BIPOLARE e altre storie, raccontate direttamente da DANIELE ROTONDO

BIPOLARE e altre storie, raccontate direttamente da DANIELE ROTONDO

Con grande gioia diamo il benvenuto a DANIELE ROTONDO, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro BIPOLARE, condividiamo con piacere l’intervista a DANIELE ROTONDO, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, DANIELE ROTONDO si narrerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Clarissa D’Avena, le esperienze, come Premio Cinecittà Panalight e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a DANIELE ROTONDO!

Com’è nata tua la passione per la musica?

Beh la passione per la musica è nata fin da bambino. A 10 anni ho iniziato a suonare il pianoforte e poi ho continuato studiando altri strumenti, la chitarra prima e poi la batteria. Sono un grande divoratore di musica spaziando tra un po’ tutti i generi, dal jazz al rock più estremo.

“DANIELE ROTONDO” vogliamo sapere di più dei tuoi superpoteri…!

Come descriveresti la nascita di BIPOLARE?

Bipolare è una canzone alla quale sono molto affezionato perché è in parte molto autobiografica. Il testo è molto contradittorio e penso che mi rispecchi molto, ma non per mancanza di polso ma perché sono una persona che reagisce molto diversamente alle esperienze della vita in base al momento in cui le vive.

Il lavoro è accompagnato da un video?

Si esatto. Un video girato dal bravissimo Diego Coluzzi in una location che amo molto (Tenuta dell’Olmo a Roma) e che ringrazio per la gentile concessione.

Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

Assolutamente, in realtà Bipolare è il secondo singolo estratto dal mio secondo lavoro “Il mondo è qui”. Sicuramente ci sarà anche un terzo disco per il futuro.

In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?

Beh si è una cosa abbastanza normale ci sono sempre gli alti e i bassi come in tutte le cose della vita. In generale, anche nelle brutte situazioni, non tendo mai a buttarmi giù ma cerco sempre di prenderne il meglio per poter arricchirmi personalmente

Quali sono le tue influenze artistiche?

Nel corso dei miei anni sono stato davvero influenzato da tantissimi generi. Se ne dovessi scegliere qualcuno direi il BritPoP inglese, il grunge di Seattle e sicuramente tutto il Cantautorato anni 70 e 80 Italiano

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Sono un paio di anni che soprattutto live collaboro con 3 bravissimi musicisti che ringrazio, Valerio Pallotta, Valentina Rossi e Marco De Lucia

E la collaborazione con Clarissa D’Avena nel lavoro in promozione?

Bellissima! Clarissa e Adila sono davvero due persone speciali e si è subito instaurato un rapporto di fiducia e stima.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Il mio intento è raccontare il piccolo quotidiano, in modo che ogni persona riviva nelle mie canzoni un pezzetto della sua vita e delle sue esperienze

Parliamo delle tue pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come il Premio Cinecittà Panalight?

Il live è la dimensione che maggiormente amo perché comunque hai davanti il pubblico e capisci subito se quello che stai trasmettendo è stato recepito.

Del Premio Cinecittà Panalight per il videoclip “Lasciarsi Andare” sono davvero orgoglioso ed entusiasto! Ringrazio Francesca Piggianelli per avermi dato questa grande opportunità e per il lavoro che fa ogni giorno per la musica indipendente.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

È ancora una bellissima scena, ci sono tantissime realtà davvero interessanti. Credo forse che però ormai l’attenzione sia troppo legata ai grandi Talent e magari molti artisti bravissimi e che hanno tanto da raccontare fatichino di più per trovare la giusta strada.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Sicuramente il primo singolo dell’album “Lasciarsi andare”

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Il periodo del vero lockdown è stato molto proficuo e mi è servito molto per ragionare sulle nuove idee e dare vita al mio secondo album “Il mondo è qui”.

Mentirei però se non dicessi che un minimo di sofferenza la sto e penso la stia vivendo tutto il mondo dell’arte (musica in primis ma anche teatro, cinema etc…) soprattutto per quel che riguarda la promozione e gli eventi live. Ma è un periodo che passerà e prevedo un futuro roseo.

Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?