Oggi voglio presentarvi un giovane artista pieno di talento che con “Annabelle” sta facendo il giro delle radio e creando un nuovo punto di vista nella scena pop emergente italiana. Eccovi una simpatica e piacevole chiaccherata col cantautore TAVO, che ringrazio infinitamente per il tempo concessomi!
Ciao Tavo, raccontaci il tuo background personale e artistico.
Ciao, sono TAVO, all’anagrafe Francesco Taverna, ma ormai “Francesco” mi chiama solo mia madre quando la faccio alterare. Infatti “TAVO” più che un nome d’arte è un soprannome che mi è stato affibbiato dalla prima elementare. Come avrete dedotto deriva dal mio cognome. Vengo da un paese tristissimo di appena tremila anime nella grigia provincia di Alessandria… Insomma, una figata, il deserto a confronto è la festa di Pamplona o il carnevale di Rio. Ho iniziato a suonare la chitarra a dodici anni ed ora ne ho ventisette. Dal 2010 al 2016 ho suonato su circa quattrocento palchi come chitarrista in vari progetti. Mi sono, come si suol dire: “Sparato una bella gavetta!” A fine 2016 ho incontrato la Noize Hills Records, la mia attuale etichetta e da li è iniziato il mio progetto, si fa per dire “solista”.
Raccontaci del tuo ultimo lavoro, com’è nato? Cosa rappresenta per te?
Annabelle è un brano particolare che nasce da un ritrovamento altrettanto particolare. Mentre ristrutturavo casa, nell’intercapedine del muro, ho trovato una scatola di metallo contenente delle monete e una lettera risalente al 1850 nella quale un certo Ennio scrive a Maddalena (divenuta poi Annabelle per scelte metriche) elogiandone ogni aspetto. Nulla di cosi entusiasmante se non fosse che verso la fine si capisce che lei è in realtà sposata e quindi, loro sono amanti. Ma non gli amanti di oggi! Quelli che si amavano per davvero! Mi spiego: Il 1800 era ancora un periodo nel quale ci si sposava per convenienze sociali, matrimoni combinati, finendo poi per trovare l’amore altrove. Ennio dice addio alla sua amata, senza spiegarne la ragione, ma non nega l’amore verso di lei. La cosa per me più bella e romantica è stata poter dar voce ancora una volta a Maddalena che è riuscita nel suo intento di conservare nel tempo, in un luogo sicuro, ciò che restava di un amore che per lei non andava affatto dimenticato.
Quali sono le tue influenze musicali?
Se dovessi parlarti di tutte le mie influenze musicali finiremmo il prossimo anno e siccome ne ho ventisette non ho tutto questo tempo; in etichetta mi vogliono tagliare i freni della macchina per lucrare sulla mia morte, dicono che il ventisettesimo sia l’anno giusto… mah… Per fartela breve ho ascoltato e ascolto davvero di tutto, dal cantautorato, al pop, all’elettronica, al jazz… in realtà il jazz lo odio, ma l’ho studiato per tre anni al conservatorio.
Quali sono le tue attuali o passate collaborazioni musicali?
Non ho collaborazioni in curriculum però se potessi scegliere, sicuramente oggi vorrei collaborare con Motta, lo invidio un sacco per la ricerca sonora e per i testi. Chissà, magari un domani…
Raccontaci il tuo ultimo aneddoto o esperienza particolare durante la tua attività artistica, facci ridere o riflettere un po’
Vuoi un aneddoto? Guarda te ne do due piuttosto recenti. Durante un concerto a Roma ci hanno dato una camera senza riscaldamento (lussi da superstar). Era dicembre e ci siamo dovuti scaldare nel letto con il phon. Ero nel matrimoniale con il bassista e compagno di vita Lorenzo Chiesa il quale, dopo avermi promesso che non si sarebbe MAI addormentato è crollato in un sonno profondo. Ce la siamo vista brutta. Nel cuore della notte il phon aveva raggiunto il punto di fusione e stavamo per divampare sotto al piumone. Il secondo aneddoto è di qualche giorno fa: Dovevo essere chiamato per un’intervista radiofonica alle 13:00, dopo una lunga attesa scopro che l’intervistatore è stato arrestato in svizzera accusato per traffico internazionale di stupefacenti. In realtà, poverino, non centrava nulla ed è stato rilasciato tre giorni dopo. La sua unica sfortuna è stata essere nel posto sbagliato al momento sbagliato e con nome e cognome uguali al trafficante che ricercavano.
I tuoi programmi per il futuro?
Suonare, suonare, suonare… É la parte che più mi piace di questo mestiere e in programma ci sono un po’ di spostamenti. Sicuramente faremo tappa nelle principali città d’Italia come abbiamo fatto nel tour “Funambolo”. Non posso anticipare ancora nulla, ma a breve sui miei social uscirà un bel calendario. Consiglio di non mancare ai concerti perché quest’anno girerò per la prima volta con una vera e propria produzione. Con me ad occuparsi di audio e luci ci sono tecnici molto in gamba come Stefano Bendo Bendato ed Elio Genzo che curano spettacoli anche di artisti più noti come Cristicchi ed Ermal Meta. Sarà perciò uno show a trecentosessanta gradi molto particolare. Dovete esserci!