Francesca Cominassi, in arte Cranìa, è una cantautrice classe ‘92. Nata e cresciuta in Valle
Camonica, tra le montagne della provincia di Brescia, nel 2017 si trasferisce “un po’ per caso” a
Milano. Durante una cena con amici in vacanza a Pietrasanta, viene a conoscenza della Mirò Music
School. È così che, dopo questi giri cittadini e aver conseguito la laurea in musicologia, approda a
Sedriano (MI).
Impegnata nella promozione del suo nuovo brano “A Fondo“, Cranìa ci sorprende per la sua sensibilità e il suo acume, che già traspare dal suo particolare nome d’arte. Che sia con o senza aura visiva, la terribile a grappolo… non lo sappiamo. Condividendo questa patologia, non posso che, personalmente, augurare il meglio alla nostra cantautrice e nel contempo trovare un senso ancora maggiore nel suo accostamento e nella sua arte, che in una certa misura è anche sollievo. Questi e altri risvolti, nella seguente intervista, concessaci con grande disponibilità e che ospitiamo con affetto!
Com’è nata la passione per la musica?
Penso che si nasca con una determinata passione. Con la musica, in particolare, ho avuto ed ho tuttora un rapporto altalenante: l’ho incontrata da piccola, imparato ad amarla/odiarla da adolescente, assecondata durante l’università ed abbracciata nel mio odierno percorso musicale. Mi sono, in quale modo, rassegnata! (ride)
Cosa significa e com’è nato il nome “Cranìa” e il suo personaggio?
Soffro da sempre di emicrania. Insieme alla musica, è una costante nella mia vita. Quindi, che pseudonimo adottare se non giocare con il nome della malattia stessa?
Come è stato concepito il singolo “A fondo”?
“A fondo” è arrivato dopo una chiacchierata con un’amica, in preda a moti amorosi. Da qui, ho sviluppato questa storia, non senza metterci del mio, cosa che accade in ogni creazione. Infatti, nel brano confluiscono alcuni miei episodi tanto scuri che mi hanno portato ad immaginare le bugie in forma umana. Alla fine però, nel verso «vado via dal fondo», riesco a disintegrare nella mia mente le bugie ed a prendere coscienza di chi sono.
E com’è nato il suo videoclip?
Così come la realizzazione del primo singolo, “Stomachion”, ho continuato la collaborazione con Riccardo Aloia, che ha arricchito, modificato e trasmesso in immagini la mia idea.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
È in programma l’uscita di un EP con tante nuove sorprese. A breve ne saprete di più!
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Ho iniziato a scrivere con costanza e dedizione dal 2017, quando sono approdata alla Mirò Music School di Sedriano (MI). Qui, attraverso i corsi di scrittura con la crema autorale italiana, ho appreso ed affinato tecniche del mio modus operandi. Sudore, lacrime, risate, incazzature sono all’ordine del giorno, ma il fuoco che ho in serbo è più forte di qualsiasi alluvione.
Quali sono le influenze artistiche?
Grazie a mio padre, sono cresciuta ascoltando in primis Battisti e Lou Reed. Poco più adolescente, ho amato il cantautorato genovese di Tenco e Bindi, che mi ha fatto legare sempre più alle parole. Accanto a questi ascolti, mi hanno rapito le sonorità alternative e d’ambiente di Ry X, Bon Iver e i London Grammar.
Quali sono le collaborazioni musicali?
Grazie alla Mirò, ho potuto e posso collaborare con svariati artisti, come me alle prime armi. Alcuni di questi fanno parte del mio progetto e/o sono sempre disponibili per consigli vari: per esempio, con Mirko Bruno, in arte Miilevn, compongo la parte melodica. Per quanto riguarda la produzione, è sbocciato un bellissimo rapporto con Maurizio D’Aniello.
E la collaborazione con “Mirò BR Productions” nel lavoro in promozione?
Rosa Bulfaro, ideatrice della “Mirò BR Productions”, nonché mia manager, è parte della mia squadra, insieme alle persone citate nella domanda precedente. Da ancor prima di “Stomachion”, stiamo lavorando quotidianamente alla creazione del mio percorso artistico. In merito ad “A fondo”, lo ha amato sin da subito.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
“Semplicemente” me stessa, senza filtri né orpelli.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi.
Ricordo con piacere febbraio scorso, trascorso all’ “Attico Monina” di Sanremo con Rosa e i miei compagni della Mirò. Per quanto riguarda i concerti, non vedo l’ora di presentarvi ciò che sto imbastendo: preparatevi a qualcosa di “alternativo”!
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Ascolto con piacere qualunque novità sulla scena italiana. Migliorerei ciò che non va cambiato e cambierei ciò che non può essere migliorato. Semplice no? (ride)
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Come ho citato nelle domande qui sopra, vi spingo ad ascoltare “Stomachion”, la mia prima bandiera sul pianeta.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
È una condizione di alti e bassi – penso di parlare a nome della maggior parte. Soprattutto per chi si vuole dedicare alla cultura in generale, non è complicato far sentire la propria voce, ma fare in modo che venga ascoltata.
Quali sono i programmi futuri?
Scrittura, live, EP: può bastare? (occhiolino)