Holy 420, intervista al giovane e interessantissimo artista

Holy 420, intervista al giovane e interessantissimo artista

Con grande piacere diamo il benvenuto a HOLY 420, al secolo Andrea Leo, artista poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Sbatti, pubblichiamo con interesse l’intervista a Andrea Leo, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita, Andrea Leo si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Andrea Leo!

Com’è nata la passione per la musica? 
La passione per la musica è nata delle emozioni che mi ha trasmesso, quando un’artista riesce a farti rispecchiare nelle sue parole vuol dire che ha fatto centro.
E questo mi ha portato a dire “Questa roba devo farla anche io, mi fa stare bene.”

Cosa significa e com’è nato il nome Holy 420 e il suo personaggio, il suo sound? 
Il nome d’arte nasce dalla mia caratteristica di essere timido.
“Holy” che tradotto significa “santo” è il punto attorno al quale vorrei fare forza.
Un angelo silenzioso, che fa parlare la musica e non parla a vanvera, una figura sincera e leale.
Il 420 è il peso di quando sono nato,
4 kili e 20 di pargoletto.
Il personaggio è proprio dato dal mio carattere, senza filtri o robe da capire, Holy sono io.
Il sound è anche merito del mio produttore, che riesce a interpretare sempre melodie che si adattano paurosamente alle mie idee.

Come è stato concepito il lavoro Sbatti? 
“Sbatti” è un singolo che è nato in maniera totalmente naturale, era un periodo grigio, nessuno sapeva più dove sbattere la testa e pensavamo di aver perso il focus di ciò che volevamo trasmettere.
Tommy ha iniziato a suonare il piano, ha disegnato un tappeto sopra il quale scrivere con il cuore, ed è proprio quello che è successo quella sera.

E com’è nato il suo videoclip? 
Il videoclip è nato da una mia idea, quello di girarlo in un ambiente malinconico e tranquillo come la montagna.
Così siamo partiti io, Tom (produttore) e Spakafra (videomaker).
Grazie all’ospitalità offerta da AltaQuotaPrali siamo riusciti a fare un lavoro perfettamente bilanciato con le vibes della traccia.


E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà? 
È il primo estratto dal nuovo progetto in cantiere, quindi ne vedrete delle belle, preparatevi.

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi? 
Non è stato facile, l’ambiente musicale è una strada difficile da percorrere, piena di insidie e di persone che vogliono vederti perdere.
Per fortuna ho trovato persone che hanno fiducia nei miei mezzi e con cui trovo piacere nel lavorare, penso sia fondamentale avere un Team di supporto dietro ogni tua mossa.

Quali sono le influenze artistiche? 
Sono stato sempre influenzato da artisti italiani, al contrario della maggior parte delle persone che mettono in primis la musica estera.
Io penso che in Italia abbiamo un grandissimo potenziale ma la mentalità dell’ascoltatore è la cosa che ci fotte.
Supportiamo la musica italiana, non siamo indietro per niente rispetto agli altri.

Quali sono le collaborazioni musicali? 
E la collaborazione/i con Spakafra, RTK Production nel lavoro in promozione? 
A livello musicale collaboro con Tom, amico e produttore di tutti i miei brani
Sono in sintonia con lui, e penso che al momento è l’unico a saper interpretare a livello di basi i miei viaggi musicali.
Con Spakafra abbiamo iniziato a collaborare quest’anno, è molto forte il ragazzo, penso possiate averlo notato con il video di “Sbatti”, continuaremo a collaborare con lui.
RKT è una famiglia ormai, conosco il ragazzo che la gestisce da anni, ed è bello saper di poter contare su di lui per qualsiasi cosa.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica? 
Voglio trasmettere a chi mi ascolta una sicurezza, non far sentire solo chi soffre.
Creare un rifugio dove ripararsi quando tutto attorno cade.

Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come Reload Music Festival 2019? 
Sono state esperienze che mi hanno formato tantissimo musicalmente,
Aprire i concerti di persone affermate come Boro Boro e Shiva è un’emozione che a parole non puoi descrivere.
L’adrenalina che provi nel salire sul palco, essere lì e vedere che il pubblico ti asseconda e canta i tuoi brani sono emozioni uniche.
Spero di poter fare altre esperienze di questo tipo, la strada è ancora lunga.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che la scena italiana sia veramente avanti, rispetto molto gli artisti che ne fanno parte, sia affermati che meno.
Anzi spesso i meno affermati sono quelli a meritare di più, penso comunque che Genova e Milano siano avanti sul resto d’Italia.
Una cosa che cambierei è la mentalità delle etichette discografiche, che spesso e volentieri propsano ‘pagliacci’ per alzare due spicci. 

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare? 
Vi consiglio di seguire il progetto per intero, perchè sbatti è solo il primo capitolo di un viaggio introspettivo e sentimentale.

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19? 
Non mi piace differenziare la vita artistica con quella personale, perchè appunto la vivo alla stessa maniera.
Per quanto riguarda il Covid-19 mi sta togliendo veramente tanta ispirazione, a me piace viaggiare, sapere di poter staccare dalla realtà della mia provincia è fondamentale, purtroppo questo non sarà possibile per i prossimi mesi.

Quali sono i programmi futuri?   
Ho un progetto molto sentito da pubblicare
Spero possiate farlo vostro e custodirlo con parsimonia, come faccio io.