Leiner è un giovane performer con le idee giuste. Talmente giuste che ha bruciato le tappe di una gavetta sviluppatasi rapidamente grazie a grandi collaborazioni e partecipazioni in importanti e popolari spazi musicali di carattere nazionale. Leiner esprime freschezza spensieratezza, ma nonostante ciò è uno che non si accontenta e vuole puntare in alto, in altissimo! Gli abbiamo chiesto, fra le altre cose che abbiamo il piacere e l’onore di leggere dalla sua preziosa e gentilissima intervista, quali sono i suoi riferimenti. Una risposta ovvia da un lato, ma per chi come lui ha coraggio e talento da vendere, meno ovvia dall’altro, che ci fa presagire il senso di sfida a produrre sempre musica migliore e di qualità. Già ci dà conferma nel suo “Casa Nostra”, il suo più recente singolo in promozione in questi giorni in radio e musica online, di cui ci parlerà a breve.
Grazie infinite per il tuo tempo Leiner, raccontaci com’è nata la passione per la musica?
Devo dire che la musica è arrivata nella mia vita in modo spontaneo, senza cercarla in alcun modo. Ricordo che i miei genitori quando ci siamo conosciuti, mi hanno regalato un mangia cassette giocattolo con un microfono, da lì non me ne sarei più staccato per molto tempo. Da piccolo amavo ballare, era il mio sogno, poi è arrivato il canto.
Come è stato concepito il singolo “Casa nostra”?
Sentivo il bisogno di scrivere del mio passato, soprattutto della mia adozione. Volevo esprimere tutta la gratitudine che provo per aver vissuto un viaggio del genere, la composizione è nata in modo spontaneo senza pensarci troppo. Dopo averla scritto l’ho fatta ascoltare a Fabio Serri, a cui è piaciuta davvero, tanto da decidere di produrla personalmente. Da lì è stato un lavoro costante fino al risultato uscito negli ultimi giorni, di cui sono molto contento.
E com’è nato il suo movie?
Il movie è nato di conseguenza, finita la composizione volevo cercare di dare la stessa importanza e la stessa semplicità. Con la regia di Antonio De Bonis ed Elisa Marangon siamo riusciti a tirare fuori l’idea, dovevo esserci io ora ma soprattutto tanti altri come me che hanno vissuto questa esperienza dell’adozione. Sopratttuto grazie a Manuel Bragonzi, presidente dell’Anfad (Associazione Nazionale famiglie adottive), siamo riusciti a recuperare molte testimonianze movie.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Per ora parlare di album non penso possa essere “funzionale, viviamo in un momento incerto e vorrei pubblicarne uno quando so che può avere un senso. Ho scritto tante canzoni, alcune molto diverse tra loro, e vorrei avere la possibilità di pubblicarle senza avere forse quella “difficoltà” nel dover dare un senso logico alle mie scelte artistiche. Sicuramente spero un giorno di poter intraprendere anche questo tipo di ideazione, nel mentre ho già qualche idea…
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Ho partecipato ad X-Factor nel 2014 arrivando in semifinale, successivamente nel 2015 ho avuto l’onore di entrare a far parte di un gruppo, i Dear Jack, con cui abbiamo partecipato alla 66esima edizione del Festival di Sanremo. Nel 2016/2017 abbiamo fatto un tour in tutta italia oltre che ad un’album inedito. Nel 2017 sono uscito dal gruppo, negli anni successivi ho sperimentato altri mondi musicali, come in musical. Ho preso parte a musical come “Madagascar: A Musical Adventure” e “Priscilla la regina del deserto”, sempre in ruoli abbastanza importanti. Nel 2020 ho firmato con la Greylight records per iniziare il mio percorso musicale da solista, pubblicando nel Dicembre dello stesso anno il mio primo singolo “Casa Nostra”
Quali sono le influenze artistiche?
Ho veramente molte influenze artistiche, credo che ogni performer in un certo senso possa arricchirti. Sono cresciuto spaziando nei generi, da Cat Stevens agli U2 passando per Peter Gabriel. Invece nella mia formazione più recente c’è Michael Jackson, Stevie Wonder, Justin Timberlake e Bruno Mars. Tutti artisti di cui, oltre alla loro musica, mi ispiro al loro modo di lavorare, specialmente se si tratta di Michael.
Quali sono le collaborazioni musicali?
Credo che come performer, collaborare in generale è solo che arricchimento, quindi ogni proposta che mi si presenta di solito la accolgo con entusiasmo. Sono cresciuto con molte persone che purtroppo ora non ci sono più, come Michael Jackson, ma tuttavia vorrei poter collaborare con suoi “eredi” come Bruno Mars, Chris Brown, Justin Timberlake. In Italia invece mi piacerebbe molto lavorare con voci “pure”, esistono molte realtà poco ascoltate che riescono a smuovermi l’anima. Detto ciò, ogni collaborazione, anche lontana da me, per me è sempre solo che benvenuta
E la collaborazione con l’etichetta “Greylight Records” nel lavoro in promozione
Conoscono Fabio Serri, produttore di Greylight Records nonché della mia stessa ultima composizione, da molti anni. C’è sempre stata molta stima reciproca e molta voglia di fare qualcosa. Nell’ultimo anno ho ricevuto questa proposta di collaborazione ed io l’ho accolta con molta determinazione e gioia. Abbiamo molte analogie io e l’etichetta, e credo abbiamo anche gli stessi obiettivi. Sono contento e spero sarà l’inizio di qualcosa di bello ed importante.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Questa è sempre stata una domanda importante per me, penso che ciò che voglio trasmettere in primis è spensieratezza, vorrei che la mia musica fosse un modo per estraniarsi dalla realtà, avendo magari come filo conduttore la mia vita, fatta di molte sfaccettature difficili, ma che so sono spesso tramutate in fortune o insegnamenti importanti. Spero magari di poter lasciare qualcosa di me, soprattutto a qualcuno che magari vive nei miei stessi pensieri o nelle esperienze simili.
Parliamo delle pregiate esperienze di X-Factor o con i Dear Jack, o in Madagascar, e gli altri
Ho avuto grandi momenti importanti nella mia vita, e di ciò ne sono grato. Ho potuto cimentarmi in diverse esperienze, spesso anche molto diverse tra loro. Ho partecipato ad X-Factor, e ciò mi ha dato la possibilità di conoscere artisti internazionali, migliorarmi, conoscere per la prima volta un mondo musicale professionale. Successivamente sono entrato nei Dear Jack e, oltre alle esperienze gigantesche come Sanremo è molto altro, ho avuto soprattutto a che fare con lo scoprire me stesso, grazie all’esperienza con il grullo ho potuto imparare molto a livello personale, e forse è una delle cose di cui sono più grato.
Il musical invece è arrivato quasi per caso, ho trovato una realtà fantastica, fatta di molti artisti che si uniscono per dare emozioni ad un pubblico diverso da quello dei concerti. Onestamente farei un musical all’anno, non smetterei mai!
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Credo che la scena italiana oggi abbia molti aspetti positivi, dal grande spazio ai giovani (a volte giovanissimi), fino alla maggior visibilità soprattutto grazie ai social. Cerco sempre di ascoltare tutto, anche se esistono così tante cose che spesso ci si perde. Non riuscirei a dire cosa “migliorerei” perché ciò che per me può “stonare” per altri può essere un’ancora di salvezza, ma posso dire come vivo io la musica, ovvero cerco sempre di uscire dalla massa e fare qualcosa di originale. Al giorno d’oggi esistono molte cose interessanti, al contempo molti conglomerati di cose molto simili che, secondo me, rischiano di non lasciare alcun segno, rendendo la musica fine a se stessa.
Oltre al lavoro in promozione quale altro pezzo ci consigliate di ascoltare?
Non è molto facile per me affacciarmi alla realtà musicale odierna, ma sono anche molto felice che ci sia una sorta di ritorno alle origini, nella scena internazionale si sentono molte influenze anni ‘80/‘90, in Italia a tratti ancora un po’ più indietro. Adoro spaziare davvero molto, passo da Dua Lipa ai Sigur Ros, ultimamente credo che The Weeknd abbia in mano un prodotto veramente valido.
Come stai vivendo da performer e persona questo periodo del covid-19?
Devo dire onestamente che sicuramente non è stato facile, soprattutto a livello psicologico, ma allo stesso tempo ho avuto molta produttività a livello musicale, ho avuto modo di fermarmi, riflettere, e scrivere magari con più consapevolezza.
Quali sono i programmi futuri?
Cerco di non proiettarmi troppo sul futuro, credo ci sia il rischio di perdersi ciò che si sta raccogliendo nel presente. Dico sempre di avere grandi ambizioni, fare la differenza a livello musicale per esempio, ma nel mentre continuo a crescere ed imparare per arrivare il più preparato possibile a qualsiasi cosa mi si presenterà davanti. Resto molto ottimista e propositivo.