Michele Di Biccari, ‘95, in arte Masa Squiat, è uno dei rapper emergenti più promettenti del panorama torinese. Nel 2016, a 19 anni pubblica il suo primo lavoro, un EP di 5 tracce, “Tra sogno e realtà” con il rapper e beatmaker Deal The Beatkrusher, dalla crew torinese “Hardworkers”. Tra i suoi singoli: Tutto Gira in collaborazione con Boro Boro.
Dopo queste esperienze e tanta strada, che lo ha condotto fra crescenti successi e tanta musica di livello, oggi abbiamo il piacere di ospitare l’artista che, con freschezza e il suo fare diretto e preciso, ci ha concesso una bella intervista e aperto una porta nel suo universo musicale.
Com’è nata la passione per la musica?
L’approccio con il Rap avvenne da piccolissimo, avrò avuto 6 anni, ho uno zio che tutt’ora è super hip hop, e quando ero bambino mi faceva ascoltare tutti i top americani, da Biggie a 2pac, poi mi presi di brutto con Eminem e Nas, crescendo ho approfondito gli ascolti su tutti i generi.
A scrivere i primi testi iniziai verso i 15 anni circa. Ricordo bene quel periodo.
Cosa significa e com’è nato il nome “MASA SQUIAT” e il suo personaggio?
Masa è l’acronimo delle iniziali della mia famiglia, Michele ovvero io, poi il nome di mia madre, mia sorella e mio padre.
Squiat mi è stato affibbiato da una persona a me cara che è molto legata al mondo della street art. È una citazione a Basquiat.
Come è stato concepito il singolo “Tijuana“?
È stata scritta nel Maggio scorso in un pomeriggio qualunque, scrissi in un oretta la prima strofa e il ritornello, la registrai in cameretta con un microfono da 50 euro, la sera beccai un mio amico e gli chiesi un parere, era letteralmente impazzito mi fa “miki è troppo bella chiudila che è una hit”, qualche settimana dopo scrissi la seconda strofa.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
No spoiler. Ahaha.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Mi sento in un continuo esordio, non saprei bene neanche spiegarti. È stato un percorso tortuoso, il mondo della musica non è per niente facile, se poi sei una persona con dei sani principi ancora di più. Guardando ad oggi sono molto soddisfatto di quello che si sta creando con il mio team, siamo determinati e stiamo lavorando sodo, speriamo bene, comunque vada sarà un successo.
Quali sono le influenze artistiche?
Mi sono ispirato molto a Nas, attualmente ascolto di tutto, un domani vorrei fare un gruppo come i Jamiroquai.
E la collaborazione con “Artist first” nel lavoro in promozione
Di questo aspetto se ne sta occupando il mio manager Simone che saluto, sono contento che Artist First abbia creduto nel nostro progetto. Incrociamo le dita.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Mah non ne ho uno in particolare, scrivo molto istintivamente,
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Ho fatto una bella gavetta di live, il più bello resterà l’apertura a Inoki Ness quando avevo ancora 18 anni, ha un sapore particolare per me quel live.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Non saprei risponderti, cambierei la spocchia che hanno tanti ragazzini, e la superficialità dei contenuti.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Chi L’Avrebbe Detto prodotta da Michele Canova. Ve la Consiglio.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Artisticamente bene perché sto scrivendo un sacco, umanamente è diventata un po’ una routine alla Truman show tanto per capirci.
Quali sono i programmi futuri?
Ti rispondo con una citazione di Fibra:
“Il mio futuro non sa neanche se io ci sia.”
Battute a parte grazie per lo spazio concesso.