Alle spalle tante esperienze eccezionali, un background quindi formato di successi e collaborazioni di rilievo. Cortese, in questi giorni impegnato nella promozione di “Febbre” ultimo brano in ordine cronologico, attualmente in rotazione. Fra le altre, l’esperienza sul medesimo palco di Mogol ha segnato il cantautore, offrendoli uno slancio artistico per continuare a sfornare successi. Un sentito ringraziamento per la disponibilità e la freschezza di questo bellissimo spacco della sua vita artistica!
Com’è nata la passione per la musica?
Da bambino amavo il teatro (tutt’ora lo amo) e da lì mi sono avvicinato al mondo dei musical quindi al canto, cantautori come Battisti mi hanno invece fatto avvicinare alla musica in generale e alla scrittura.
Come è stato concepito il singolo “Febbre”?
Eravamo in pieno lockdown a Marzo 2020 quando ho pensato che dire ad una persona sempre sfuggente di volerla accanto sempre, anche con la febbre, potesse essere in quel momento davvero la dichiarazione d’amore più grande e romantica.
Sarà accompagnato da un videoclip?
Sì, un videoclip la cui storia è il sequel della vicenda che Marco e Daniela, i due protagonisti, vivono nel videoclip di Street food, il mio primo singolo uscito ad Ottobre.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Sto lavorando proprio in questi giorni per completare l’album che conterrà tutti e due i singoli che ho pubblicato fino ad ora.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Difficile, divertente, emozionante.
Quali sono le influenze artistiche?
Tanto e varie. Lucio Battisti è stato il cantautore che più ho ascoltato e che conosco di più in assoluto, per cui le mie influenze vanno da lui a Dalla, Graziani in Italia, mentre all’estero i grandi intoccabili come Bowie, Paul McCartney, Led Zeppelin, Queen, insomma i primi amori che non si scordano mai.
Quali sono le collaborazioni musicali?
Negli anni ho avuto modo di collaborare con vari artisti e amici che mi hanno dato tanto: Morgan, gli Aram Quartet, Lucio “Violino” Fabbri, Franco Simone, Cesko degli Après la classe.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Voglio raccontare pezzi della mia vita che spesso e volentieri coincidono con pezzi di vita, emozioni, storie anche degli altri, le canzoni raccontano sempre delle cose che sembrano parlare di noi anche quando non siamo stati noi a scriverle.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi? O come in X-Factor e “Mogol racconta Mogol”?
X-FACTOR è stato un bel gioco, un bell’inizio di carriera, era il 2008, ero motivato, inconsapevole, divertito, ed è stato bello finché è durato. “Mogol racconta Mogol” è stata una delle gioie e delle soddisfazioni più belle degli ultimi anni. Condividere il palco con un artista come Mogol con le cui canzoni sono cresciuto ed interpretarne i capolavori non era una cosa che avevo previsto nella mia carriera.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che da quando la scena underground è sfociata nel main stream da qualche anno a questa parte dando inizio a quest’era dell’indie italiano il panorama musicale si sia fatto più interessante e variegato rispetto a prima, è tornato in voga un approccio più analogico ed affascinante alla produzione musicale, si fa più attenzione alle parole e alle voci. Migliorerei il fatto che gli hitmaker debbano essere di default primi in classifica anche quando a volte smettono di avere cose veramente interessanti da dire così da ritrovarci improvvisamente e tranquillamente un Andrea Laszlo De Simone allo stesso livello di fama di un Tommaso Paradiso.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Vi consiglio di andare ad ascoltare Street food, il singolo precedente.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Come artista la pandemia e tutte le sue conseguenze mi hanno scatenato una forte creatività, per cui mi sento motivato e concentrato su questo mio nuovo progetto. Ovviamente l’idea di non poter sapere quando potrò riprendere a suonare dal vivo per poter portare in giro questa nuova musica mi preoccupa. Come persona mi preoccupo soprattutto per la salute dei miei cari più a rischio e delle fobie della gente che più che socialmente a volte ci distanziano umanamente.
Quali sono i programmi futuri?
Pubblicherò un terzo singolo e poi l’album. Dopodiché i live… si spera!