Ninaì, artista di ampia versatilità e talento: dal piano alla voce, passando per la composizione. L’abbiamo apprezzata per “Musica in testa” quando nello scorso anno ha pubblicato l’album per Maninalto Records.
Come ci racconterà, e la ringraziamo infinitamente per la disponibilità e cortesia, la sua formazione, cultura ed esperienza musicali abbracciano molteplici stili, segno che l’artista ha una visione ampia della musica. Non potremmo ambire e sperare di meglio, come ascoltatori, poichè questo approccio ci garantirà sempre produzioni interessanti, contaminate e uniche.
Attualmente impegnata nella promozione del suo recente lavoro, un gustoso remix di Feel it, brano del precedente Ep, firmato Madaski, mi ha colpito il suo studio e la sua ispirazione alla bossa nova, genere che trasversalmente ha contaminato e arricchito il suo vocabolario e che dà connotazioni melodiche con stesure ritmicamente interessanti ad ogni brano.
Com’è nata la passione per la musica?
Sono nata in una famiglia dove si respirava arte e musica ricevendo molti stimoli, così ho iniziato da piccola un approccio classico al pianoforte, mentre di mio cantavo e ascoltavo musica di diversi generi. Da teenager ho transitato in varie band iniziando subito a fare Live e da lì non mi sono mai fermata. La musica è diventata una costante della mia vita: accompagnando la mia crescita e diventando il mezzo più potente di auto conoscenza e di espressione delle mie emozioni.
Come nasce il tuo nome “Ninaì”?
Ninaì nasce dal connubio tra Nina mio nickname da sempre e Annaì nome di una principessa Incas o Maya in origine proposto alla mia nascita dalla mia nonna materna di Lima. Così in onore alle mie radici sudamericane ho immaginato che questa i con l’accento potesse dare un nuovo suono al mio nome, mi piace che sia leggero e ritmico.
Come è stato concepito il singolo “Feel it you have to”?
Feel it you have to è il remix firmato Madaski (produttore e Co-fondatore degli Africa Unite) di Feel it brano inserito nel mio precedente Ep. Da tempo avevo in mente di realizzare un Remix. Sono affascinata dalla trasformazione concettuale e sonora che un artista può concretizzare con un nuovo battito del cuore. Madaski è il sound che cercavo, lo considero in Italia un pioniere della musica. Il suo apporto è stato molto forte dando al brano una nuova identità. Sono felice di questa conoscenza e collaborazione è stato tutto molto naturale. Il momento più emozionante, l’ascolto insieme in studio : mi piace ascoltare con un musicista che ha più esperienza di me.
Vedi ogni cellula legge codici, suoni, ritmi e lavora sui dettagli per cercare il massimo risultato, ma tutto è dentro la testa dell’altro impalpabile eppure basta una frase o uno sguardo e.. si rivela un mondo.
E com’è nato il suo videoclip?
Appena dopo aver sentito il remix in studio di Madaski e interiorizzato il nuovo sound, ho cominciato a immaginare la story teller del video. Mettendo insieme il messaggio del testo e il vissuto di quest ‘ultimo anno è nato questo short movie dove impersonifico uno spirito o messaggera di emozioni che si ritrova proiettata in un mondo post moderno in cui l’essere umano ha perso la comunicazione e i sentimenti. Tra danze, shodo e piccoli dispetti cercherò di farmi riconoscere per sciogliere quest ‘incantesimo e…. Il videoclip è stato girato da una nuova ed energica realtà della mia città I Light Studios di Biella, che è riuscita a cogliere il mio messaggio. Il loro aiuto è stato prezioso in ogni dettaglio dalla scelta dei set riprese all’ editing. Inoltre la mia immagine è stata curata da brand e artigiani sempre della mia città.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Come ti dicevo prima, questo singolo è il remix di un mio precedente brano già contenuto nel mio primo Ep “Musica in testa”. Anche se non escludo l’idea di far uscire il brano originale e il remix in vinile. Sono attratta da quest ‘oggetto che riesce ancora, in un’era digitale come quella attuale, a celebrare la musica. Ricorderò sempre un pomeriggio in un piccolo negozio di soli vinili nell’ East village a N.Y. Al suo interno ci potevi veramente trovare di tutto, principalmente specializzato per DJ, era pieno fino all’inverosimile e gente di ogni cultura sceglieva e ascoltava insieme… Passando dal reggae al free jazz, dalla house al dub e tutto partiva sempre da quel magico sound della puntina sul disco.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Come un puzzle di cui non conosco il disegno finale. Quindi una scoperta quotidiana fatta di un pezzettino alla volta, a volte immediato a volte più difficile da incastrare. C’è tutta me stessa anche con errori e sbagli ma con la convinzione di aver vissuto ogni step credendoci.
Quali sono le influenze artistiche?
Sai questa è sempre la domanda più difficile. Le influenze sono variegate e legate a momenti o periodi di vita. È incredibile come ogni giorno si possano scoprire artisti e generi nuovi che stimolano le cellule creative e la testa. Le più significative per me: il sound elettronico della scena inglese anni novanta primi duemila, la bossa nova, la musica dei Tuareg e Bach
Quali sono le collaborazioni musicali?
Anche qui veramente tante, non vorrei dimenticare nessuno… Condividere la composizione di un brano, il palco e la registrazione in studio ti insegna a capire i tuoi limiti e i tuoi pregi, formando l’identità di un artista. Ogni collaboratore è importante per farti capire cosa stai cercando e cosa sia meglio evitare.
E la collaborazione con “Maninalto!” nel lavoro in promozione
Maninalto! è un “artistic family” dove si riesce a parlare e progettare insieme il lavoro e il lancio di un artista. Sono felice di farne parte.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica? Credere in se stessi, credere nei sentimenti, non aver paura di rischiare per rinascere se necessario e vivere ogni giorno con il sorriso.
Parliamo delle pregiate esperienze di tv, live, concerti e concorsi?
Ogni persona ha una strada da percorrere, non credo ne esista una uguale per tutti, l’importante è continuare ad imparare: perché non c’è un punto di partenza e ancor più un punto di arrivo. Non ho mai partecipato a concorsi, non mi interessa una qualifica, la cosa che sento più importante è guadagnare il rispetto dei miei simili. Tra musicisti, come in ogni campo è solo questo che ti permette di proseguire. Quindi tanto lavoro in realtà per raggiungere il tuo di podio. Per quanto riguarda concerti live TV ogni esperienza è un prestigio in più nel senso che è un’esperienza in più rispetto al giorno prima. Non valuto a priori: ho imparato con il tempo che non è sempre il fascino di un palco o una trasmissione a rendere migliore il concerto. Dipende sempre solo da noi.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Pur essendo nata un Italia, il mio essere ascoltatore e musicista è molto cosmopolita… Non mi baso molto su una nazione piuttosto che un altra. In Italia come ovunque c’è tanta gente che crede nella forza del messaggio che la musica può dare e lavora assiduamente per raggiungerlo. Unica differenza a sfavore che a volte riscontro, qui si ha la tendenza a emulare artisti o brani esteri senza essere credibili… Non fraintendermi, ogni musicista o cantante parte, come un bambino che impara a parlare, imitando i suoi idoli, ma è solo una fase…credo che un sano orgoglio delle proprie radici ed origini e il desiderio di essere autentici aiuterebbe ancor più la musica italiana ad essere maggiormente considerata. Non sempre la hit o la moda del momento è l’unica via. Ma per fortuna ci sono tanti gruppi e artisti che vanno oltre, anche nel mainstream dando un notevole respiro alla scena italiana.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Il precedente Ep “Musica in testa” ed il suo primo singolo che prende proprio il nome dal titolo stesso. Scritto con i colori e i rumori della città intorno, storie di occhi che si incontrano, stazioni dei treni, metropolitane, centri culturali di aggregazione. Scambi multietnici di persone che viaggiano con la musica sempre in testa.
Donne che vivono con gli earphones accesi sulle loro emozioni. E guarda parlando al presente I brani contenuti nei dischi solisti o collaborazioni di Travis Barker, batterista dei Blink 182… Proprio in questi giorni sono in full immersion con lui e… wow è incredibile!
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Guarda tutto è ormai iniziato giusto un anno fa. All ‘uscita del mio primo Ep vidi live showcase e radio in presenza cancellarsi dall’ agenda, un mondo completamente diverso si apre davanti agli occhi di tutti e una costante tristezza ed incertezza nel futuro rende ancor più fragile la vita e il lavoro degli artisti. Dopo un momento di transizione ho deciso di rimboccarmi le maniche e seguire il mio istinto con la musica, e pur convivendo con difficoltà economiche trovare il modo di portare avanti i miei progetti e i miei obiettivi. Ancor più in un momento storico come questo c’è bisogno di emozionarsi ed emozionare, creare colpi di scena e sorprenderci.
Quali sono i programmi futuri?
Un nuovo Ep, che conterrà più brani del precedente. L’idea di un album mi sembra molto interessante, ma purtroppo essendo autoprodotta in tutto molto difficile da realizzare in una volta sola. Così ho scelto l’Ep come via di mezzo: cinque o sei brani ogni volta che possano dipingere emozioni e fermare un momento di vita ben preciso.