Con grande gioia diamo il benvenuto a GIOVANNI SEGRETI BRUNO, artista poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Come la neve, pubblichiamo con gratitudine l’intervista a GIOVANNI SEGRETI BRUNO, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita, GIOVANNI SEGRETI BRUNO si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con La Tosa Communication, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a GIOVANNI SEGRETI BRUNO!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Avevo 10 quando ho incontrato la musica per la prima volta. Frequentavo le scuole medie quando ho iniziato a studiare il pianoforte. E dopo un primo anno terribile in cui non volevo saperne nulla di note e di tempi binari o ternari, è nato un amore folle prima per la musica classica poi per le canzoni.
E a 12 anni feci l’esame di ammissione al conservatorio, dove studio tutt’ora.
Com’è nato “GIOVANNI SEGRETI BRUNO” e il suo personaggio, il suo sound?
“Giovanni Segreti Bruno” è nato quando ho capito che la musica sarebbe stata tutto per me. Mi spiego, io nella musica ho trovato il mio posto nel mondo.
Ho preferito non adottare alcun nome d’arte perché penso che il mio vero nome sia talmente particolare ed identificativo che sarebbe stato banale sostituirlo con uno di quei nomi senza senso che spesso sentiamo in giro!
Oggi mi sento a fuoco, sia da un punto di vista scenico sia da un punto di vista sonoro. Dopo tanti anni di ricerca e sperimentazione ho trovato il mio suono che è diverso da ciò che spesso sentiamo in radio. E questo per me è molto importante.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Come la neve?
In genere funziona così.. mi siedo al piano, schiaccio “rec” sul cellulare e mi lascio trasportare dall’ispirazione.
Cerco di sedermi al piano solo quando sono veramente ispirato, altrimenti preferisco fare altro.
E di solito scrivo prima la parte armonica e melodica, poi ragiono sul testo. Mi piace andare alla ricerca delle parole giuste. Semplici ma efficaci.
“Come la neve” è nata così.
Avevo bisogno di scrivere un brano per mio nonno e così ho riflettuto sul senso del Natale.. È incredibile come anche il periodo più colorato dell’anno possa diventare in bianco e nero, se non puoi viverlo con le persone che ami.
E com’è nato il suo videoclip?
Da alcune idee mie che sono state visualizzate e concretizzate da un grande professionista, Emanuel Lo.
È una collaborazione iniziata già l’anno scorso con il videoclip di “Ti voglio bene”. Emanuel e la sua squadra, Visionari Lab, hanno una grande sensibilità e riescono sempre ad entrare nel mio mondo per creare qualcosa di bello.
Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?
Assolutamente si, farà parte del mio primo disco che è in lavorazione.
Cos’è per te l’arte, la musica?
Un modo per evadere dalla realtà.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Cerco di assorbire il più possibile tutto ciò che mi piace e mi colpisce. Per i testi, sicuramente guardo ai grandi cantautori italiani, Dalla, Battiato su tutti. Per i suoni vado sulla scena internazionale e potrei citare Billie Eilish, James Blake, Hozier.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Ho la fortuna di lavorare con un’etichetta indipendente, la Joseba Publishing e con Gianni Testa, che crede fortemente nel mio progetto e nelle mie capacità.
Per gli arrangiamenti, di solito, collaboro con Arianna Tomaselli e Marco Passarelli al Tape Lab Studio e molto spesso anche con Valerio Carboni.
E la collaborazione con La Tosa Communication nel lavoro in promozione?
È una collaborazione neo nata. E sono davvero felice di questo perché Giovanni La Tosa è un grande professionista oltre ad essere una bellissima persona. Sono sicuro che faremo delle bellissime cose. Il lavoro di squadra in questo mestiere è fondamentale.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Attraverso le mie canzoni cerco sempre di raccontarmi, quindi spesso scrivo cose che vivo in prima persona. Conosco bene il dolore e ne parlo ma soprattutto cerco di riflettere su come ci si rialza dal dolore e ci si reinventa.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Ho vinto Area Sanremo 2018. Esperienza pazzesca e soprattutto inaspettata. Sono partito dal mio paesello in Calabria, Carolei, per raggiungere la città della musica, con la valigia carica di sogni e di belle speranze ma niente di più. Avevo veramente niente se non questo. E quella sera (10 novembre 2018) nella rosa dei vincitori c’era anche il mio nome. Non ti dico i pianti (di gioia ovviamente ndr).
Altra grandissima esperienza è stata l’apertura del concerto di Mahmood a Cosenza. Un pubblico di 10.000 persone che mi ha dato un’energia ed una carica pazzesca.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La musica italiana di oggi non mi piace. Sento canzoni prive di emozione e di identità. Tutte assolutamente uguali l’una all’altra. Voci anonime e finte, testi che neanche a parlarne.
Ci sono delle cose molto buone ovviamente ma si contano sulla punta delle dita.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Vi consiglio vivamente di ascoltare il mio singolo precedente “Ti voglio bene” che tra l’altro farà parte di un film molto importante (piccolo spoiler)
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Ho paura. Paura del virus, dell’ignoranza, di quello che sarà.
Da un punto di vista lavorativo, per fortuna, sto continuando a fare quello che ho sempre fatto. Scrivere, Arrangiare.. ma anche suonare. Ho fatto degli eventi nei mesi precedenti.. ed altri sono in programma.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Sto lavorando al mio primo disco. Sto scrivendo tantissime cose, in modo da avere più scelta. Voglio che sia un disco importante per la gente e per me.