Straordinaria intervista oggi alla band QUADROSONAR, formazione poliedrica che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro LA COMPOSIZIONE DELL’ARIA, pubblichiamo con gratitudine l’intervista alla band QUADROSONAR, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica dei componenti, la formazione QUADROSONAR ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Sorry Mom!, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto alla band QUADROSONAR!
Com’è nata vostra la passione per la musica?
Come ogni ragazzino che si rispetti inizi ad ascoltare musica e guardare i videoclip alla tv fino ad appassionarti sempre più. Poi capita un giorno in cui pensi: ”Ma se oltre ad ascoltare iniziassi a suonare?” Da lì il passo affinché la musica diventi una tua ragione di vita è brevissimo.
Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è QUADROSONAR?
Difficile poter identificare Quadrosonar in unico personaggio, poiché i nostri ascolti sono diversi e molto vari tra loro ed il gruppo li accoglie tutti democraticamente il che poi si trasferisce anche nella musica che facciamo. Per quello che ci riguarda, il prossimo album potrebbe anche essere un album punk rock così come country o lounge, se il processo creativo ci stimola a tal punto. Quindi per risponderti possiamo dire che il personaggio Quadrosonar è un folle.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro LA COMPOSIZIONE DELL’ARIA?
La composizione dell’Aria è nata da un’esigenza. Francesco Thomas Ferretti ha iniziato a fare una riflessione profonda su se stesso quando ha iniziato a capire che negli ultimi anni, la vita di tutti noi è diventata sempre più frenetica e le persone hanno iniziato a dare per scontate tutte quelle piccole cose fondamentali che ci fanno stare bene ma che spesso sono ovvie ed invisibili e il fulcro di tutta questa riflessione è stato l’elemento Aria, così invisibile eppure così indispensabile per la vita stessa. Già, ma da cosa è composta l’aria?
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Come la maggior parte delle band abbiamo realizzato dei videoclip basati sui singoli che abbiamo scelto di far uscire. Al momento due sono già fuori (“Siamo Meno Soli in Due” e “Il caro e buon vecchio S.”) ma molto presto ne uscirà un terzo (Divino) e non è escluso anche un quarto se non addirittura un quinto.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
L’obiettivo originale era questo, ma a causa della pandemia abbiamo dovuto rivedere i progetti e le uscite iniziali, ma al momento possiamo dire che l’album è fuori e siamo orgogliosi del risultato ottenuto.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, volete raccontarcele?
Solitamente il cantante/tastierista F. Thomas sviluppa l’idea embrionale del pezzo a casa sua, poi insieme la elaboriamo in sala prove ognuno affinando la propria parte. Quindi registriamo la prova live con dei microfoni di fortuna tanto per capire se il brano funziona o meno. A quel punto, una volta approvato il brano, cominciamo a lavorarci più minuziosamente registrando una demo in tracce separate. Una volta pronta la proponiamo al produttore che prima di iniziare a registrare si confronta con noi per analizzare le parti forti e quelle deboli del pezzo stesso, discutendo ed arrangiando con noi ogni singola nota. Per ciò che concerne l’album, questo processo, divertente ma anche snervante, viene ripetuto per ogni singola canzone; anzi spesso il materiale su cui lavorare è più ampio e necessita di un’ulteriore scrematura finale. Ad esempio il brano Divino in origine doveva essere inserito nell’album precedente ma all’epoca venne scartato perché poco attinente al suono globale di quell’album.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Quanto tempo abbiamo per rispondere? (ridono n.d.r) Scherzi a parte, le nostre influenze come detto anche in precedenza sono molteplici, perché il bello può essere contenuto in qualsiasi cosa anche la più disparata. Quindi dai grandi classici del rock e del pop, fino al blues, al cantautorato, la musica elettronica ed etnica, insomma non ci siamo fatti mancare niente in termini di ascolto ed influenza.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
All’interno dell’album ci sono oltre alla collaborazione con il produttore Vladimiro D’Angella, anche Paola Bivona (X-Factor, Castrocaro) che con la sua splendida voce ha arricchito il brano “Anche Se”, il trombettista Mattia Salvadori ( ascoltate il suo assolo nel brano “L’aria fresca del mattino”) e il doppiatore di fama nazionale Ivano Bini sovente voce italiana di Daniel Dafoe che fa la voce narrante del brano omonimo “La composizione dell’Aria a chiusura dell’album.
E la collaborazione con Sorry Mom! nel lavoro in promozione?
Sorry Mom l’abbiamo conosciuta quando il disco precedente era già uscito e visto la stima reciproca ci eravamo dati appuntamento per questo album in corso. La Pandemia e tutte le difficoltà annesse hanno un pò complicato le cose, ma adesso eccoci qua contenti e speranzosi di lavorare tutti insieme al meglio come un unico team o se preferiamo come una piccola grande famiglia.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Più che i singoli contenuti ci piacerebbe invitare le persone ad ascoltare anche quello che non arriva dal meanstream e che il sottobosco underground è composto da tanto materiale interessante e non ci riferiamo soltanto a noi come band emergente ma anche ad una miriade di band importanti ma celate al grande pubblico. Come diceva Steve Jobs: “Siate Curiosi”.
Parliamo delle vostre pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Al momento anche a causa di tutte le restrizioni è sempre più difficile suonare lontano dalla propria zona, anche se in passato recente abbiamo suonato quasi in tutta Italia ed in festival prestigiosi. Non ci resta che aspettare e sperare, come tutti, in una ripartenza totale e definitiva.
Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Dopo un periodo incredibilmente florido a livello artistico, quello che ci capita sempre più spesso di osservare è che le nuove leve hanno meno coraggio e tranne pochi casi sporadici si viaggia sempre in lidi sicuri, osteggiando un finto pop d’avanguardia rinominato in generi apparentemente nuovi di zecca ma che se paragonato al Ramazzotti o allo Zarrillo degli anni ’80 ha poco di cui differire. Quindi se avessimo la bacchetta magica miglioreremo sicuramente la visibilità a favore di tutte quelle band o artisti solisti che ci mettono l’anima e cercano di dire qualcosa in modo differente ed originale.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Risposta ovvia e banale: ”Ascoltate tutti e due i nostri lavori che trovate nelle piattaforme online e poi diteci ciò che vi piace di più e ciò che vi piace di meno.
Come state vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Possiamo dire senza entrare in discorsi che non ci competono che stiamo affrontando questo periodo il modo disomogeneo. Da una parte la frustrazione per non poter fare alcune cose che prima erano scontate, dall’altra l’entusiasmo che il blocco forzato ti porta a trovare ovvero la creatività.
Progetti a breve e lungo termine?
Oltre al proporre il disco live attraverso i canonici concerti, ci sarebbe un progetto di realizzare “La composizione dell’Aria” anche come uno spettacolo musico-teatrale itinerante e proporlo nei teatri come opera a sé stante ed originale. Vedremo dove tutto questo ci porterà.