Che bella l’estate e altre storie, raccontate direttamente da Gùlana

Che bella l’estate e altre storie, raccontate direttamente da Gùlana

Con grande riconoscenza diamo il benvenuto a Gùlana, artista poliedrico che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Che bella l’estate, condividiamo con felicità l’intervista a Gùlana, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, Gùlana si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Gùlana!


Com’è nata tua la passione per la musica?
Credo sia nata da subito, in famiglia si è sempre ascoltata molta musica. Mio fratello maggiore, suonando la chitarra, ha contribuito a farmi crescere tra strumenti, vinili e cd… sono rimasto in scia, militando nelle prime band, scrivendo i primi inediti.

Descrivi “Gùlana” e il suo personaggio, i suoi pregi e i suoi difetti
Mi chiamo Giuseppe, come mio nonno. Attraverso Gùlana inizio il mio progetto cantautoriale. É molto difficile riuscire a descriversi, posso dire che per me è molto importante la correttezza, da li parte tutto. Sono curioso, attento ai particolari… poi non so. Di pregi e difetti credo sia meglio ne parlino gli altri, il bello magari è scoprirli lungo il percorso.

Come descriveresti la nascita di Che bella l’estate?
É nata quasi da sola, camminando davanti al mare, mentre l’estate iniziava in anticipo. É partito il refrain in testa, lo stesso che poi tanti mi dicono non riuscire a togliersi dalla mente. Poi tutto è andato avanti naturale, tra diapositive di ricordi e atmosfere estive. Per gioco mi piace definirla una canzone a maniche corte, con gli occhiali da sole. È una canzone d’amore, ma di quelle col sorriso. Racconta di amori finiti, ma ancora nel cuore, che riaffiorano mentre quando guardi il mare o rivivi certe situazioni. A volte basta un piccolo dettaglio o un semplice profumo per riportarti alla mente un intero mondo. Rimane sempre quel dubbio… se le cose sarebbero potute andare diversamente… Ma in realtà, in questa canzone, ci sono più persone, le emozioni non sono legate a una sola figura. È come un romanzo per chi si innamora ogni giorno, con l’invito di andare sempre avanti con serenità.

Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Per ora abbiamo scelto di utilizzare un piccolo filmato in loop con ragazzi che giocano spensieratamente a calcio sulla spiaggia, al tramonto. Con il pallone che non cade mai a terra. Ma stiamo pensando di realizzare un videoclip.

E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Questo singolo è uscito quasi insieme a altri due brani, RoofParty e Italiano bello. Ma siamo in working progress e tutti e tre faranno parte dell’album.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
Ho iniziato a suonare come tanti ragazzi, in cameretta, approcciandomi agli strumenti da autoditatta. Poi mi sono perfezionato didatticamente, ma senza esagerare. Musicalmente non posso dire di avere un vero e proprio percorso scolastico. La mia formazione viene più dal campo, suonando la chitarra e il basso con varie band, inizialmente con cover, poi con brani inediti, sia in Italia, specialmente coi Maldaria, ma anche grazie ad esperienze avute all’estero. Scrivere canzoni ha sempre fatto parte di me, poi spinto anche da alcuni amici ho deciso di iniziare il mio progetto tutto mio, ed eccomi qua.

Quali sono le tue influenze artistiche?
Mi piacciono vari stili musicali e artisti anche molto diversi tra loro. Non c’è un genere specifico su cui mi fossilizzo. Aver ascoltato molta musica ha contribuito a farmela amare, in ogni forma. La musica poi non ha età, mi piace quella del passato così come quella contemporanea, “moderna”.
Non è semplice stilare una lista, posso dire di essere un figlioccio dei Beatles, sempre presenti in famiglia e per me molto importanti riguardo la composizione, ma tra i miei preferiti ci sono anche i Doors, Led Zeppelin, Cure, Clash, Jeff Buckley, Red Hot Chili Peppers, e molti altri, ma anche tanta musica italiana, da Rino Gaetano a Silvestri, Fabi, senza dimenticare anche i grandi maestri del cantautorato.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Ho suonato molto in band, quindi collaborando, componendo anche a più mani. Da pochissimo è cominciato il mio progetto personale ma tutto sta prendendo forma rapidamente. Ho avuto la fortuna di avere dentro alle mie canzoni figure importanti del panorama musicale italiano come Simone Gianlorenzi e Francesco Santalucia e altri musicisti altrettanto eccezionali. E non credo finirà qui.
Nel mirino abbiamo una collaborazione in Sudamerica, con Mateo Moreno (ex bassista e fondatore dei No te va a gustar), riguardo la versione spagnola di Che bella l’estate, ma anche qui in Italia con i Lirici Distanti di Kato e L’Arcano in riferimento a un nuovo brano.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Mi piace l’idea che le mie canzoni possano arrivare alla gente, che possano far parte dei loro giorni e della loro quotidianità, accompagnando al lavoro, a scuola… Importante è essere onesti tra le note e le parole. Mi piacerebbe contribuissero a far stare bene, al contempo sapere che possano far riflettere, che possano innescare domande, ma anche che siano complici di un sorriso. É un mondo in cui serve gentilezza, sensibilità, rispetto, e la musica può miscelare le pozioni giuste per essere migliori.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
A parte le esperienze e pubblicazioni con vari gruppi in cui ho militato in passato, questi tre singoli appena usciti sono i primi sotto forma di Gùlana. A breve ne usciranno altri. Per quanto riguarda i live di Gùlana, tutto è appena cominciato, finora abbiamo suonato quasi in unplugged, ma stiamo curando questo aspetto organizzando con la band al completo.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La musica è cambiata molto negli ultimi anni e non solo quella italiana. Apprezzo moltissimo la varietà di generi e stili che emergono, dalla musica pop, dal rap all’indie, la grande capacità di mescolare tradizione e innovazione. Forse però si è perso troppo di vista la forma canzone e la cura verso i testi. Si può fare una hit senza per forza mettere da parte una profondità culturale, ma questi cambiamenti non riguardano soltanto il settore musicale, riflette il sociale, il mondo che ci circonda. Non voglio fare però un discorso pessimistico, soprattutto perchè chi fa ottima musica in Italia e nel mondo c’è, chi ancora è attento a mantenere la musica come forma d’arte, nei testi, nella composizione, negli arrangiamenti… c’è. Faccio un nome a rappresentanza di molti altri bravi artisti: Fulminacci. Forse l’errore è non far nutrire di queste cose, ma entriamo in campi arditi, dove gioca il businnes e cose che con l’arte della musica poi ha poco a che fare.
Sicuramente penso che sarebbe utile avere maggiori opportunità per i nuovi artisti emergenti, non attraverso i talent show però. Spesso, per chi inizia, è difficile trovare spazio e visibilità in un mercato dominato dai grandi nomi. La musica italiana ha tanto da offrire anche al di fuori delle classifiche mainstream, e sarebbe bello vedere una maggiore attenzione e valorizzazione di questi aspetti, sia in radio che in tv. La cosa che più dispiace però è questa forma di musica poco suonata, che prende sempre più piede, che non fa più innamorare un ragazzo di uno strumento. Si fa in modo di far prendere la via più facile, arrangiamenti preconfezionati, canzoni prive di melodia, computer che sostituiscono la creatività, rendono tutto omologato. Ma la cosa più triste è che i ragazzi suonano sempre di meno.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Come gia detto in precedenza, oltre a Che bella l’estate sono usciti altri due brani… RoofParty e Italiano bello. Consiglio quelli, per ora.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Musicalmente parlando, Intanto sono contento di aver aperto i cassetti e di averne fatto uscire alcuni. Sicuramente uno di questi sogni era iniziare un progetto tutto mio, e ci siamo riusciti… poi spero di far arrivare le mie canzoni a più persone possibili, alla gente. Il prossimo sogno è vivere di musica, in serenità, continuare a fare canzoni, a inciderle, suonando, collaborando, con chi ama la musica, con chi ti fa stare bene. Tutto questo, forse, a partire dal nuovo album.