Cisco esce oggi il singolo “IL FANTASMA DI TOM JOAD” l’omaggio a Bruce Springsteen del cantautore emiliano

Cisco esce oggi il singolo “IL FANTASMA DI TOM JOAD” l’omaggio a Bruce Springsteen del cantautore emiliano

CISCO
ESCE OGGI IL SINGOLO
“IL FANTASMA DI TOM JOAD”
l’omaggio a Bruce Springsteen del cantautore emiliano 

Da oggi, venerdì 11 dicembre, è disponibile in digital download e sulle piattaforme ascolto digitale“Il fantasma di Tom Joad”, cover della celebre ballad “The Ghost of Tom Joad” di Bruce Springsteen che Cisco Bellotti, ex frontman dei Modena City Ramblers. ha scelto come regalo di Natale per i propri fans.

«Avevo voglia di festeggiare questo Natale particolare in modo diverso, di condividere con gli amici e con chi mi segue, una track che ho amato dal primo istante come “The ghost of Tom Joad” del Boss, un vero capolavoro, una di quelle canzoni che avresti voluto scrivere – dichiara Cisco – quindi abbiamo deciso di farne una traduzione in italiano, abbastanza fedele all’originale, di cui si è occupato l’amico Luca Taddia, sperando di omaggiare il pezzo stesso e il grande Bruce Springsteen».

Spotify: https://open.spotify.com/track/02JwynnJXIRf4IYm8GQDQU?si=IhsgRO7yRmub_mVmxFkMwA

CISCO

Cisco è Stefano Bellotti, il soprannome deriva dalla sua passione per il calcio. Infatti, tutte le volte che da ragazzo giocava a pallone con gli amici, indossava una maglietta con la scritta “San Francisco”, via via usuratasi fino a lasciare solo le ultime cinque lettere, per l’appunto Cisco. Grande appassionato di musica fin da bambino, assimila le canzoni e le musiche di molti cantautori italiani, Particolare è l’incontro che lo stesso Cisco descrive con il palco e il suo gruppo storico: i Modena City Ramblers. Una sera del febbraio ‘92, infatti, sale sul palco di un piccolo locale carpigiano, per cantare alcuni brani irlandesi, così per gioco, insieme a questa band che non conosceva, formatasi solo pochi mesi prima. Da quel momento cambiò tutto e partì un’avventura intensa, importante, con più di un milione di copie vendute, piena di incontri, eventi e concerti indimenticabili insieme ai Van Morrison, Cranberries, Deep Purple, Primus, Manu Chao e gli Ska-p, Pogues, Shane McGowan, Chieftains o Goran Bregovic.

Nel 2006 nasce “La lunga notte”, primo lavoro solista che annovera anche la partecipazione di Don Andrea Gallo. Un album che parla di impegno sociale, del non cedere ai compromessi, della solitudine e dell’umiltà, della fatica e del dolore. Una nuova band, nuovi viaggi (Tanzania, Romania, Treno della memoria), la partecipazione a “Stazioni Lunari” e un vestito musicale diverso, meno stretto e più svolazzante del solito. Nel 2008 esce “Il Mulo”, un manifesto di quella testardaggine di cui Cisco è sempre andato fiero, la volontà di non seguire le mode, di andare avanti per la propria strada e chi se ne frega se è stretta, tortuosa, in salita. Nel 2009 la magica serata in Piazza San Giovanni, per il concertone del Primo maggio. Dopo sei album in studio negli ultimi otto anni arriva il momento di incidere “Dal vivo volume I” che riassume tutta l’attività live dopo l’uscita dai Modena, passando dalle serate in acustico ai concerti con l’intera band, collaborando con Bandabardò, Enzo Avitabile, Orchestra Multietnica di Arezzo e altri ancora. Tra la fine del 2009 e il 2010 un altro grande momento condiviso con altri due transfughi dei MCR, cioè Cottica e Rubbiani. “40 anni – Storie di Ramblers, innocenza, esperienza”. Nello stesso anno esce “Fatica da coltivare”, con le mondine di Novi, un percorso che si snoda fra i canti di lavoro e le canzoni di Cisco, che scorre in mezzo a sentimenti di lotta, fatica, sudore e resistenza.

Dopo il premio ANPI alla memoria di Renato Fabrizi, arriva la voglia di scrivere “Il gigante”, pezzo inserito poi in un libro illustrato per bambini dai 3 ai 99 anni con i disegni di Andromalis. “Fuori i secondi” è il titolo del terzo album in studio, voluto, desiderato, con una lavorazione che viene da lontano, con omaggi ad Augusto Daolio, il pittore Ligabue, Jurij Gagarin e Dorando Petri. Un urlo di esortazione che chiama ognuno di noi ad assumersi le proprie responsabilità, è un invito a incrociare i guantoni col destino avverso e metterlo al tappeto. Il 25 giugno del 2012, un altro evento da ricordare, la temporanea reunion coi MCR allo stadio Dall’Ara davanti a migliaia di persone per aiutare l’Emilia falcidiata dal terremoto.

In seguito esce “Oh Belli Ciao. Ecco perché ho lasciato i Modena City Ramblers”, la biografia romanzata, composta assieme all’amico scrittore Carlo Albè. Duecento pagine di racconti e aneddoti, molti dei quali mai svelati, per parlare di un viaggio durato quattordici anni.

Il 2015 è l’anno di “Matrimoni e funerali”, un vero e proprio viaggio all’interno della vita, partendo dalla nascita, fino alla fine dove troviamo la grande mietitrice ad accoglierci, con un pezzo dal titolo “Cenere alla cenere”. Più recentemente con Giovanni Rubbiani e Alberto Cottica, anima, cuore e materia dei vecchi Ramblers è stato tempo di sedersi, suonare, inventare, tornare indietro nel tempo, quando tutto era spontaneo e meno social, creando un lavoro al titolo evocativo “I Dinosauri”.

Nel 2019 pubblica “Indiani e cowboy”, album dove il cantautore è volato fino in Texasper raccogliere la giusta ispirazione con il prezioso contributo di Rick delCastillo, musicista e produttore, noto per essere l’autore delle colonne sonore del regista pulp Robert Rodriguez.

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