Un artista eclettico, polistrumentista e dalla personalità multipla: in senso buono e creativo, ovviamente! Alessandro Martinelli, impegnato nella promozione del disco “Past and present” di prossima pubblicazione, ci sconvolge con un lavoro fuori dagli schemi e che ci fa scoprire un lato diverso e inedito dell’artista. In questa intervista, di cui ringraziamo tanto per la cortesia e il tempo dedicatoci, leggeremo del processo creativo e intimo che ha portato Alessandro Martinelli a concepire il lavoro discografico, oltre che retrospettive della sua produzione artistica a 360°. Entriamo nel vivo di questa interessante chiaccherata, chiedendoci se a rispondere sia Alessandro Martinelli o Alex Mine!
Com’è nata la passione per la musica?
La musica è sempre stata al centro delle mie passioni.
Sin da bambino, pur facendo mille sport e pur avendo molti interessi, la musica è sempre stata a fianco a me.
Tutte le domeniche mattina, già dai 3-4 anni, mio padre mi faceva mettere il vinile sul giradischi, abbassare la puntina e avviare il play. A colpi di Cerrone, Jean Michel Jarre, Depeche Mode, U2 e compagnia bella.
Era scontato che da li a poco avrei voluto imparare a suonare uno strumento. Infatti verso i 13-14 anni già suonavo batteria, pianoforte e chitarra.
Come è stato concepito il disco Past and Present?
‘Past And Present’ è il frutto, anzi meglio dire il riassunto, della mia vita. Con ‘Past And Present’ voglio chiudere un cerchio.
Esso è il giro di boa che, al compimento dei 30 anni, sento l’esigenza di fare. Come se avessi raccolto i giusti elementi per capire dove, cosa, e perchè ho sbagliato e ripartire da un nuovo me.
I primi brani risalgono a circa 2-3 anni fa, quando scrivere era solo un modo per buttare fuori. Poi, durante la pandemia, mi sono reso conto di aver scritto più di 20 brani.
Ho deciso quindi di selezionarne alcuni e lasciare che vedessero la luce condividendoli col mondo. Era giusto così. Per sentirmi meno solo.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
‘Past And Present’ è il mio disco d’esordio se parliamo di neo-classica.
Ma la mia carriera nel mondo discografico non inizia qui. Con il nome d’arte di Alex Mine ho girato il mondo suonando nei migliori club di musica house e techno.
Il passaggio alla neo-classica è stato dolce e delicato, la pandemia e i vari lockdown hanno aiutato questo processo. Vivendo solo, e passando molto tempo con me stesso, mi sono ritrovato a sentirmi vuoto.
Tutto era di colpo sparito, le feste, i viaggi, gli aerei, gli hotel, gli amici in giro per il mondo. Era il giusto momento di trasformare in musica tutte le mie sensazioni.
Quali sono le influenze artistiche?
La musica è bella, tutta. Non disdegno nulla. Ogni artista riesce a comunicarmi e trasmettermi qualcosa di unico.
Dipende molto dal mio umore, e dal periodo che sto vivendo, ma ascolto veramente di tutto.
Questo è anche il motivo per cui non ho veri e propri idoli.
Sono passato dal periodo più funk Red Hot Chili Peppers a quello più elettronico dei Muse.
Amo la poliedricità di Moby, la classe di Debussy e la passione di Beethoven, ma anche la carica dei Metallica.
Dalle melodie dei Coldplay alla chitarra e voce di Nick Drake.
La musica è bella, tutta, se è di qualità.
Quali sono le collaborazioni musicali?
Con lo pseudonimo di Alex Mine, mi sono tolto belle soddisfazioni.
Ho lavorato con artisti top del genere come Dubfire, Richie Hawtin e sono stato remixato probabilmente dal DJ più importante al mondo: Carl Cox.
E la collaborazione con l’etichetta Memory Recordings come è nata?
Molto semplice e naturale. Quando ho messo insieme i pezzi dell’album, l’ho registrato, e ho chiesto tramite social a Fabrizio se potevo sottoporlo ad un suo ascolto.
Lui è stato davvero molto gentile e si è subito rapportato a me con grande umiltà ed interesse verso la mia musica.
Sono un fan di Fabrizio da molti anni.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
La cosa che più amo della neo-classica è che ognuno può fare il proprio viaggio.
Una persona può attribuire ad un brano un significato estremamente opposto rispetto ad un altra.
Questo mi affascina tantissimo. Ho scritto questo album come sfogo delle mie emozioni. Ogni brano è la pura descrizione di un sentimento un momento, un accaduto della mia vita (e li leggerete nelle caption nei miei social).
Ma quello è ciò che io stavo provando durante il periodo nel quale scrivevo i brani. Gli altri, invece, potranno attributici il loro e unico significato. Che cosa meravigliosa.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti, collaborazioni in diversi generi con ottimi riscontri
Mi manca molto, moltissimo. Il live è quel momento in cui riesci davvero a connetterti con chi ti ascolta, e chi ti comprende.
E una connessione unica, è fatta da istanti in cui tu fai vibrare qualcosa dentro chi ti ascolta. E lo stai facendo dal vivo. Toccando quel tasto, in quel momento, nello stesso ambiente. Li, per loro, con loro.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che questa ventata di “indie” (che poi indie non è) abbia portato una ventata di aria fresca, e che si sia tornati un po al vecchio e buon cantautorato.
Il grosso rischio è solo quello di finire un po tutti dentro lo stesso calderone. Sento sempre le stesse cose, così come nel rap/trap. Mi sembrano tutti uguali.
Mi piacerebbe arrivasse qualcuno che rompesse le barriere. Qualcuno che mi faccia dire WOW, bella storia!
Quali artisti consiglieresti di ascoltare?
Domanda da un milione di dollari.
Più che consigli posso dire che ultimamente sto ascoltando i Sigur Ròs, M83 e Joep Beving. Non dovreste perderli.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del Covid-19?
Il Covid mi ha tolto e dato tanto. Mi ha tolto tutta la parte live del mio lavoro e gran parte delle relazioni umane.
Ma mi ha concesso anche tanto tempo con me stesso, mi ha concesso molti momenti di introspezione che mi hanno portato a scrivere e registrare il mio primo vero concept album.
Tutte le cose e i momenti negativi hanno un risvolto positivo, basta solo cercarlo.
Quali sono i programmi futuri?
Difficile fare programmi o previsioni durante questo periodo.
Sicuramente appena sarà possibile, voglio che ‘Past And Present’ abbiamo una sua continuazione anche live.
Magari partendo da piccoli eventi nella mia città Torino, e poi, chissà…
Ah comunque, sto continuando a scrivere. Ho tanta musica ancora da tirare fuori.