi che ascoltavo artisti come Marracash, club dogo e fabri fibra, decisi di iniziare a scrivere qualcosa che mi rappresentasse e da lì non mi sono più fermato.

Il personaggio può essere una maschera protettiva, ma non nel mio caso. Io quando pubblico una storia, un post o salgo sul palco sono così come sono nella vita reale. Il mio personaggio non indossa una maschera, sono me stesso in tutto e per tutto.

Calato il sipario, chi troviamo dietro Mazi Music e il suo personaggio?

Calato il sipario trovate Pietro Sivo che non è altro che Mazi ma con un nome e un cognome. Credo che sia una cosa fondamentale rimanere se stessi in questo mondo fatto ormai solo di immagine e pubblicità.

Poche persone sono davvero come si vedono sui social o in televisione e negli ultimi anni la situazione è peggiorata e non tutti sono stati in grado di mantenere la maschera che li proteggeva, in molti sono stati “sgamati” perchè fingevano di essere chi non erano veramente. Così facendo perdi solo credibilità e ti ritrovi col perdere tutto ciò che avevi costruito.

Come è stato concepito il lavoro Drin Drin”?

Drin Drin è il nome del mio ultimo singolo che parla di un periodo della mia vita in cui avevo in testa solo paranoie e dubbi su praticamente tutto ciò che mi stava accadendo.  L’ispirazione per questo singolo è venuta in modo naturale durante un viaggio in macchina, ero in autostrada in ritorno da Milano verso Venezia e stavo ascoltando del rap francese al quale sono particolarmente legato. Ricordo che ad un certo punto ho pensato che volessi solo che tutto quel periodo fosse solo un brutto sogno. Ed è lì che ho iniziato a canticchiare le prime parole del ritornello: “faccio brutti sogni come se fossero qui..” ho cercato di utilizzare parole che suonassero ridondanti o ripetitive come ad esempio “drin drin” per far entrare nella testa delle persone quel senso di confusione.

 A questo brano ho lavorato con i ragazzi di Up Music i quali hanno capito il senso della canzone e mi hanno aiutato con la creazione del brano accompagnandomi in ogni singolo passo, curando ogni singolo dettaglio.

Il lavoro è accompagnato da un video?

Il brano è accompagnato da un video che è già online su Youtube. Ho voluto occuparmi anche della creazione di un video per questa canzone perchè credo che ne abbia bisogno, in quanto, secondo me, aiuta all’ascoltatore a seguire bene il senso logico della canzone.

Ho scelto di usare come visione principale un gioco di luci, in alcune scene anche ad intermittenza, proprio per ricreare quel senso di caos che si ritrova all’interno delle barre del singolo.

E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Questo singolo non è estratto da nessun album e non sarà contenuto in un eventuale progetto. La scelta è facile in quanto al momento preferisco lavorare su release singole per dare spazio che merita ad ogni singolo pezzo. Uscire con degli album per noi emergenti potrebbe essere controproducente in quanto se non hai abbastanza seguito tutto l’album non verrebbe valorizzato per quello che è, e tutti i brani verrebbero ascoltati e poi dimenticati.

Per questo per me, al momento, la scelta migliore è lavorare su ogni singola release.

In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?

 Ogni artista inizia il suo viaggio pieno di speranze e sogni, ma presto si trova di fronte a sfide impreviste come ad esempio il trovare qualcosa per il suo riconoscimento, che può essere il proprio timbro di voce o il modo di interpretare il brano.

La “salita” può essere vista come quel periodo di sforzo intenso e continuo, dove l’artista deve superare ostacoli interni ed esterni, spingendosi oltre i propri limiti per affinare la propria tecnica e esprimersi al meglio

La “discesa”, invece, rappresenta quei momenti in cui tutto sembra andare per il verso giusto.

Nel mio caso, al momento mi sento ancora in salita anche se ho trovato la mia strada e il mio carattere stilistico poichè so di avere ancora molto da imparare e di obbiettivi da raggiungere, ma sono pronto per arrivare in cima alla salita e spero di godermi la discesa.

 

Quali sono le tue influenze artistiche?

Sono quel genere di persona che ascolta davvero di tutto, ho una playlist per ogni genere. Ovviamente essendo un artista che fa musica urban, la maggior parte delle volte ascolto rap, che sia rap francese (i PNL su tutti) o rap americano come Tory Lanez e 50 cent il quale reputo un artista immortale. Di artisti italiani ascolto molto perché mi piace vedere come cambia la scrittura e il modo di approcciarsi al beat da artista ad artista, se devo sceglierne uno, scelgo Emis Killa perché è l’unico che è riuscito a fare tutto e a farlo al meglio tra contest di freestyle, hit radiofoniche,

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Ho collaborato con vari artisti emergenti, molti sono miei attuali amici. Si è creato un bel rapporto con tutti loro e credo che il bello della musica sia proprio questo, unirsi insieme per comunicare qualcosa. Fare una canzone da solo è molto soddisfacente, ma farlo in compagnia è qualcosa che ti rimane ed è anche più divertente.

Ovviamente ora con il senno di poi non collaborerei mai con qualche artista con cui non è andata a finire bene personalmente o che magari si sono rivelate persone lontane dalla mia visione di vita e che consideravo amiche.

Purtroppo, non possiamo prevedere il futuro e possiamo limitarci solo alla fiducia che diamo alle persone, sperando che esse non la tradiscano.

E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?

A collaborare con Red&Blue ci sono riuscito grazie ad Up Music, sono stato contattato da loro per la promozione di Drin Drin, il mio ultimo singolo.

Mi sto trovando molto bene e tutto ciò che sto facendo grazie a loro mi sta aiutando molto ad esprimere ciò che è il mio percorso, non lo avevo mai fatto prima se non tramite le canzoni. Mi sta piacendo molto e loro sono molto professionali. Fin ad ora ho fatto un po’ di interviste radiofoniche per la promozione del brano e senza di loro non ci sarei mai riuscito. Gli devo molto.


Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

A differenza di ciò che siamo abituati a sentire al giorno d’oggi nell’urban, io prendo distacco dai soliti discorsi di strada o di armi, in quanto io non lo faccio per quello, ma bensì per riuscire ad arrivare alle persone tramite le mie esperienze e le mie idee e spero che vengano capite e comprese. Non voglio finire nel clichè del Rap attuale, voglio portare la mia musica e la mia identità artistica. Sto lavorando sodo da anni e tutte le persone accanto a me sanno quanto ci tengo ad ogni mio brano e quanta passione ci metto. Cerco sempre di migliorarmi, di trovare nuove soluzioni e nuove sonorità e mai come in questo periodo sento di aver trovato la mia strada artistica.

 
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Negli ultimi anni ho partecipato ad un paio di concorsi, una su tutte da dimenticare in quanto al momento della mia esibizione i fonici che dovevano occuparsi dell’autotune hanno sbagliato chiave, rovinando l’esibizione. Mi sarei fermato se solo fossi riuscito a sentire qualcosa, ma dalla posizione delle casse mi era impossibile ed infatti oltre alla base io sentivo solo la mia voce naturale. Le altre esibizioni sono andate alla grande e sono riuscito a dare sempre il meglio di me.

Due anni fa mi sono esibito live nella piazza del mio paese natale ed è stato il live più bello fatto fino ad ora, la gente mi seguiva, cantava e anche se non era li per me, ho saputo tenere il palco con la stessa grinta che metto in ogni singolo brano ed era come se le persone riconoscessero che meritavo di stare li sopra e mi hanno accompagnato fino alla fine.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

La scena italiana negli ultimi anni è riuscita ad espandersi e ad arrivare oltre oceano, cosa che prima molto difficilmente accadeva. Che la musica che c’è in giro piaccia oppure no. L’unico problema che abbiamo in Italia è che siamo sempre pronti a puntare il dito e a giudicare. Se qualche artista porta innovazione sarà sempre prima criticato e poi accettato. Questo è dovuto proprio all’italianità delle persone.

Se un artista innovativo avesse tutti i mezzi per essere aiutato a portare fino in fondo il suo progetto, penso che a quest’ora sia la Francia o perchè no; anche l’America a copiarci. Oggi giorno se qualcosa di diverso non viene fatto prima dai rapper Americani, in Italia la disprezzeremo a prescindere perchè risulterebbe “strana”.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Non molto tempo fà è uscito un mio brano intitolato “Moneymaker”, al quale sono affezionato molto perchè è stato il brano che ha aperto le porte a molti miei brani su cui sto lavorando per far uscire in modo che possano essere valorizzati.

E’ stato il brano che mi ha fatto intraprendere un determinato stile su cui puntare.

Moneymaker è un brano propriamente rap, pieno di barre ed icastri che non possono mai mancare nei miei brani. Il ritornello ti entra in testa fin dal primo ascolto, lo consiglio.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è far arrivare la mia musica a più persone possibili, per prendermi la rivincita con me stesso e far capire alle persone il mio valore.

Sento di valere qualcosa, devo solo trovare il modo giusto per riuscire ad arrivare alle persone che capiscano cos’ho da dimostrare. Nel far ciò continuo a fare musica con la stessa determinazione che ho dal giorno zero e lo farò sempre con passione, che è una cosa fondamentale. Senza passione non c’è vittoria.