L’artista della serenità, che la rivolta al contrario per raccontare il tumulto delle emozioni e della vita. Ha ricevuto la chiamata all’arte fin dalla tenera età, crescendo con e grazie ad essa. Al lavoro con “Sei quella”, in rotazione radiofonica e in streaming in queste settimane, torna alla ribalta con la sua sensibilità cui ci ha abituati negli anni. Artista instancabile, sempre a contatto con la propria interiorità e la propria sensibilità, ci concede il suo tempo Filippo Lazzari, cremonese classe ’93, in arte Ruggero.
Cosa vedi guardando allo specchio “Atineres” e cosa rappresenta per te?
Vedo una sfida da mandare avanti ogni giorno, iniziata 10 mesi fa e che ha ancora tanto da raccontare. Mi piace questo progetto basato tutto sul durante, perchè parla di un viaggio e per me il viaggio è più interessante nel suo svolgimento piuttosto che nella destinazione finale. Rappresenta un pezzo della mia vita e credo della vita di tutti noi: soprattutto di chi passa dall’essere ragazzo ad essere adulto e cerca la propria serenità e un proprio punto di equilibrio.
Com’è nata la tua passione per la musica?
Ascoltando radio e cassette quando ero piccolo. Musicista o musicofilo ci nasci secondo me. Senti fin da bambino che la musica ti tocca delle corde particolari, ti smuove qualcosa dentro.
Nella tua carriera hai esperienze formative e a scopo benefico, cos’è per te la musica?
Ciò che ho fatto a scopo benefico ha spesso riguardato la musica, per un motivo molto semplice: io faccio questo lavoro perchè mi fa sentire utile a qualcosa o a qualcuno.
Raccontaci di “Sassi turchini”
È una mia canzone del 2016. Prende il nome da una località dell’isola d’Elba dove ragazzi e ragazze disabili fanno tutti insieme delle vacanze alternative a cui in quell’anno presi parte anch’io. Pensavo di essere là per aiutarli e invece loro hanno aiutato me a capire il significato dei sentimenti. Ciò che mi ha colpito è che il volume delle loro emozioni è sempre al massimo, sia che siano felici o tristi. Io credo che l’essere umano sia principalmente fatto di emozioni o comunque che esse siano la parte più importante, quindi trovo questo loro aspetto stupendo. A fronte di tutto ciò, al mio rientro a Firenze, mi è bastata una notte per scrivere Sassi Turchini.
E com’è nata “Sei quella”?
Ancor prima di essere un tassello del progetto Atineres (è il 5° episodio della serie) è nata come una canzone molto sincera e cristallina per una persona con cui ho condiviso tanto. La musica è nata una sera a Firenze tra la cucina e la camera da letto, il testo in Versilia tra un autolavaggio e la spiaggia, mentre ero sotto l’ombrellone e stavo guardando il mare.
La tua musica e il tuo percorso denota una grande sensibilità. Quali sono stati gli incontri e le esperienze più significative del tuo percorso?
Ti ringrazio per questa considerazione. A livello più tecnico sicuramente il mio maestro Walter Savelli per avermi dato un metodo di lavoro e i miei produttori esecutivi Giacomo e Tommaso Ruggeri, senza i quali le mie canzoni sarebbero molto più nude. Da tutti e 3 ho imparato e continuo a imparare davvero tanto sulla musica. Mi sento di citare anche Piero Torricelli che è un amico e sta curando la regia di Atineres in maniera ottimale. In generale tutte le persone interessanti, strane e geniali in ambito musicale e non contribuiscono a loro insaputa alla mia crescita e alla mia produzione artistica.
Quali progetti hai per il futuro?
Innanzitutto portare a termine questo progetto ambizioso, lungo e faticoso di Atineres. Mancano ancora 3 episodi e poi sicuramente ci sarà una sorpresa! Dopodichè vedrò a che punto sarò con il materiale a cui sto lavorando parallelamente quando ho un po’ di tempo libero. Sicuramente pubblicherò qualcosa solo quando avrò tra le mani qualcosa di interessante.