“Olha, esta mulata quando dança… É luxo só” intonava il grandissimo Joao Gilberto, su una delle tante e belissime melodie della Musica Popolare Brasiliana. È altrettanto nostro lusso e orgoglio poter ospitare nelle nostre pagine Bandazz, un collettivo di musica straordinaria che ha saputo trarre ispirazione dalla musica brasiliana ed europea per concretizzare un progetto dalle mille e entusiasmanti sfaccettature. Impegnati nella promozione di un lavoro molto curioso e da scoprire, il cui nome è tutto un programma: Sonhos (e qui mi viene in mente un altro successo “Vivo sonhando”). Le citazioni si sprecano, insomma, per un progetto che, proprio in questi termini, ha saputo aderire ai concetti e al mood di una musica che seppur nata a cavallo dei continenti, ci smuove qualcosa dentro. E non solo la saudade.
Grazie alla Bandazz, di questa splendida intervista che accogliamo con grande piacere e interesse. Vengono in nostro soccorso a scaldare i cuori, in questo inverno più gelido e solingo degli altri, con una speranza che viene dalla musica!
Com’è nata la passione per la musica?
La musica fa parte del nostro DNA e personalmente sono cresciuto in una famiglia in cui si amava la musica lirica e la grande opera; mio nonno mi ha fatto scoprire la musica romantica di Puccini e Rossini che in qualche modo ha segnato la mia infanzia; poi nel tempo ho intrapreso un percorso personale alla scoperta della musica popolare brasiliana e dei suoi straordinari interpreti ed è stata una folgorazione. Così 10 anni fa ho proposto al mio amico chitarrista Theo Salvitti, uno che é cresciuto a latte e MPB, di formare un gruppo o meglio una Banda per dirla alla brasiliana, per riproporre in chiave Jazz alcune dei maggiori successi della MPB. Pochi giorni fa abbiamo festeggiato i 50 anni della sua chitarra Di Giorgio author 3, che ha una storia incredibile…
Cosa significa e com’è nato il nome “Bandazz” e il suo sound?
BandazZ è la contrazione delle parole Banda e Jazz, e il nostro sound di riferimento è la Bossa Nova: da questa fascinazione per una musica e una lingua che è canto e danza, o forse perché mossi da un bisogno misterioso di compiere un atto d’amore inevitabile nei confronti della musica popolare brasiliana, è nato il primo album dedicato al Brasile e a uno dei suoi generi musicali più conosciuti e amati, “Bossa in a jazzy dress”, in cui abbiamo riunito un gruppo di talentuosi musicisti del panorama jazz romano, tra cui la cantante Marta Capponi, e che é stato pubblicato a giugno 2018 dall’etichetta brasiliana Savalla Records, grazie al fortunato incontro con il produttore ed ingegnere del suono Carlos Savalla, che da allora ci accompagna in questa avventura.
Come è stato concepito il lavoro SONHOS Il viaggio, il sogno, la poesia?
Il nostro è un progetto musicale sospeso tra due mari, il Mediterraneo e l’Atlantico, che parte dall’Italia per approdare in Brasile; due lingue, due culture musicali che tentano di incontrarsi per generare qualcosa d’altro. È un viaggio esplorativo e meditativo verso queste rotte, in cui i musicisti che vengono chiamati a partecipare, portano in dote il loro bagaglio di esperienze frutto dell’ incontro con la cultura e la musica brasiliana.
Questo è il tratto che caratterizza il nostro percorso e Sonhos è il racconto di questo viaggio attraverso le profondità degli abissi marini, al ritmo ancestrale del Baião dove si può trovare riparo e conforto solo nella dolcezza malinconica della Bossa Nova o nel fascino irresistibile della Milonga, che nelle notti di luna piena si fonde col Bel Canto delle sirene trascinando il viaggiatore in quella dimensione onirica legata alla sfera dei sogni, così magistralmente rappresentata dal Maestro Federico Fellini.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
L’album appena uscito è la prima parte del progetto con i brani originali che sono stati scelti per la colonna sonora del documentario -Fellini andata e ritornoscritto da Maria Luisa Carobbio e diretto da Andres Arce Maldonado, che vede la partecipazione di Vincenzo Mollica. Ora stiamo lavorando a una seconda parte del progetto che e che é stata anticipata dall’uscita del brano Acalanto e cafuné, un omaggio allo scrittore brasiliano Jorge Amado.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Dalla collaborazione con Carlos Savalla storico ingegnere del suono, che da subito ha amato il nostro lavoro e con la giovane e talentuosa cantante Beatrice De Dominicis, ha preso forma la nuova BandazZ e sono nati i brani successivi: dalle cover “Legata a un granello di sabbia” molto apprezzata anche dall’autore e “Tu sei così” sempre in stile Bossa nova, ai brani originali cantati in portoghese “Encantadoramente”, “Sambaravá”, “Acalanto e cafuné” in omaggio al grande scrittore Jorge Amado, “Beijinhos a beira-mar” scritta insieme alla compositrice brasiliana Raquel Durães, con cui abbiamo scritto anche la nostra bossa di compleanno “Fellini” per i 100 anni del Maestro e che fa parte dell’album appena pubblicato Sonhos, il viaggio, il sogno, la poesia.
Quali sono le influenze artistiche?
I nostri fari sono Joao Gilberto, Vinicius de Moraes, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Dorival Caimmi, Chico Buarque e il Maestro Antonio Carlos Jobim. E poi ci sono le nostre radici nelle melodia italiana, da quella d’autore, dal tratto confidenziale e sussurrato che ha molto a che fare con la bossa nova, al bel canto lirico
Quali sono le collaborazioni musicali?
Sicuramente tra le collaborazioni che hanno maggiormente segnato il nostro lavoro dopo Bossa in a jazzy dress, quelle con il trombettista Michael Supnick, con la compositrice Raquel Durães e con la cantante lirica Francesca Romana Tiddi, che potete ascoltare in Rua do Carmo e O nosso amor. Francesca fa parte di Incantoquartet Ensemble, e si è esibita in tutto il mondo a fianco di grandi artisti come Andrea Bocelli, José Carreras, Michael Bolton, Seal, James Blunt e altri ancora. Le sue performances spaziano dal Teatro d’opera, di cui incarna le principali eroine protagoniste (Mozart, Verdi, Puccini, verismo), ai grandi palchi del crossover. Quando le abbiamo presentato il progetto ne é rimasta subito affascinata e lo ha abbracciato con entusiasmo.
E ancora la collaborazione con il Maestro Alessandro D’Agostini che per Sonhos ha curato l’arrangiamento per archi di O nosso amor eseguito dall’orchestra di Dnipro.
E la collaborazione con “Savalla Records” nel lavoro in promozione
La Savalla Records per noi é Casa. Con Carlos Savalla condividiamo ogni passo dall’ideazione, gestazione e creazione dei progetti musicali della band, fino alla distribuzione. La sua esperienza ci guida, ma ci lascia anche una grande libertà da un punto di vista creativo. Registriamo i brani tra Roma e Rio de Janeiro, ci sentiamo tutti i giorni, ci scambiamo file, dischi da ascoltare, collaboriamo artisticamente ancor prima che nella produzione e nella distribuzione dei nostri brani. Per quanto riguarda la promozione noi ce ne occupiamo direttamente qui in Italia e la Savalla Records in Brasile. La Savalla Records non é solamente una label indipendente, é una sorta di hub che tra le tante cose ha anche creato un bellissimo progetto promozionale che si chiama Registros. Vi invito a visitare il canale Youtube. É un vero palcoscenico virtuale dove si incontrano anche tanti giovani musicisti emergenti, allo scopo di creare la memoria futura della musica brasiliana (e non solo).
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Vinicius de Moraes diceva “La vita é l’arte del’incontro”. Ecco, vorremmo che la nostra musica incarnasse questo messaggio e riuscisse a portare un po’ di bellezza a chi la ascolta.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Poiché é un progetto ampio che si apre a più dimensioni sonore non è semplice riuscire a proporlo dal vivo senza smembrarlo o senza perdere il filo del racconto musicale ma stiamo lavorando ad alcune collaborazioni che in futuro speriamo possano permetterci di esibirci in un contesto adatto, nel circuito teatrale per esempio, certamente più adatto al nostro progetto.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Non sono aggiornatissimo…sono sincero. Apprezzo molto Tosca Donati che considero la miglior voce femminile nel panorama attuale, una grande professionista con cui idealmente condiviadiamo la passione per il Brasile e l’America latina. Più in generale mi sembra però che ci sia un certo appiattimento, ci sia troppa competitività e poca voglia di rischiare, di aprirsi, allontanandosi da logiche note. Mi riferisco alle case discografiche e alle logiche del mercato, ma credo che invece una parte di pubblico seppur minoritaria cerchi altro, un respiro più ampio ci sono artisti pronti ad offrirlo.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Sambarava’ o Samba del Saravá, che è per noi il Manifesto di BandazZ, una dichiarazione d’amore per il Brasile, la sua musica, la sua lingua, che è musica essa stessa e racconta l’identità della band, il risultato del sempre imprevedibile incontro tra culture diverse che tendono ad attrarsi; è l’irresistibile richiamo dei Maestri della MPB sopra citati che ci porta a cantare in una lingua che non è la nostra e solo per rendere omaggio a così tanta bellezza, che è per noi come una benedizione. Poi se preferite le ballad direi che potreste scegliere Incantevolmente o Beijinhos à beira mar e perché no anche la nostra cover di -Legata ad un granello di sabbiadel grande Nico Fidenco.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Un po’ come tutti purtroppo ma credo che prima o poi l’amore e la bellezza ci mostreranno la via d’uscita…
Quali sono i programmi futuri?
Al momento stiamo componendo le ultime canzoni di Sonhos II, dove racconteremo quello che abbiamo trovato e provato dall’altra parte dell’oceano. E speriamo di poter presto portare la nostra musica in giro per il mondo. Saravá