Francesco Mascio, chitarrista e compositore è impegnato in queste settimane nella promozione del suo nuovo lavoro discografico chiamato \”Preview\”. Per chi non lo conoscesse, mancanza da colmare immediatamente, parliamo di un musicista che riesce a coniugare il suo approccio filosofico alle note, sonorità nostalgiche e ammalianti alla chitarra elettrica, unire con ponti musicali le culture del bacino mediterraneo di strumenti differenti grazie a inventiva, tecnica e consapevolezza. Un esempio della sua grandezza è rappresentato dalla produzione col sassofonista cosentino Alberto La Neve, nell\’album \”I Thalassa Mas\”, così come dai numerosi video e audio digitali presenti in rete e nelle produzioni che possiamo acquistare online e di persona.
L\’artista ci concede una profonda, pacifica e interessante intervista, ringraziandolo del suo tempo e delle belle parole che trasudano di meditazione e conoscenza. Da chitarrista e amante della musica, non solo strettamente Jazz, ritengo Francesco Mascio un interprete e un compositore da salvare nei preferiti, uno dei pochi che riesce a offrire all\’ascoltatore esperienze uditive ben al di là dei clichè. Tecnicamente offre spunti di riflessione -alias batoste– importanti per gli strumentisti, usando la chitarra al di là delle apparenti possibilità.
Com\’è nata la passione per la musica?
Nella mia biografia vi é scritto che a 6 anni mi sono avvicinato alla musica attraverso lo studio del pianoforte.
In realtà non sarebbe propriamente corretto, poiché ricordo abbastanza bene che, già verso i 3 anni, i miei genitori si divertivano ad ascoltarmi mentre cantavo le prime canzoni che all’epoca riuscivo a memorizzare.
Se poi consideriamo che mio padre ha sempre suonato la chitarra, é possibile che già nella pancia di mia madre ho avuto modo di sentire il suono dello strumento che in seguito ha caratterizzato la mia produzione musicale.
Come è stato concepito il lavoro “Preview”?
I brani contenuti nell’EP, prendono vita grazie ad un’iniziativa di Lorenzo Vella, il quale mi ha invitato ai Nightingale Studios per prendere parte ad una sessione di registrazione effettuata mediante una particolare tecnica detta binaurale. A seguito dell’incontro con l’etichetta Italian Way Music é nata l’idea di pubblicare l’intero lavoro che prende il nome di “Preview”.
E com\’è nato il videoclip di Lilith?
Essendo Nightingale Studios una realtà che lavora sia nel settore dell’audio che nel campo del video, durante la stessa sessione, sono state effettuate direttamente anche le riprese finalizzate alla realizzazione del video di Lilith, che in seguito é divenuto il primo brano contenuto nell’ EP.
E l\’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
“Preview” vuole essere una sorta di anteprima di alcuni lavori che ho intenzione di realizzare in futuro.
In particolare “Lilith” e “Brigid”, sono state scritte e pensate con un arrangiamento che va oltre l’idea della chitarra in solo; infatti andranno ad affiancarsi, con una nuova veste, ad altre composizioni che formeranno un nuovo album.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Ci sarebbe tanto da dire, per cui mi limito semplicemente a evidenziare che, durante l’intero percorso fino ad oggi, le difficoltà non sono di certo mancate, ma che nello stesso tempo é stato un itinerario affascinante e soprattutto molto formativo, non solo da un punto di vista prettamente musicale ma anche umano.
Per tale ragione, posso serenamente affermare che, potendo tornare indietro, senza dubbi ripercorrerei lo stesso sentiero.
Quali sono le influenze artistiche?
Anche in questo caso sarebbe impossibile citare tutte le fonti da cui traggo ispirazione, per il semplice fatto che spesso mi capita di essere attratto indistintamente da qualsiasi stile o genere musicale, talvolta l’uno opposto all’altro.
Infatti ciò che amo, é proprio trovare le correlazioni tra stili apparentemente dissimili, come nel caso di “Jaggae”, un disco di qualche anno fa in cui mi sono divertito a sperimentare l’accostamento tra jazz e musica caraibica (reggae, ska, mento ecc).
Quali sono le collaborazioni musicali?
Negli anni mi é capitato di lavorare con tanti musicisti sia in studio che dal vivo.
Ritengo che il confronto con i colleghi sia indispensabile per arricchire la propria sensibilità e personalità artistica.
Per quanto mi riguarda, ho sempre cercato musicisti con i quali attivare delle collaborazioni, ed é quello che faccio tuttora.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Come sappiamo la Musica é un vero e proprio linguaggio universale in grado di trascendere le parole stesse.
Personalmente utilizzo questa forma d’arte per cercare di conoscere me stesso e di conseguenza tutto ciò che mi circonda.
Il processo su cui é basato il mio approccio é per lo più di natura emozionale.
A volte attraverso le composizioni, posso ispirarmi a persone o personaggi a me cari, come nel caso di One for Johnny, Chords for Gino, Tiziano Terzani o Lao Tsu; altre volte avviene una sorta di invito a sintonizzarsi su un determinato tipo di emozione, come nel caso del brano Enjoy; altre volte mi capita di evocare atmosfere di determinati luoghi o momenti, come nel caso di Bent El Rhia, Guinea Ska o September in Love.
Naturalmente il processo è costantemente in fase di sperimentazione e mutamento.
Parliamo delle pregiate esperienze di collaborazione con nomi illustri quali Shawnn Monteiro, Crystal White, Tony Monaco, Francisco Mela, Karl Potter, Gegè Telesforo, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Rosario Giuliani, Pippo Matino.
Come ho già detto, negli anni le collaborazioni sono state tante, ed é naturale che, nel momento in cui si stila una biografia, i nomi che inevitabilmente finiscono per essere menzionati, sono quelli con più risonanza rispetto agli altri.
Tra i musicisti sopra citati, sicuramente l’esperienza con Tony Monaco mi ha aiutato ad acquisire quel senso di sacralità verso la Musica che non ho mai più abbandonato; mentre Karl Potter in qualche modo mi ha trasmesso l’importanza del rispetto verso i musicisti più giovani, anche Flavio Boltro e Pippo Matino mi hanno influenzato notevolmente, sia per quanto riguarda aspetti legati al carattere sia per altri di natura prettamente musicale.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Non sono particolarmente attratto dall’attuale scena musicale italiana e di conseguenza ammetto di non esserne neppure troppo informato.
Ciò nonostante, suggerirei di cambiare la tendenza delle nuove generazioni di cantautori, se così si possono definire gli esponenti della scena rap e trap, affinché si dia la giusta importanza agli arrangiamenti effettuati mediante strumenti veri e soprattutto suonati da veri musicisti in grado di apportare un valore aggiunto alla musica in generale.
Cosa che del resto accade negli Stati Uniti, luogo da cui questi generi nascono e provengono.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
A parte i brani citati sopra, ci sono le title-track di alcuni album precedenti come Ganga’s Spirit e Wu Way.
Altre composizioni, a cui mi sento legato, sono Holy Woods e Portrait d’Italie, ma avendo pubblicato finora 8 lavori, invito il lettore a scoprire da sè ciò che più preferisce della mia musica.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
L’ impossibilità di realizzare i concerti dal vivo, in qualche modo mi ha stimolato a riflettere sul fatto di essere fortunato per avere il dono di amare la Musica.
Infatti come non mai in questo ultimo periodo, ho imparato a dare valore alla musica, non solo quando bisogna prepararsi ed eseguire un concerto, ma anche e soprattutto durante la quotidianità della vita.
Proprio questa nuova consapevolezza mi ha portato ad affrontare con serenità un periodo così complesso offrendomi nuovi stimoli verso lo studio e la composizione.
Quali sono i programmi futuri?
A maggio del 2020 avrei dovuto registrare un disco di jazz che a causa della situazione generale non é stato possibile realizzare.
Quindi molto probabilmente il prossimo lavoro che pubblicherò sarà quello lasciato in sospeso.
Ci sono poi tante altre composizioni e idee che bollono in pentola, ma per il momento é prematuro annunciare altro.
Grazie dello spazio e lunga vita a chi sostiene la Musica e l’Arte, soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo.