“Che pena”, musicalmente fresco e orecchiabile, in un’inedita sonorità per l’autore Guido Seregni, è un mix di pop elettronica e rock che, nella scrittura, riprende il filo del discorso e la vena da canzonatore di “Non fa niente”. Il brano, a metà tra lo slogan e la constatazione, è una fotografia della realtà contemporanea, scritta pre-Covid. Il testo è ricco di giochi di parole e modi di dire rivisitati ispirati dallo spettacolo di Alessandro Bergonzoni “Il male minore è diventato maggiorenne”, frase citatata all’interno della canzone stessa.
Spiega l’artista a proposito del brano: «L’intero concept del brano può essere riassunto con il titolo-citazione dello spettacolo di Alessandro Bergonzoni, “E il male minore è diventato maggiorenne”. È proprio ad esso e al lavoro teatrale di questo artista multidisciplinare che mi sono ispirato per la scrittura di questo testo».
Il lyric video di “Che pena” non si limita a snocciolare le parole con una grafica accattivante, ma prova a creare volutamente un contrasto cupo con la musica per dare ancora più forza al testo.